Nonna Francesca 99 anni: "Signore, finalmente ti sei ricordato di questa povera vecchia?".
«Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello:
il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa!».
Morte e vita: che grandi realtà, Signore, quale grande mistero di amore hai preparato da sempre per i tuoi figli, che grande progetto per me e per tutti noi… troppo alto, Signore, e io non lo comprendo. Quasi sempre io inizio così le breve riflessioni in occasione del funerale, perché la grande preghiera della Sequenza di Pasqua ci apre una via infinita di speranza, di gioia, un sapore e un profumo di eternità, di qualcosa che non finisce mai e rimane per sempre dentro di noi.
Stamattina mi chiedevo: ma che cosa ha veramente vinto nella lunghissima vita della nonna Francesca? Cosa ha veramente vinto anche sabato pomeriggio quando, senza sofferenza ha aperto le sue braccia e il suo cuore a Dio e alla Madonna che amava così tanto? Cosa sta vincendo in noi oggi, adesso, in questo momento di preghiera e di saluto? Io credo e sto sperimentando in questi giorni che non sta vincendo la morte, ma sta veramente vincendo la vita! E vorrei, e spero che anche per ognuno di voi oggi sia veramente così.
Guardiamo solo per un istante alla vita della nonna Francesca: una vita normale, fatta di gioie e anche di dolori (sofferenza per la guerra e anche dolori all’interno della famiglia), una vita spesa interamente per la sua famiglia che amava tanto, una vita spesa in 40 anni di lavoro che hanno temprato la sua persona, anni che ricordava sempre con serenità, e poi gli anni del meritato riposo e della pensione…anni più tranquilli, ma sempre vissuti intensamente… Con due grandi capisaldi come colonne portanti della sua vita: l’amore per la famiglia (che piano piano si era allargata anche a noi nipoti e pronipoti). Quante volte ha aiutato insieme con il nonno i suoi figli e le nostre famiglie, quante volte ci ha fatto da mangiare e ci ha accolti nella sua casa senza volere niente in cambio? E mi fermo perché i ricordi sono molti e soprattutto molto vivi e presenti in noi che abbiamo sperimentato questo spendersi e questo donarsi come una vera mamma e una vera nonna. Il secondo capo saldo: la sua fede semplice e genuina, l’amore a Gesù, all’Eucaristia e alla «sua» Madonna di Campagna, che ha ricordato e pregato fino all’ultimo istante della sua vita. E come non ricordare poi l’amore per i suoi morti…che andava a trovare spesso al Cimitero e che sentiva ancora vivi accanto a lei a tal punto da parlare con loro come se fossero realmente lì presenti in casa.
Allora credo che stia prendendo forma in noi la Parola del Signore che abbiamo ascoltato poco fa.
Che cos’è la morte? La morte non è quello che pensiamo noi, la morte è un’altra cosa. Noi ci auguriamo, anzi sappiamo, crediamo che la nonna Francesca non è morta, perché la morte è la lontananza da Dio. Se uno è vicino a Dio, è vivo sia che è morto, sia che è vivo. Chi può separarci dall’amore e dalla vita vera, quella che non ha fine? Forse la tribolazione, l’angoscia, la fame, il pericolo, la spada? «In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore».
Il funerale allora che cos’è? È un momento di festa perché ci uniamo alla festa nella quale la nonna Francesca sta entrando. Quindi non possiamo avere il volto triste nel momento in cui la stiamo accompagnando nel suo trionfo! Perché trionfo? Perché sappiamo che era una donna di fede. È una donna che non solo ha acceso la lampada per la festa di nozze dello Sposo, ma con la sua vita e con le sue opere è riuscita a mettere via piano piano l’olio di scorta perché la sua lampada non si spegnesse in tutti questi lunghi anni…e ha detto: «Eccomi, sono pronta!» quando è arrivato lo Sposo Gesù e l’ha cercata. E sabato pomeriggio Gesù le avrà sicuramente sussurrato all’orecchio: «Ciao, nonna Francesca, tu mi hai riconosciuto e mi hai amato mentre eri sulla terra, adesso io ti riconosco e ti accolgo in questa nuova vita». E lei magari gli avrà risposto: «Signore, sei tornato dalle ferie? Finalmente ti sei ricordato di questa povera vecchia». Erano parole sue, che abbiamo sentito tante volte in questi ultimi anni…ma accanto anche alla certezza che Lui solo è il Padrone del mondo e quindi ci chiama quando vuole. Nonna Francesca la pensava così. La sua vita e la sua fede hanno sorpassato tutte le nostre parole, tutti i nostri gesti, i nostri stessi pensieri. Una fede profonda, umana, discreta, ma nello stesso tempo incrollabile e intoccabile. Credeva veramente che la morte e soprattutto questa sua morte, non è la fine di tutto, ma è un inizio. La vita allora e l’affetto di noi tutti non termina qui, su questa bara. Questa allora non è la bara di una defunta, ma la culla di una nuova nascita. Dopo Cristo, ogni tomba è una nascita, dove si continua e si ricomincia sempre. Ogni morte è la nascita in Cristo per l’eternità. Vita e fede: due cose allora inseparabili tra loro….come ci diceva con pochissime parole la seconda lettura molto breve che abbiamo ascoltato: «Beati i morti che muoiono nel Signore. Riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono». Un ultimo pensiero allora per noi: dovremmo uscire da questa celebrazione diversi da come siamo entrati. Siamo entrati forse con pensieri di tristezza, di morte… Dobbiamo uscire con altri pensieri, con un’altra visione, con un altro cuore soprattutto, perché chi crede non può solo soffrire, ma deve credere nella vita, essere contento e sperare sempre. Che la nonna Francesca ci aiuti e ci accompagni sempre.
LETTURE.
Rm 8,31b-35.37-39 «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?».
Salmo 23 (22) «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».
Ap 14,13 «Beati i morti che muoiono nel Signore”.
Mt 25,1-13 «Ecco lo Sposo!”. Andategli incontro!».
il Signore della vita era morto, ma ora, vivo, trionfa!».
Morte e vita: che grandi realtà, Signore, quale grande mistero di amore hai preparato da sempre per i tuoi figli, che grande progetto per me e per tutti noi… troppo alto, Signore, e io non lo comprendo. Quasi sempre io inizio così le breve riflessioni in occasione del funerale, perché la grande preghiera della Sequenza di Pasqua ci apre una via infinita di speranza, di gioia, un sapore e un profumo di eternità, di qualcosa che non finisce mai e rimane per sempre dentro di noi.
Stamattina mi chiedevo: ma che cosa ha veramente vinto nella lunghissima vita della nonna Francesca? Cosa ha veramente vinto anche sabato pomeriggio quando, senza sofferenza ha aperto le sue braccia e il suo cuore a Dio e alla Madonna che amava così tanto? Cosa sta vincendo in noi oggi, adesso, in questo momento di preghiera e di saluto? Io credo e sto sperimentando in questi giorni che non sta vincendo la morte, ma sta veramente vincendo la vita! E vorrei, e spero che anche per ognuno di voi oggi sia veramente così.
Guardiamo solo per un istante alla vita della nonna Francesca: una vita normale, fatta di gioie e anche di dolori (sofferenza per la guerra e anche dolori all’interno della famiglia), una vita spesa interamente per la sua famiglia che amava tanto, una vita spesa in 40 anni di lavoro che hanno temprato la sua persona, anni che ricordava sempre con serenità, e poi gli anni del meritato riposo e della pensione…anni più tranquilli, ma sempre vissuti intensamente… Con due grandi capisaldi come colonne portanti della sua vita: l’amore per la famiglia (che piano piano si era allargata anche a noi nipoti e pronipoti). Quante volte ha aiutato insieme con il nonno i suoi figli e le nostre famiglie, quante volte ci ha fatto da mangiare e ci ha accolti nella sua casa senza volere niente in cambio? E mi fermo perché i ricordi sono molti e soprattutto molto vivi e presenti in noi che abbiamo sperimentato questo spendersi e questo donarsi come una vera mamma e una vera nonna. Il secondo capo saldo: la sua fede semplice e genuina, l’amore a Gesù, all’Eucaristia e alla «sua» Madonna di Campagna, che ha ricordato e pregato fino all’ultimo istante della sua vita. E come non ricordare poi l’amore per i suoi morti…che andava a trovare spesso al Cimitero e che sentiva ancora vivi accanto a lei a tal punto da parlare con loro come se fossero realmente lì presenti in casa.
Allora credo che stia prendendo forma in noi la Parola del Signore che abbiamo ascoltato poco fa.
Che cos’è la morte? La morte non è quello che pensiamo noi, la morte è un’altra cosa. Noi ci auguriamo, anzi sappiamo, crediamo che la nonna Francesca non è morta, perché la morte è la lontananza da Dio. Se uno è vicino a Dio, è vivo sia che è morto, sia che è vivo. Chi può separarci dall’amore e dalla vita vera, quella che non ha fine? Forse la tribolazione, l’angoscia, la fame, il pericolo, la spada? «In tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza, né profondità, né alcuna altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore».
Il funerale allora che cos’è? È un momento di festa perché ci uniamo alla festa nella quale la nonna Francesca sta entrando. Quindi non possiamo avere il volto triste nel momento in cui la stiamo accompagnando nel suo trionfo! Perché trionfo? Perché sappiamo che era una donna di fede. È una donna che non solo ha acceso la lampada per la festa di nozze dello Sposo, ma con la sua vita e con le sue opere è riuscita a mettere via piano piano l’olio di scorta perché la sua lampada non si spegnesse in tutti questi lunghi anni…e ha detto: «Eccomi, sono pronta!» quando è arrivato lo Sposo Gesù e l’ha cercata. E sabato pomeriggio Gesù le avrà sicuramente sussurrato all’orecchio: «Ciao, nonna Francesca, tu mi hai riconosciuto e mi hai amato mentre eri sulla terra, adesso io ti riconosco e ti accolgo in questa nuova vita». E lei magari gli avrà risposto: «Signore, sei tornato dalle ferie? Finalmente ti sei ricordato di questa povera vecchia». Erano parole sue, che abbiamo sentito tante volte in questi ultimi anni…ma accanto anche alla certezza che Lui solo è il Padrone del mondo e quindi ci chiama quando vuole. Nonna Francesca la pensava così. La sua vita e la sua fede hanno sorpassato tutte le nostre parole, tutti i nostri gesti, i nostri stessi pensieri. Una fede profonda, umana, discreta, ma nello stesso tempo incrollabile e intoccabile. Credeva veramente che la morte e soprattutto questa sua morte, non è la fine di tutto, ma è un inizio. La vita allora e l’affetto di noi tutti non termina qui, su questa bara. Questa allora non è la bara di una defunta, ma la culla di una nuova nascita. Dopo Cristo, ogni tomba è una nascita, dove si continua e si ricomincia sempre. Ogni morte è la nascita in Cristo per l’eternità. Vita e fede: due cose allora inseparabili tra loro….come ci diceva con pochissime parole la seconda lettura molto breve che abbiamo ascoltato: «Beati i morti che muoiono nel Signore. Riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono». Un ultimo pensiero allora per noi: dovremmo uscire da questa celebrazione diversi da come siamo entrati. Siamo entrati forse con pensieri di tristezza, di morte… Dobbiamo uscire con altri pensieri, con un’altra visione, con un altro cuore soprattutto, perché chi crede non può solo soffrire, ma deve credere nella vita, essere contento e sperare sempre. Che la nonna Francesca ci aiuti e ci accompagni sempre.
LETTURE.
Rm 8,31b-35.37-39 «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?».
Salmo 23 (22) «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».
Ap 14,13 «Beati i morti che muoiono nel Signore”.
Mt 25,1-13 «Ecco lo Sposo!”. Andategli incontro!».