Preghiera e Liturgia

Epifania 2019

magiI cristiani hanno amato i Magi da sempre!
«Al vedere la stella provarono una gioia grandissima» Mt 2
 
Solennità dell’Epifania. Questo nome viene dal verbo greco «epifaino» che significa rendersi manifesto dall'alto. Epifania significa quindi manifestazione, apparizione: la manifestazione della presenza Divina. I greci impiegavano questo termine per parlare delle manifestazioni prodigiose degli Dei che intervenivano con apparizioni, con miracoli con grandi gesti in cui si rivelava la loro potenza quando intervenivano per soccorrere nel momento del bisogno…
Per esempio per aiutare in una battaglia e si diceva che c'era stata una epifania della divinità, la potenza soccorritrice del loro dio. Allora oggi ci chiediamo: ma che manifestazione di Gesù c’è stata? Per i pagani, quando c'era un epifania dei loro dei, doveva accadere qualcosa di straordinario… qui noi non abbiamo nessuna manifestazione straordinaria, abbiamo un bambino avvolto in fasce… è questa l'epifania di Dio! Una epifania che nessuno si sarebbe aspettato, è la rivelazione avvenuta nel Natale, l'epifania dell'amore incondizionato di Dio.
 
Matteo allora ci vuole presentare due diverse accoglienze che ha avuto questa manifestazione, questa epifania di Dio.
C'è un gruppo di persone, rappresentato dai Magi: di fronte a questa epifania cambiano strada nella loro vita, accolgono questa luce. E c'è un altro gruppo di persone, i potenti di questo mondo, politici e religiosi che vogliono perpetuare il regno antico, la religione antica e non si aprono all'epifania di Dio che è avvenuta in quel bambino nato a Betlemme.
 
Anzitutto vorrei richiamare la popolarità dei Magi.
I cristiani hanno sempre amato i Magi, non si sono mai accontentati dalle scarne notizie che si trovano nel testo evangelico, perché mancavano troppi dettagli. Volevano sapere da dove venivano, quanti erano, come si chiamavano, che mezzo di trasporto hanno usato e poi che cosa hanno fatto dopo che sono ritornati ai loro paesi, dove sono stati sepolti… Sono nati molti racconti riguardanti i Magi, che ci mostrano quanta simpatia hanno goduto presso i cristiani. Il primo passo è stato quello di farli diventare dei re. I cristiani forse hanno capito il significato che aveva questo racconto di Matteo e hanno sentito delle profezie, il richiamo di Isaia al capitolo 49 o il richiamo del Salmo 72 dove si dice che i re Saba e di Seba porteranno doni, tutti i re si prostrino a lui e lo servano tutte le genti. E forse quando hanno letto il brano del Vangelo di Matteo, hanno sentito l'eco della realizzazione di queste profezie e li hanno fatti diventare re. Secondo passo: il numero tre è nato dal fatto che i doni erano tre e allora anche i Magi sono diventati tre. I nomi: Melchiorre, Baldassarre, Gaspare.
 
Nel celebre mosaico di San Salvatore in Chora nella città di Istanbul si vedono i Magi che arrivano da Erode e arrivano non su cammelli, perché in Turchia non ci sono cammelli, ma con cavalli. Si vede la stella che li ha guidati e loro corrono verso questa stella, cercano informazioni dal Re Erode.
Melchiorre, quello più vecchio, in lontananza: i capelli bianchi, la barba lunga. Sarà lui che offrirà oro al Bambino. Al centro c'è Baldassarre, l'uomo maturo, dalla pelle un po' scura, folta barba anche lui e offrirà la mirra. E infine Gaspare, quello più giovane, senza barba, pelle un po' rosea: quello che dona l’incenso. In questo mosaico capiamo anche la ragione per cui ci sono tanto simpatici i Magi. Rappresentano tre età della vita: che uno sia vecchio, che sia una persona matura o sia un giovane si vede rappresentato da questa immagine. Tutti cerchiamo una luce che dia orientamento e senso alla nostra vita…una stella da seguire.
 
Vediamo insieme il racconto evangelico.
 
«Nato Gesù a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode alcuni Magi - il termine più esatto sarebbe Maghi – Magoi - giunsero da Oriente a Gerusalemme e domandavano Dov'è il re dei Giudei che è nato?».La tradizione li ha fatti venire dalla Persia o dall’Arabia.
 
Ed ecco il fatto: «Abbiamo visto sorgere la sua Stella e siamo venuti per adorarlo». Questa Stella ha fatto consumare molte energie e fatto perdere anche parecchio tempo, perché si è cercata in cielo una stella che fosse comparsa nell’anno 7 A.C. comunque in quel periodo in cui Gesù è nato. Ma la stella dei Magi non va cercata nel firmamento, ma va cercata nelle Scritture. Nel Libro dei Numeri si parla di una stella che doveva apparire in Israele: «La stella spunta in Giacobbe e un regno sorge in Israele». È chiaramente indicato che un re del popolo di Israele avrebbe dominato con un regno nuovo sul mondo intero. Nel mondo giudaico si è continuato ad attendere che apparisse questa Stella. I Magi vedono spuntare la Stella in Oriente, decidono di mettersi in viaggio per inchinarsi davanti alla vera Stella, che è il Bambino Gesù. I Magi rappresentano coloro che vengono illuminati e incantati da questa luce, che è Gesù. Come Zaccaria che proclama nel tempio di Gerusalemme: «Ci visiterà un sole che sorge dall’alto» oppure il vecchio Simeone che canta: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Nel Natale un angelo del Signore si presenta davanti ai pastori e la gloria del Signore li avvolge di luce: Gesù, vera luce del mondo.
L'epifania è la rivelazione che Dio è amore e ama perdutamente l'uomo. I Magi e chi è come loro, scoprono un primo bagliore della luce di Dio nel creato: «I cieli narrano la gloria di Dio, e l’opera delle sue mani annuncia il firmamento». L'uomo che vuole assomigliare a questi Magi non deve ripiegarsi sulla terra, sulle realtà di questo mondo come se fossero l'assoluto, ma alzare il suo sguardo. Questo è proprio dell'uomo che si interroga sul senso del suo esistere e del suo destino. Persone che non mettono a tacere le inquietudini interiori, non si rassegnano ad una vita priva di senso, vogliono dare un significato grande alla loro esistenza, vogliono andare al di là. Questi uomini non stanno fermi, si mettono in movimento, cercano un regno nuovo, un rapporto nuovo con Dio, cercano una luce nuova. Questi sono i Magi e tutti coloro che hanno intravisto questa Stella.
 
«All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme». Il potere politico e quello religioso non si lasciano illuminare anzi sono infastiditi dalla nuova luce. Non si muovono, non vogliono novità, non vogliono cambiamenti. Quando i Magi sono a Gerusalemme non vedono la stella, la vedono quando escono da questa città.  Erode, riuniti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: «E tu, Betlemme, terra di Giuda, da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Dove deve nascere? Dove deve spuntare questa luce? Loro sanno rispondere, hanno in mano la Parola di Dio… sarebbe l'occasione per accogliere la luce, per aprire la mente e il cuore. Ma hanno perso l'occasione della loro vita. I Magi ricevono l'indicazione e partono verso Betlemme. La Stella non brilla su Gerusalemme, ma su Betlemme.
 
«Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una gioia grandissima». I Magi si prostrano davanti a Maria e al Bambino Gesù, aprono i loro scrigni e offrono i loro doni: oro, incenso e mirra.
 
Donando l’oro noi diciamo che Gesù Cristo è Re.
 
Donando l’incenso noi diciamo che Gesù è il Figlio di Dio.
 
Donando la mirra noi diciamo che saremo salvi con la morte e la risurrezione di Cristo Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo.

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