4Avvento 2017

4Avvento2013bis"Nulla è impossibile a Dio".

Il Natale è alle porte e la Parola del Signore racconta il farsi carne di Dio nel grembo della Vergine Maria. È l’angelo Gabriele a portare l’annuncio. Gabriele, nell’etimologia ebraica, significa “Chi è come Dio?”, ossia “Chi è Dio se non chi dà la vita, che è capace di abbattere ogni barriera di debolezza e di risvegliare la fede?”. Il destinatario dell’annuncio è la Vergine Maria. Per due volte la chiama Vergine proprio per sottolineare l’integrità di questa donna santa, ma anche l’evento straordinario che sta per avvenire.

"4Avvento2013bisNulla è impossibile a Dio".

Il Natale è alle porte e la Parola del Signore racconta il farsi carne di Dio nel grembo della Vergine Maria. È l’angelo Gabriele a portare l’annuncio. Gabriele, nell’etimologia ebraica, significa “Chi è come Dio?”, ossia “Chi è Dio se non chi dà la vita, che è capace di abbattere ogni barriera di debolezza e di risvegliare la fede?”. Il destinatario dell’annuncio è la Vergine Maria. Per due volte la chiama Vergine proprio per sottolineare l’integrità di questa donna santa, ma anche l’evento straordinario che sta per avvenire.Luca, nel prologo del angelo, dichiara di voler dare un resoconto dettagliato di ciò che è successo nella vicenda di Gesù. Infatti elenca date, nomi, luoghi. La sua intenzione è quella di raccontare il dialogo tra Dio e l’uomo che in Gesù trova il suo compimento. La destinataria prima di quel dialogo è una giovane ragazza, promessa sposa di Giuseppe, discen-dente della casa di Davide. Abita in Galilea, per tradizione una regione ibrida e poco ortodossa della sua popolazione. La sua casa è a Nazareth, un villaggio sconosciuto. Dio onnipotente sceglie chi vuole, come vuole e dove vuole. Maria diventa l’icona di chi lascia spazio all’agire di Dio che opera rispettando la libertà della sua creatura. Maria è vite feconda che, nell’obbedienza a Dio, porta il suo Frutto. Il messaggio dell’angelo è il cuore dell’annuncio a cui fa seguito una riflessione e una domanda di Maria. L’angelo saluta Maria con espressioni inusuali. «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». Il saluto non è il normale saluto greco «sta bene» o il latino «Ave». In esso è racchiuso l’eco della voce dei Profeti rivolti alla «Figlia di Sion». È l’invito alla gioia per il Messia Salvatore. Maria è scelta dall’amore di Dio, dalla sua grazia, per un compito eccezionale, preannunciato dagli antichi profeti. E ancora: «Il Signore è con te», che non è solo l’augurio dell’angelo ma la garanzia divina per il nuovo compito ricevuto. Il saluto provoca un turbamento, come accade quando ci si trova di fronte al mistero di Dio che si avvicina all’uomo. Ora l’intervento dell’angelo dà un contenuto più preciso a ciò che il saluto lasciava presagire: Maria sarà la madre del Messia atteso e preannunciato nella storia d’Israele. Il nome del bambino non lascia incertezze: «Gesù» che significa «Dio salva»; Figlio dell’Altissimo e come tale sarà riconosciuto Grande che nel linguaggio della Bibbia, in senso assoluto, è riferito solo a Dio. La domanda di Maria, che ancora rivela la sua verginità, serve a mostrare al lettore l’intenzione profonda dell’autore di comunicare il contenuto essenziale: Gesù è il Messia in quanto Figlio di Dio. La Madre è Maria, il Padre è Dio. La Verginità di Maria è l’espressione della radicale purezza nella quale agisce la potenza di Dio, cioè lo Spirito Santo. Maria allora si trova depositaria di una azione divina che riguarda tutto il popolo di Israele. Le grandi opere che Dio aveva fatto con tutto il popolo, ora sono affidate ad una sola persona, alla sua risposta personale di fede. Il segno dato dall’angelo a conforto di Maria è di supporto alla sua scelta di fede: come Abramo, Maria si fida della potenza di Dio perché «Nulla è impossibile a Dio». Dio attende la riposta di Maria per compiere la sua opera. Il suo agire è sempre un invito. Egli attende una risposta da parte di chi è interpellato a diventare parte integrante della storia della salvezza. La Vergine Maria diventa icona a cui guardare per vivere una vita che porta frutto. Il venire di Gesù non è concluso. Attende il nostro sì. La nostra vita, fecondata da quella di Cristo, diventa vita vera. Chi avrà la grazia di vivere l’Eucaristia del Santo Natale vedrà il compiersi di questo evento. Lì, in quel momento, in quelle parole e in quei gesti potremmo contemplare il Figlio di Dio che si fa carne. L’amen pronunciato nel momento della comunione, sarà il nostro sì. E come quello di Maria, se accolto e vissuto nella piena disponibilità, potrà portare frutto, perché: «Nulla è impossibile a Dio».

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