Salvatore marito e papà: "Amava la vita, la famiglia, la Croce Verde di Verona".
«No, non sei morto fratello, vivi nel Signore che è la vita
e vivi nel cuore di chi ti ha amato per sempre!».
È proprio vero, Signore: c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, c’è un tempo per piangere e un tempo per ridere, c’è un tempo per conservare le cose e un tempo per buttarle via, c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare, c’è un tempo per la vita e un tempo per la morte. Oggi credo che stiamo sperimentando proprio queste parole, e le sperimentano soprattutto Luigina e Monica, e poi i parenti e tutti gli amici e tante persone di Verona che sentono ora il vuoto di una presenza grande, una presenza sempre viva, una presenza che infondeva fiducia nella vita. «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa!». Così si è pregato in tutte le chiese del mondo il giorno di Pasqua, il giorno della Risurrezione e della Vita che non ha fine. Morte e vita: che grandi realtà, Signore, quale grande mistero hai preparato da sempre per i tuoi figli, che grande progetto per Salvatore, per me, e per tutti noi… troppo alto, Signore e noi non lo comprendiamo. Eppure nel suo Libro, il saggio Quelet ci ha detto così: «Dio ha fatto bella ogni cosa, ha messo la nozione di eternità nel nostro cuore, senza però che noi possiamo capire l’opera da lui compiuta dal principio alla fine. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere».
Provate ora a chiudere gli occhi e ad immaginare il Lago di Galilea: una piccola distesa di acqua quasi sempre molto tranquilla ed azzurra. Da una riva del Lago si intravede l’altra riva…se c’è aria limpida e tersa si riescono anche ad intravedere le persone che camminano sull’altra riva. Io credo che ora Salvatore è là, sull’altra riva del lago… e da là ci guarda, ci saluta e ci sorride. Stamattina, appena sveglio mentre affidavo al Signore questa la giornata mi chiedevo: ma che cosa ha veramente vinto nella vita di Salvatore? Cosa ha vinto in quel reparto dell’Ospedale di Borgo Roma in questi giorni, e che cosa sta vincendo in noi oggi, adesso, in questo momento forte di preghiera e di saluto? Io credo e sto sperimentando che non sta vincendo la morte, ma sta vincendo la vita! L’incontro con il Dio della Vita è sempre festa senza fine, dove la gioia vince il dolore, dove la speranza ha la meglio sull’angoscia, dove la vera vita trionfa sulla morte! Ma nel nostro cuore oggi c’è un velo di tristezza, una grande sofferenza per una persona a cui volevamo bene e che ora ci manca. Ci sentiamo schiacciati dalla morte, ma non oppressi, tristi ma non angosciati, soli ma non abbandonati, perché crediamo che in questi giorni, per lui si compie la vera vita, l’incontro con il Signore che ora non lo lascerà più e lo stringerà per sempre a sé in un grande abbraccio d’amore. Vorrei, e spero con tutto il mio cuore, che anche per ognuno di voi oggi sia veramente così.
Quali sono stati i valori fondamentali nella vita quotidiana di Salvatore? Per che cosa lui ha speso la sua esistenza? Quali sono i frammenti di vita che si incolleranno per sempre alle pareti del nostro cuore e non ci abbandoneranno più? Il frammento di vita della sua persona: lui amava la vita, una vita di bontà e di generosità, vissuta con grande forza interiore, nelle cose piccole e grandi di ogni giorno. Tanti ricordano la sua affabilità, il suo rapporto sempre positivo con gli altri. un altro frammento fondamentale di vita: la famiglia: una vita spesa per la famiglia, un punto di riferimento … ora il suo posto sembra vuoto, ma i suoi occhi e il suo cuore sono ancora lì per voi. un terzo frammento: la sua generosità è diventata vita vissuta: Salvatore si è prodigato per gli altri per 20 anni e la vostra presenza qui oggi lo testimonia in modo tangibile e concreto. Una generosità vissuta anche nel suo lavoro… chi lo ha conosciuto afferma che era più amico che capo. Ricordiamo infine la sua passione e il suo amore per la nostra città di Verona. L’ultimo frammento: la sua fede semplice, vissuta nel cuore e nel legame forte con alcuni Sacerdoti. Queste parole e questo esempio diventano per noi testimonianza e lezione per la vita, la nostra vita qui sulla terra ogni giorno, per prepararci alla Vita che non ha fine.
Allora credo che, piano piano, stia prendendo forma in noi la Parola del Signore che abbiamo ascoltato poco fa. La morte non è quello che pensiamo noi, la morte è un’altra cosa, perché la morte è lontananza da Dio. Se uno è vicino a Dio, è vivo sia che sia morto, sia che è vivo. Ed è nella beatitudine, cioè nella vera gioia. Oggi quindi noi siamo qui a celebrare la morte, perché la morte non va celebrata mai… siamo invece qui a celebrare la vita, la vera vita! Anche se la morte è un momento importante e che ci fa sperimentare l’assenza dei nostri cari, ma è una assenza che diventerà più acuta e viva presenza. La fede ci aiuta a credere che morire non è la fine di tutto, ma è un nuovo inizio. La vita allora e l’affetto di noi tutti non termina qui, su questa bara. Perché questa non è la bara di un defunto, ma è la culla di una nuova nascita. Dopo la risurrezione di Gesù, ogni tomba è una nascita, dove si ricomincia sempre. Un ultimo pensiero: dovremmo uscire da questa celebrazione diversi da come siamo entrati. Siamo entrati forse con pensieri di tristezza, di dolore, di morte… Dobbiamo uscire con altri pensieri, con un’altra visione, con un altro cuore soprattutto, perché chi crede non può solo soffrire, ma deve credere nella vita, essere contento e sperare sempre. E questo diventa per noi grande spinta per credere e vivere questi grandi valori. È questa la certezza che ci aiuta ad andare avanti in questi giorni, lui vive ora vicino a Te e vive nei nostri cuori. E tu, Salvatore, sussurra al nostro cuore che sei ancora vivo, grida con forza che la morte è stata vinta, grida che la fede ti ha salvato e che la sua speranza non t’ha deluso, di’ che il dolore è solo via per giungere al Signore, gioia pura. No, non sei morto fratello, vivi nel Signore che è la vita, vivi nei cuori di chi ti ha amato per sempre. vivi e cammina insieme con noi… Vivi con Luigina e con Monica, vivi qui sulla terra con tutti i tuoi cari, con i tuoi amici e con chi ha condiviso con te grandi momenti e importanti esperienze. Non lasciarli mai soli, posa sul loro volto la tua dolce carezza, sii marito, papà e amico dal cielo… come lo sei stato qui sulla terra.
LETTURE.
Qe 3,1-15 «C’è un tempo per conservare le cose».
Sal 23 (22) «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».
Mc 4,35-41 «Passiamo all’altra riva».
e vivi nel cuore di chi ti ha amato per sempre!».
È proprio vero, Signore: c’è un tempo per nascere e un tempo per morire, c’è un tempo per piangere e un tempo per ridere, c’è un tempo per conservare le cose e un tempo per buttarle via, c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare, c’è un tempo per la vita e un tempo per la morte. Oggi credo che stiamo sperimentando proprio queste parole, e le sperimentano soprattutto Luigina e Monica, e poi i parenti e tutti gli amici e tante persone di Verona che sentono ora il vuoto di una presenza grande, una presenza sempre viva, una presenza che infondeva fiducia nella vita. «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa!». Così si è pregato in tutte le chiese del mondo il giorno di Pasqua, il giorno della Risurrezione e della Vita che non ha fine. Morte e vita: che grandi realtà, Signore, quale grande mistero hai preparato da sempre per i tuoi figli, che grande progetto per Salvatore, per me, e per tutti noi… troppo alto, Signore e noi non lo comprendiamo. Eppure nel suo Libro, il saggio Quelet ci ha detto così: «Dio ha fatto bella ogni cosa, ha messo la nozione di eternità nel nostro cuore, senza però che noi possiamo capire l’opera da lui compiuta dal principio alla fine. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non c’è nulla da aggiungere, nulla da togliere».
Provate ora a chiudere gli occhi e ad immaginare il Lago di Galilea: una piccola distesa di acqua quasi sempre molto tranquilla ed azzurra. Da una riva del Lago si intravede l’altra riva…se c’è aria limpida e tersa si riescono anche ad intravedere le persone che camminano sull’altra riva. Io credo che ora Salvatore è là, sull’altra riva del lago… e da là ci guarda, ci saluta e ci sorride. Stamattina, appena sveglio mentre affidavo al Signore questa la giornata mi chiedevo: ma che cosa ha veramente vinto nella vita di Salvatore? Cosa ha vinto in quel reparto dell’Ospedale di Borgo Roma in questi giorni, e che cosa sta vincendo in noi oggi, adesso, in questo momento forte di preghiera e di saluto? Io credo e sto sperimentando che non sta vincendo la morte, ma sta vincendo la vita! L’incontro con il Dio della Vita è sempre festa senza fine, dove la gioia vince il dolore, dove la speranza ha la meglio sull’angoscia, dove la vera vita trionfa sulla morte! Ma nel nostro cuore oggi c’è un velo di tristezza, una grande sofferenza per una persona a cui volevamo bene e che ora ci manca. Ci sentiamo schiacciati dalla morte, ma non oppressi, tristi ma non angosciati, soli ma non abbandonati, perché crediamo che in questi giorni, per lui si compie la vera vita, l’incontro con il Signore che ora non lo lascerà più e lo stringerà per sempre a sé in un grande abbraccio d’amore. Vorrei, e spero con tutto il mio cuore, che anche per ognuno di voi oggi sia veramente così.
Quali sono stati i valori fondamentali nella vita quotidiana di Salvatore? Per che cosa lui ha speso la sua esistenza? Quali sono i frammenti di vita che si incolleranno per sempre alle pareti del nostro cuore e non ci abbandoneranno più? Il frammento di vita della sua persona: lui amava la vita, una vita di bontà e di generosità, vissuta con grande forza interiore, nelle cose piccole e grandi di ogni giorno. Tanti ricordano la sua affabilità, il suo rapporto sempre positivo con gli altri. un altro frammento fondamentale di vita: la famiglia: una vita spesa per la famiglia, un punto di riferimento … ora il suo posto sembra vuoto, ma i suoi occhi e il suo cuore sono ancora lì per voi. un terzo frammento: la sua generosità è diventata vita vissuta: Salvatore si è prodigato per gli altri per 20 anni e la vostra presenza qui oggi lo testimonia in modo tangibile e concreto. Una generosità vissuta anche nel suo lavoro… chi lo ha conosciuto afferma che era più amico che capo. Ricordiamo infine la sua passione e il suo amore per la nostra città di Verona. L’ultimo frammento: la sua fede semplice, vissuta nel cuore e nel legame forte con alcuni Sacerdoti. Queste parole e questo esempio diventano per noi testimonianza e lezione per la vita, la nostra vita qui sulla terra ogni giorno, per prepararci alla Vita che non ha fine.
Allora credo che, piano piano, stia prendendo forma in noi la Parola del Signore che abbiamo ascoltato poco fa. La morte non è quello che pensiamo noi, la morte è un’altra cosa, perché la morte è lontananza da Dio. Se uno è vicino a Dio, è vivo sia che sia morto, sia che è vivo. Ed è nella beatitudine, cioè nella vera gioia. Oggi quindi noi siamo qui a celebrare la morte, perché la morte non va celebrata mai… siamo invece qui a celebrare la vita, la vera vita! Anche se la morte è un momento importante e che ci fa sperimentare l’assenza dei nostri cari, ma è una assenza che diventerà più acuta e viva presenza. La fede ci aiuta a credere che morire non è la fine di tutto, ma è un nuovo inizio. La vita allora e l’affetto di noi tutti non termina qui, su questa bara. Perché questa non è la bara di un defunto, ma è la culla di una nuova nascita. Dopo la risurrezione di Gesù, ogni tomba è una nascita, dove si ricomincia sempre. Un ultimo pensiero: dovremmo uscire da questa celebrazione diversi da come siamo entrati. Siamo entrati forse con pensieri di tristezza, di dolore, di morte… Dobbiamo uscire con altri pensieri, con un’altra visione, con un altro cuore soprattutto, perché chi crede non può solo soffrire, ma deve credere nella vita, essere contento e sperare sempre. E questo diventa per noi grande spinta per credere e vivere questi grandi valori. È questa la certezza che ci aiuta ad andare avanti in questi giorni, lui vive ora vicino a Te e vive nei nostri cuori. E tu, Salvatore, sussurra al nostro cuore che sei ancora vivo, grida con forza che la morte è stata vinta, grida che la fede ti ha salvato e che la sua speranza non t’ha deluso, di’ che il dolore è solo via per giungere al Signore, gioia pura. No, non sei morto fratello, vivi nel Signore che è la vita, vivi nei cuori di chi ti ha amato per sempre. vivi e cammina insieme con noi… Vivi con Luigina e con Monica, vivi qui sulla terra con tutti i tuoi cari, con i tuoi amici e con chi ha condiviso con te grandi momenti e importanti esperienze. Non lasciarli mai soli, posa sul loro volto la tua dolce carezza, sii marito, papà e amico dal cielo… come lo sei stato qui sulla terra.
LETTURE.
Qe 3,1-15 «C’è un tempo per conservare le cose».
Sal 23 (22) «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».
Mc 4,35-41 «Passiamo all’altra riva».