Preghiera e Liturgia

1 Domenica di Avvento 2018

1Avvento2013bisIl Signore verrà.
«Lo vedranno venire con grande potenza e gloria» Lc 21,27.

Avvento: inizia un nuovo anno liturgico con le celebrazioni che ci accompagneranno per i prossimi dodici mesi. Comincia oggi e riguarda lo spazio di poche settimane nel quale siamo invitati a disporre l'animo alla celebrazione della nascita del Figlio di Dio. Il concetto di Avvento viene introdotto nel cristianesimo per contrapporre l'idea pagana di «avvento», cioè venuta, arrivo di un imperatore o di una divinità a cui gli uomini dovevano rendere culto. All'arrivo imminente di un personaggio pagano i cristiani contrappongono la concezione di Cristo «veniente», colui che era, che è e che viene...
volendo identificare quindi Cristo come il nostro avvenire oltre che come Presente vivo ed effettivo. Cristo Signore è «Colui che viene», che entra nella nostra vita, si rende presente, partecipa delle nostre ansie e dei nostri problemi, facendo proprie le nostre sofferenze e visitandoci giorno per giorno con le sue continue manifestazioni. Gesù viene sempre, ma anche a noi è richiesto di attenderlo e di andargli incontro in ogni occasione in cui decide di farsi trovare.
 
Sopportare con pazienza le difficoltà e accettare il dolore e la prova quando queste incombono nella nostra vita è un modo di accogliere Cristo, immedesimandoci nella sua passione di croce. Ciò tuttavia non senza che la croce si trasformi in gloria ed esultanza: siamo invitati a coltivare la speranza che alla fine della prova vi sarà sempre per noi la vittoria ed è il Cristo risorto a «venire» nella gioia realizzando in noi la sua gloria di vincitore sul dolore e sulla morte. Nella prova e nella sofferenza, «l'avvento» di Cristo si realizza anche quando raggiungiamo i nostri traguardi e ogni volta che si concludono le nostre attese. Cristo «viene», cioè si manifesta, ci interpella e ci chiama a rapporto, nell'ordinario della nostra vita, nel vissuto feriale di tutti i giorni. La fede è l'unica prospettiva che ci consente di cogliere la realtà di questo continuo avvento del Signore e di questa «venuta-presenza».
 
Nella fede concepiamo che Dio viene e che noi lo attendiamo di volta in volta.
Questo esprime il profeta Geremia, che si riferisce alla liberazione imminente del popolo d'Israele dalle oppressioni dell'esilio: la speranza e la fiducia in Dio verrà ripagata con la liberazione e con la salvezza, che sono un riflesso della fede. Ma il significato più importante che il termine “avvento” ebbe alle origini è determinato dal fatto che Cristo è il nostro futuro: non solo egli «viene» quotidianamente, ma verrà un giorno nella gloria, quando il male sarà sconfitto per sempre. Le allusioni dell'evangelista Luca sono inquietanti e severe e accennano alla paura che proveranno gli uomini per ciò che dovrà accadere, come se gli uomini dovessero aspettarsi un giudizio spietato e severo. E tale in effetti sarà per coloro che non avranno voluto persistere secondo il comando del Signore. Ma il giudizio sarà un incontro gioioso per tutti gli uomini che avranno saputo incontrare il Signore come presente nell'oggi della storia.
 
Le prime comunità cristiane attendevano talora con ansia e apprensione il ritorno del Messia che sarebbe sopraggiunto sulle nubi del «cielo», in forma spettacolare, vivace e grandiosa, poiché credevano che il giorno del suo ritorno sarebbe stato imminente. La successiva riflessione portò tuttavia a considerare che la venuta finale si realizzerà, ma in un giorno che a noi non è stabilito conoscere, che essa si rivelerà in un tempo a noi ignoto ma che in tutti i modi il Cristo è già presente nella nostra storia. L'Avvento è quindi Gesù che ora c'è e che verrà, come il nostro avvenire. Per Lui viviamo nell'attesa e nella speranza, nella fiducia e nella perseveranza nel bene, convinti che il Signore che vedremo un giorno faccia a faccia è lo stesso Cristo che vediamo adesso nella fede, sia pure come attraverso uno specchio 1Cor 13,12. Dalla fine del IV secolo in poi la Chiesa ha voluto estendere il significato di Avvento anche alle quattro settimane che precedono la celebrazione della Nascita del Salvatore, in modo tale che mentre attendiamo la celebrazione della gioia dell'Incarnazione possiamo considerare che Cristo è sempre colui che viene e colui che verrà, il nostro presente e il nostro futuro. In queste settimane quindi siamo inseriti nel tempo della speranza, attesa di qualcosa che certamente colmerà le nostre lacune spirituali, dandoci le ragioni della gioia dell'attesa e invitandoci a non disperdere l'occasione propizia che ci si dischiude.

Sia lodato Gesù Cristo.

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