Canti

Il Signore è il mio Pastore

thumb Il Signore è il mio pastore

Il Signore è il mio pastore:

nulla manca ad ogni attesa;

in verdissimi prati mi pasce,

mi disseta a placide acque.


È il ristoro dell'anima mia,

in sentieri diritti mi guida,

per amore del santo suo nome,

dietro lui mi sento sicuro.


Pur se andassi per valle oscura

non avrò a temere alcun male:

perché sempre mi sei vicino,

mi sostieni col tuo vincastro.

Quale mensa per me tu prepari

sotto gli occhi dei miei nemici!

E di olio mi ungi il capo:

il mio calice è colmo di ebbrezza!


Bontà e grazia mi sono compagne

quanto dura il mio cammino:

io starò nella casa di Dio

lungo tutto il migrare dei giorni.

Davide Maria Turoldo.

Il testo di questo canto molto noto è una rilettura del Salmo 22(23) scritta nel 1973 da Padre Davide Maria Turoldo. Religioso e poeta appartenente all’Ordine dei Servi di Maria. Affetto da un tumore al pancreas, morì a Milano il 6 febbraio 1992; il 2 febbraio, al termine della Santa Messa domenicale, si era congedato dai fedeli con la frase: «la vita non finisce mai!». La musica è di Ismaele Passoni e l’armonizzazione è di Gian Mario Enrico Bosi. 

Il Salmo è tutto pervaso di fiducia, in cui il Salmista esprime la sua certezza di essere guidato e protetto, messo al sicuro da ogni pericolo, perché il Signore è il suo pastore. Si tratta del Salmo 23 - secondo la datazione greco latina 22 - un testo amato da tutti. «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla». L’immagine richiama un’atmosfera di confidenza, intimità, tenerezza: il pastore conosce le sue pecore una per una, le chiama per nome ed esse lo seguono perché lo riconoscono e si fidano di lui. Nulla può mancare se il pastore è con loro. «Su pascoli erbosi mi fa riposare,ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome». La visione che si apre ai nostri occhi è quella di prati verdi e fonti di acqua limpida, oasi di pace verso cui il pastore accompagna il gregge, simboli dei luoghi di vita verso cui il Signore conduce tutti noi. Quando poi il viandante riparte, la protezione divina si prolunga e lo accompagna nel suo viaggio: «Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni»

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