Preghiera e Liturgia

Santa Pasqua 2019

La Risurrezione: dai segni al significato.
pasqua2019«E vide e credette!» Gv 20,8.

Alleluia!
È questo il grido pasquale che risuona oggi.
Ogni uomo e ogni donna di ogni tempo e di ogni luogo sia raggiunto da questa notizia di gioia, la notizia della Pasqua: Cristo è davvero risorto!.
La destra del Signore si è alzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie… questo è il giorno di Cristo Signore!
Cristo è davvero risorto! Annuncialo, fratello e sorella, quando fra poco uscirai da questa chiesa. Lo annuncino le campane di Pasqua di ogni chiesa in tutto il mondo, i canti della liturgia, la preghiera di gioia. Questo titolo appaia sulle prime pagine dei giornali, lo annuncino le televisioni e le radio nei loro notiziari. Le agenzie di stampa battano in tempo reale la fantastica notizia, il mondo di internet e dei computer faccia rimbalzare questa notizia in tutti i cinque continenti della terra. Questa notizia arrivi al cuore di ogni uomo di buona volontà: Cristo è davvero risorto!
Torniamo per alcuni istanti a Gerusalemme proprio in quei giorni. Lo hanno sepolto in fretta e furia: già era comparsa la prima stella della notte nella vigilia di quel sabato, che in quell’anno coincideva con la Pasqua ebraica, la Pesah. Le donne hanno visto dove è deposto il corpo martoriato, straziato, avvolto da un telo di lino. Giuseppe di Arimatea ha donato la sua tomba, a poche decine di passi dal Calvario. È successo tutto improvvisamente, come un terremoto, come un uragano. Nessuno ha capito cosa stava per accadere. In poche ore tutto era finito. Gesù è morto: le sue parole, il suo sorriso, l’espressione del suo volto. Erano fuggiti, storditi dalla paura, dall’orrore. Il terrore si era impadronito dei loro cuori, li aveva scossi, saccheggiati. Solo le donne decidono di tornare al sepolcro per ripulire il suo corpo. È stata una Pesah di silenzio, di dolore.  
Giovanni ci racconta che è Maria di Magdala ad andare, da sola al sepolcro, quando è ancora buio. A piangere, forse a disperarsi…sicuramente a pregare. Chissà… Anche noi, a volte, ci avviciniamo a Dio come se fosse morto e sepolto. E lo facciamo per piangere, per sprofondare. E invece…   La pietra è ribaltata. Gesù non c’è. Non sa cosa pensare, Maria, corre in fretta dagli Apostoli. Ora sono Pietro e l’altro discepolo a correre. Il discepolo che Gesù amava, presente nei momenti cruciali nella vita del Signore. Un discepolo che solo tardivamente la comunità cristiana ha identificato con Giovanni. Tutti noi siamo chiamati ad essere quel discepolo amato. siamo chiamati a correre per raggiungere il Signore, tutti siamo chiamati ad andare a vedere. Corrono, Pietro e il discepolo. Corriamo anche noi con Pietro dopo l’annuncio delle donne. E giungono al sepolcro: la tomba è davvero vuota, il sudario, la sindone, le bende, come svuotati e riposti con ordine. Vedono solo segni di morte, solo cose che hanno a che fare con la morte. Nulla di vitale, nulla di decisivo. Segni di morte, non c’è nessuna evidenza. Pietro si ferma. Il discepolo amato no. Vede e crede.   La fede non è evidente. Non è evidente la presenza del Signore. Non è evidente la gioia che invade il cuore del discepolo amato. Non hanno ancora capito la Scrittura. Dai segni devono risalire al significato, risalire alla luce nascosta dietro gli eventi, ogni evento. Capiranno, certo, ci vorrà lo Spirito per spalancare la loro capacità di capire e leggere al di là dell’apparenza. Ma capiranno. È ancora lì quella tomba vuota. I romani l’hanno prima nascosta sotto un terrapieno. Poi è stata messa al centro di un’immensa basilica costruita dall’imperatore Costantino, più volte distrutta. Il califfo Hakim il folle decise di raderla al suolo. Oggi è meta di centinaia di migliaia di pellegrini che varcano la porta consumata dai secoli per accedere per qualche istante in quel che resta della tomba scavata nella roccia, inginocchiandosi davanti alla pietra che accolse il corpo del Maestro. Solo pietre. Solo una tomba, vuota, per giunta. Segni di morte che vanno interpretati, se vogliamo, alla luce della fede e delle cose soprannaturali, le cose di Dio. Non come un noto cantante amato dagli adolescenti e dai giovani di oggi che ha affermato che la Risurrezione è un fatto contronatura. No, la Risurrezione di Gesù è un fatto che va oltre la natura e l’intelligenza umana… è una cosa di Dio.   Gesù è risorto, è vivo. La croce era solo un passaggio, una collocazione provvisoria. È altrove, fidatevi. È il per sempre vivente, risorto da morte. Vedrete sempre e solo dei segni, nella Chiesa, nel mondo. Sarà la fede a dar loro vita. Sarà quella corsa ad osare, a smuovere, a convertire i cuori. È lo sguardo che determina l’ottimismo cristiano che sa vedere oltre il mondo che implode, oltre il fuoco della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, i segni della risurrezione e della vita cristiana: la croce gemmata e l’altare. Ripartiamo sempre da lì per avere la vita eterna.   Vedo una tomba vuota. E ascolto il racconto di Pietro. E di Maria e delle donne. E faccio memoria delle tue parole. Vedo dei segni perché, come l’amore, come il bene, come il bello, solo i segni ci spalancano all’altrove. Signore, io vedo! E credo. Credo che sei vivo, che sei qui con noi, ora, oggi, risorto e per sempre presente. Ti amo, Gesù, mia vita e mia speranza! E ancora proclamo con i miei fratelli e sorelle nella fede: Sì, Gesù è veramente risorto! Esultiamo, allora, fratelli e sorelle, perché Cristo è Risorto. Auguro a tutti voi una Buona Pasqua, vi auguro con tutto il mio cuore di rinascere. Buona rinascita in Cristo Vivente, buona vita dunque ad ognuno di voi con l'augurio di trovare l'entusiasmo di affrontare ogni nuovo giorno con serenità e di viverlo con la certezza e con la consapevolezza di essere unici e meravigliosi!

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