Preghiera e Liturgia

2 Domenica di Avvento 2018

2Avvento 2013bisLa storia la cambia Dio.
«Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!» Lc 3,6.

«Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la Parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto». Traduciamo: "Nell’anno 2018, mentre Donald Trump è Presidente degli Stati Uniti, Vladimir Putin è Presidente della Russia, Emmanuel Macron è Presidente della Francia, Angela Merkel è cancelliera della Germania, Sergio Mattarella è Presidente della Repubblica Italiana, Francesco Sommo Pontefice e Giuseppe Zenti Vescovo di Verona…

la Parola di Dio venne su… e qui il nome di ognuno di noi che oggi ascoltiamo".

Tradurre così il Vangelo di Luca non è presunzione, né tanto meno uno scherzo. È proprio il messaggio di questa domenica e quello che succede ad ogni credente, cioè ognuno di noi. Siamo al capitolo terzo, ma ricordiamo lo stile accurato di Luca nel primo versetto del suo Vangelo: «Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato». Il modo in cui Luca introduce la predicazione di Giovanni è simile all'inizio dei libri degli antichi profeti. Loro solevano indicare i nomi dei re, durante il cui governo il profeta svolgeva la sua attività.

Ricordiamo per esempio :
Isaia
«Visione che Isaia, figlio di Amoz, ebbe su Giuda e su Gerusalemme al tempo dei re di Giuda Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia» Is 1,1.
Geremia
«Parole di Geremia, figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino. A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l’anno tredicesimo del suo regno, e successivamente fino alla deportazione di Gerusalemme, avvenuta nel quinto mese di quell’anno» Ger 1,1-3
Osea:
«Parola del Signore rivolta a Osea, figlio di Beerì, al tempo di Ozia, di Iotam, di Acaz, di Ezechia, re di Giuda, e al tempo di Geroboamo, figlio di Ioas, re d’Israele» Os 1,1.
Amos:
«Parole di Amos, che era allevatore di pecore, di Tekòa, il quale ebbe visioni riguardo a Israele, al tempo di Ozia, re di Giuda, e al tempo di Geroboamo, figlio di Ioas, re d’Israele, due anni prima del terremoto» Am 1,1.
Ed altri...

Luca fa la stessa cosa per dire che, dopo quasi 500 anni senza averne uno, appare di nuovo un profeta che si chiama Giovanni, figlio di Zaccaria e di Elisabetta.
Luca colloca gli avvenimenti nel tempo e nello spazio. Presenta i nomi dei governanti e descrive i luoghi dove Giovanni agisce. La storia della salvezza non è una storia diversa dalla storia umana e dalla nostra storia personale. A questo evento Luca dà una grande importanza. I profeti sono tanti e costituiscono una serie di messaggeri di Dio. Ma qui c’è «il messaggero»: «Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero», cioè l’unico, quello che precede immediatamente la venuta del Messia, «davanti a te» e che gli prepara la strada. Per cui tutta l’opera e la persona del Battista sono così orientate all’opera e alla persona di Gesù, che costituiscono un unico grande inizio, l’origine della salvezza. 

«La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto» v. 2b. 
Luca lo identifica solo per mezzo di un avvenimento: la Parola scende su di lui - letteralmente: «la Parola di Dio fu su Giovanni». Siamo di fronte ad una vocazione profetica. Soggetto e protagonista è la Parola di Dio nella sua sovrana efficacia, ma per realizzarsi ha bisogno di un mediatore, di un uomo che acconsenta radicalmente ad essa. Il mistero dell'incontro di Dio con l'uomo, che il Vangelo narra, si incarna in una parola e di questa parola si fa testimone Giovanni il Battista. Tale intervento, che trasforma un uomo in un profeta, in un portavoce di Dio, è un avvenimento chiave nella storia, in quanto questi sono uomini che si lasciano investire dalla Parola del Signore.

«Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» v. 3.
Giovanni è presentato come un profeta itinerante. Egli non solo parla ma battezza, meglio annunzia e propone un battesimo di penitenza, di perdono per un ritorno a Dio. Lancia un appello alla conversione, deve raggiungere tutti. Quando l’appello alla penitenza è accolto, ecco il segno del Battesimo. L’aspersione che si ha con il battesimo di Giovanni va unita strettamente alla promessa dell’effusione dello Spirito. Il battesimo dona la conversione e promette il dono dello Spirito. Il battesimo di Giovanni non dona lo Spirito, ma lo promette.

«Com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» v. 4.
Luca cita il profeta Isaia, che annunciava il ritorno del popolo dall'esilio e lo descriveva come se fosse un nuovo Esodo. Come se la gente, ritornando dalla prigionia di Babilonia, uscisse dall'Egitto ed entrasse di nuovo nel deserto. Per Luca Gesù inizia un nuovo esodo, preparato dalla predicazione di Giovanni nel deserto. Il deserto è il luogo degli asceti, ma è anche il luogo dell’azione della grazia di Dio, perché tutta la lunga tradizione nell’Antico Testamento vede il deserto come il luogo della formazione del popolo e della sua alleanza con Dio. È nel deserto che Israele si è innamorato del Signore e che il Signore ha condotto con amore il suo popolo. È nel deserto che l’uomo può percepire e sperimentare con intensità la grazia di Dio e l’intimità con lui. È nel deserto che Dio parla al cuore dell’uomo e dove la Parola di Dio può essere sentita e percepita viva. Preparare vie, raddrizzare sentieri significa predisporre il terreno su cui di nuovo si può imprimere l’orma del camminare di Dio.

«Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate» v. 5.
Quei monti da spianare, quei sentieri da drizzare, quei burroni da riempire sono il nostro rapporto con Dio, siamo noi stessi e la nostra incapacità di scegliere il Padre. Il cammino da intraprendere costa lacerazioni e lacrime. Ma sulla via santa del ritorno a Dio, ci accorgeremo con stupore e meraviglia, di essere colmi di gioia.

«Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!» v. 6.
Nella profezia Isaia dice: «ogni carne» vedrà la salvezza di Dio. Questo indica l’uomo nella sua condizione di fragilità, di debolezza, di bisogno di salvezza. Gesù è venuto non solo per i giudei ma affinché ogni uomo potesse vedere la salvezza di Dio. Se è ogni carne vede la salvezza di Dio, allora la salvezza è molto vicina al mistero dell’incarnazione. Cosa è, allora, questa salvezza che l’uomo vedrà? Non c’è dubbio: è lo stesso Gesù Cristo. La salvezza non è altro che lo stesso Gesù. La scelta, però, non si compie mai una volta per tutte, perché il discernimento di ogni passo, come dice Paolo ai Filippesi, è un continuo arricchirsi di elementi. Distinguere via via il meglio non è un dato acquisito, ma è frutto della crescita, del fatto che le cose da discernere sono sempre diverse e più complesse, ma anche sempre più belle.

Il Vangelo chiama a confronto storia e profezia.
La storia è riassunta da Luca nell'elenco iniziale di sette nomi propri che tracciano la mappa del potere politico e religioso. Sono sette, a simboleggiarne la pienezza e a convocare il potere di ogni tempo e di ogni luogo. Alla geografia dei potenti sfuggono però un deserto, un uomo, una parola. Luca all’inizio si sofferma a lungo a presentare il contesto storico del suo racconto. Vuole mostrare come l’Avvento della Salvezza non sia un evento mitico o fantastico, bensì un fatto storico preciso. La speranza è per tutti i popoli del mondo, per ogni uomo ed ogni donna.

Si accende una luce che rimanda tuttavia ad una più grande.
Giovanni è solo il precursore, Gesù sarà la vera novità della storia e del mondo intero….
perchè a storia la scrivono gli uomini, ma la Storia la cambia Dio.

Sia lodato Gesù Cristo.

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