Adveniat Regnum tuum
«Adveniat regnum tuum» Febbraio 2019
«Venga il tuo regno» Mt 6,10a.
La parola «Regno» e termini simili si incontra nella Parola di Dio circa 500 volte; circa 350 nell’AT e più di 140 volte nel NT. È un tema continuo anche nei Vangeli. È una parola chiave di Gesù: tutto il messaggio del Vangelo è centrato sul tema del Regno di Dio o Regno dei cieli. Che cosè il Regno? I Vangeli non ne parlano in un senso politico o territoriale. Conosciamo la risposta di Gesù a Pilato: «Il mio Regno non è di questo mondo». I Vangeli parlano del Regno in senso spirituale. Marco presenta così la prima predicazione di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo». Non esiste una definizione del Regno...
Gesù ne dà piuttosto una descrizione attraverso una serie molto ricca di parabole:
- la parabola della zizzania Mt 13,24-30: il Regno è la lotta per il bene sempre osteggiato dal male, ma la vittoria finale sarà di Dio;
- la parabola del granello di senape Mt 13,31-32: il Regno è la pianta del bene che cresce sulla terra, prima in modo insignificante poi in modo imponente;
- la parabola del lievito Mt 13,33: il Regno è una forza misteriosa che pervade l'umanità e la farà fermentare;
- la parabola del tesoro nascosto e della perla preziosa Mt 13,44-46: il Regno è il valore supremo per l'uomo, davanti a cui l'uomo non può avere alternative, davanti a cui conviene per l'uomo giocarsi il tutto per tutto;
- la parabola della rete Mt 13,47-50: presenta il Regno come una sfida di Dio sul mondo per raccogliere (per pescare) tutti gli uomini di buona volontà;
- la parabola del convito Mt 22,1-14: presenta il Regno come una grande festa aperta a tutti...
Gesù vuole che noi desideriamo il Regno di Dio con tutte le forze, perché è il nostro massimo bene cercare di compiere la volontà di Dio.
Venga il tuo Regno è dunque un impegno ad adempiere in modo perfetto la volontà del Padre: «Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno ma chi fa la volontà del Padre mio» Mt 7,21.
Venga il tuo Regno è decidere di lasciare il mondo delle belle parole ed entrare con decisione nel mondo dei fatti e delle opere: «Se il tuo occhio ti scandalizza... cavalo, è meglio per te entrare nel Regno senza occhio... » Mt 5,29.
Venga il tuo Regno è soffrire per Gesù e per il Vangelo: «Il Regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono» Mt 11,12.
Venga il tuo Regno è accettare le beatitudini, è confidare prima di tutto in Dio più che nelle nostre forze. «Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli» Mt 5,3. Significa accettare le incomprensioni, il bene, e anche la persecuzione «Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli» Mt 5,10.
Venga il tuo Regno è diventare semplici e puri come i bambini: «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei cieli» Mt 18,3.
Venga il tuo Regno significa scegliere con coraggio la via della carità e del perdono: «Il Regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi» Mt 18,23.
Venga il tuo Regno è scegliere il distacco dalla ricchezza: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli» Mt 19,24.
Venga il tuo Regno è la rottura col male, la vittoria di Cristo su Satana: «Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è giunto tra voi il Regno di Dio» Mt 12,28.
Venga il tuo Regno è credere nella provvidenza e nell’intervento anche inaspettato di Dio nella nostra vita: «Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta» Mt 6,33.
Il secondo momento del Padre nostro è costituito da tre espressioni di auspicio:
«Sia santificato il tuo nome»;
«Venga il tuo regno»;
e in Matteo anche «Sia fatta la tua volontà».
«Venga il tuo Regno».
Possiamo pensare questa come la domanda centrale del Padre Nostro.
Secondo alcuni esegeti è la domanda unica e le altre fanno da contorno, come afferma Luca: «Cercate piuttosto il regno di Dio e queste cose vi saranno date in aggiunta». Possiamo pensare a «Sia santificato il tuo nome» come l’invocazione più radicale, e «Venga il tuo Regno» come alla sua realizzazione storica; «Sia santificato il tuo nome» è la richiesta ancora generale, di carattere assoluto, mentre «Venga il tuo Regno» si riferisce alla sua attuazione nella vita di Gesù. Che cosa chiediamo con questa invocazione, infatti, non lo possiamo comprendere se non guardando alla vita di Gesù. Il Regno di Dio è il desiderio centrale nella vita di Gesù: il cuore del suo annuncio in parole e opere. È la vita e la storia come l’ha pensata, l’ha vista e voluta Gesù. Gesù cominciò a predicare e a dire: «Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel Vangelo!» Mc 1,15. Questo è il tema fondamentale della sua predicazione.
In Matteo troviamo questa frase: «Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattia e di infermità nel popolo» Mt 4,23. Gesù, dunque, parla spesso del Regno di Dio. Ma sappiamo che non è facile definire il Regno, perché Gesù non conchiude mai in una definizione teorica che cosa è il Regno: vi allude con paragoni e con parabole. Il Regno è come un seme, è simile a una rete, è simile ad una perla preziosa, è simile a un tesoro nascosto in un campo… Sono paragoni che descrivono alcuni aspetti del Regno, senza che mai se ne dia una definizione precisa e completa. C’è quindi un mistero in questa parola «Regno», almeno com’è pronunciata agli inizi del ministero di Gesù, che lo rende da una parte affascinante e dall’altra enigmatico. E non poteva che essere enigmatico fino allo svelamento che avverrà appunto con la sua morte e la sua risurrezione.
Ma noi possiamo domandarci: che cosa potevano intendere i primi uditori di Gesù in Galilea, quando sentivano che lui parlava del Regno di Dio?
Questa espressione era ben nota ai lettori della Bibbia ebraica. Essi sapevano perfettamente che Dio è Re da sempre; per esempio il Salmo 29, dice: «Il Signore siede re per sempre!» Il Salmo 96: «Dite tra i popoli: il Signore regna!» Ancora il Salmo 97: «Il Signore regna; esulti la terra!». Non era di per sé necessaria la proclamazione di Gesù per far imparare alla gente che il Signore regna. Da secoli si tramandava l’idea della regalità di Dio. Quindi Gesù, in apparenza, non afferma una cosa nuova dicendo che Dio è Re e suo è il Regno! Gli Ebrei sapevano pure che il peccato oppone resistenza al Regno; di fatto si ha spesso l’impressione che a condurre il gioco siano i malvagi, quelli che non si sottomettono a Dio. La Bibbia è piena di queste amare constatazioni; in particolare la disobbedienza a Dio, che pure è Re eterno, sfocia nell’oppressione del popolo e nella dipendenza dallo straniero, adoratore degli idoli e nemico del Dio di Israele. Dunque, il Regno c’è, ma non si vede. Perciò, sentendo annunciare la venuta del Regno, il popolo si aspettava che Dio venisse a mettere le cose a posto, a mettere ordine, a sconfiggere i nemici, a punire i peccatori, a instaurare quel potere sulla storia che era da sempre suo di diritto. Era questa l’attesa degli ebrei devoti, che credevano e speravano in Dio, attesa che si trova nei Salmi e in altre pagine della Bibbia, per esempio il Salmo 9: «Tornino gli empi negli inferi, tutti i popoli che dimenticano Dio». Cioè, la regalità di Dio spazzi via i nemici! Si attendeva, perciò, che Dio regnasse, condannando tutti i nemici, eliminando tutti i malvagi, così che il popolo potesse vivere tranquillo nella sua casa, nella sua terra, nella sua città di Gerusalemme. Sappiamo però che le cose non sono così semplici.
Gesù nella rivelazione del Regno, non lo rivela come un giudizio di condanna e di distruzione dei malvagi; anzi, a poco a poco, fa capire che il regnare di Dio non significa che Dio voglia schiacciare i peccatori, ma che Dio intende perdonarli e salvarli. Questo è un fatto nuovo e perciò Gesù comincia con il prendere su di sé il male del mondo: questa è la novità assoluta della rivelazione di Gesù. Questo diventa chiaro nel percorso di Gesù verso Gerusalemme, soprattutto come previsione della passione o con espressioni come quelle che troviamo in Marco: «Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» Mc 10,45. Così egli chiarisce il senso di come egli intende la regalità di Dio: dare la vita per il perdono dei nemici, per il riscatto di molti. Gesù fa capire che questo - il prendere su di sé il male del mondo - è il disegno nel quale si rivela che Dio è Re. Gesù attua dunque il Regno, anzitutto nella prima parte della sua vita, sconfiggendo le malattie, ma facendo intuire in modo misterioso che egli vuole assumerle su di sè. Le infermità e le malattie sono conseguenze e immagine del peccato; Gesù perdona i peccati, ma soprattutto offre la sua vita per noi nella morte in croce e risorge per darci la certezza del perdono di Dio. Ecco come il Regno si svela a poco a poco. Per cui il Regno non è come una macchina già fatta che viene dall’alto e si instaura sulla terra; il Regno è qualcosa che si manifesta nella vita di Gesù. Possiamo dire: è Gesù il Regno che viene, è Lui!
E in noi il Regno si attua con un processo che parte dal nostro cuore.
Inizia con la nascita - il Battesimo -, cresce verso la manifestazione di Gesù nella nostra umanità.
Il Regno lo incontriamo anzitutto in Gesù. Il Regno si attua nella sua vita, morte e risurrezione.
E poi il Regno si attua in tutti noi, in tutti coloro che entrano negli atteggiamenti e nelle relazioni di Gesù, vivendo come lui ha vissuto, offrendo la propria vita come Lui l’ha offerta. Questo lo vediamo anzitutto nelle vite sante di persone che hanno creduto nel Signore e hanno conformato tutta la loro vita a Lui, lasciandosi incontrare e trasformare da Lui. Perciò il Regno viene, non in astratto, ma nella misura in cui entriamo nel progetto di Gesù, siamo uno con Gesù e costruiamo le relazioni con i fratelli, secondo il mandato e l’esempio di Gesù. E questo avviene in modo individuale, ma anche nella Chiesa e poi in quelle situazioni nelle quali si rivive e si mette in pratica l’insegnamento e il modo di vivere di Gesù. Coloro che vivono così e che attuano il Regno divengono sale della terra, luce del mondo. E lodano il Padre che è nei cieli. A questo punto comprendiamo perché il Regno nel Nuovo Testamento, non viene più espresso con la sola formula, «il Regno di Dio», ma con molte altre formule, anche se queste formule non citano espressamente la parola «Regno». Così formule come «Cristo è risorto!», «il Crocifisso è risorto», «Gesù è stato crocifisso per i nostri peccati», o formule come: «Io sono la via, la verità e la vita», oppure le formule di Paolo: «Vivo io, ma non più io, Cristo vive in me!», sono formule brevi che esprimono la realtà del Regno. Tutto questo è il Regno di Dio che sta venendo in pienezza. Il Regno è dono di Dio, viene dal suo agire nella storia e in noi; è realizzato nella vita di Gesù, nella sua morte e nella sua resurrezione; è riconoscibile nella risposta di coloro che sono disponibili, secondo lo spirito di Dio… qui la Signoria di Dio è all’opera e il suo Regno viene.
Sia lodato Gesù Cristo.