Il mio naviglio andava per acque tranquille
Il mio naviglio andava per acque tranquille. Scivolava su giornate felici e senza storia. All’improvviso, una burrasca imprevista lo sorprese, deviò la sua rotta, minacciando di mandarlo a picco. Le vele schioccano furiosamente. Le sartie vibrano, lo scafo si è inclinato. Ho perso il controllo del mio naviglio. Non comando più io a bordo. Il mio naviglio più non mi ubbidisce. Ubriaco sopra le onde scatenate, rulla, vacilla, va alla deriva senza più rotta. Disperato, mi avvinghio al timone. Poi, ecco, cessa l’angoscia e il vento si lascia dominare. Quel vento che voleva gettarmi fra le onde, gonfia ora le mie vele e mi spinge verso il porto.
Sei mesi dopo...
Rimugino meno sulla mia pena, sono un po’ meno vulnerabile. Comincio ad ammirare la natura che mi sta intorno. I miei pensieri si schiariscono, il mio giudizio è più sicuro, i miei sentimenti e le mie emozioni sono più costanti. Ho ritrovato la mia capacità di concentrazione, provo più soddisfazione a casa o nel lavoro. Riscopro volti che non sapevo più scorgere. Ho un gusto nuovo per la vita, mi scopro capace di piccole gioie. Emerge dal mio profondo una vita di cui non mi conoscevo capace.