3 di Avvento 11 Dicembre 2016

3Avvento2016Gaudéte in Dómino semper: 
íterum dico, gaudéte. 
Dóminus enim prope est. 
Rallegratevi sempre nel Signore:
ve lo ripeto, rallegratevi,

il Signore è vicino.

 
Fil 4,4-5.

Terza Domenica di Avvento,
Domenica "Gaudete":
è la domenica della gioia.

Per ben 12 volte – 8 nella Prima Lettura, 1 nella Colletta, nel Prefazio e nella Preghiera dopo la Comunione – si ripetono queste parole: gioia, giubilo esultanza. A queste 12 volte si aggiungono altre parole: - fiorisca, canti, coraggio, non temete... Oltre a mostrare anche esteriormente con un colore particolare delle vesti sacerdotali, il rosaceo - che si usa solo due volte l'anno - viene ribadito il sentimento della gioia con parole volutamente scelte: "Si rallegrino il deserto e la terra arida perchè viene il Signore. Verrano in Sion con giubilo. Felicità perenne splenderà sul loro capo. Tristezza e pianto fuggiranno e li seguiranno gioia e felicità” Nel Vangelo Gesù suggerisce: "Andate - dice ai discepoli di Giovanni - e dite che i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i morti risorgono..”. “Dite”: cioè siate testimoni di queste liberazioni che strappano lacrime di gioia e siatene felici anche voi. La gioia inoltre, deriva dalla certezza che Dio è fedele alle sue promesse;: "Dio è fedele per sempre". Oggi quindi domenica della "Gioia"!

Siamo molto vicini al Santo Natale, alla bellezza di una vita all'insegna della salvezza. Di questo parla già la prima lettura con le parole del profeta Isaia, che annuncia il Messia: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio,
Egli viene a salvarvi». Proprio questo dice Isaia: gioire perché siamo salvi, o meglio, siamo stati già salvati. Ma cosa vuol dire questo nella nostra vita? Come viviamo questa salvezza? Dobbiamo immaginare Gesù come il nostro Difensore, sempre vicino a noi, pronto a prendere su di Lui tutti i pericoli, le fatiche le tristezze, le paure… anzi, per la verità già lo ha fatto! Però c'è qualcosa che non quadra, qualcosa per cui non riusciamo a capire bene… La tristezza non è sparita, i pianti ci sono, le difficoltà non ci vengono tutte risparmiate, qualche volta non sentiamo Gesù così tanto vicino a noi, altre volte ci lamentiamo di quello che ci accade... allora di cosa dobbiamo gioire? Non spaventiamoci di questo, non temiamo, come dice Isaia… ad un certo momento sentiremo Gesù e comprenderemo con gioia come Lui ci ha aiuta a superare o ad uscire da questi momenti.

E proprio a questo punto ci prende per mano Giacomo con la sua lettera, esortandoci a non demordere e a credere ogni giorno in Gesù che ci aiuta e ci è vicino. Giacomo usa un bellissimo paragone, quello del contadino. Potremmo dire che il contadino possiede delle virtù importanti: la costanza, perché è sempre lì che opera senza fare pause perché è stanco o non ne ha voglia, con la fiducia nella terra che darà frutto a tempo debito; la cura, perché non demorde e non si abbatte e quotidianamente si prende cura della sua terra alimentandola e dandole ciò di cui ha bisogno; la pazienza, perché sa aspettare e non lamenta il tempo che passa e non porta i frutti subito, ma sa aspettare il tempo giusto, gustando la bellezza delle piante che prima sono piccoli germogli, poi esplodono con i fiori ed infine donano i frutti maturi più buoni. Se non sapesse aspettare coglierebbe fiori e non avrebbe i frutti o mangerebbe i frutti ancora acerbi!

Potremmo tenere per noi le parole di Giacomo e pensare che nella nostra vita sarebbe buono e bello riuscire ad avere fiducia nel Signore, anche quando siamo abbattuti, che la benzina migliore per alimentare questa fiducia è la cura nella preghiera ed infine avere la pazienza dell'attesa, come ogni bella cosa che nasce e cresce, ha bisogno del suo tempo per vivere in pieno. Capendo così, che lamentarsi di ciò che non si ha, rende tristi e non fa vivere la bellezza del presente! Certo tutto questo non è proprio una passeggiata e qualche dubbio può venire, è capitato persino a Giovanni il Battista! Lui, che nel deserto annunciava il Messia e diceva di prepararsi, lui che ha riconosciuto Gesù ed ha avuto l'onore di battezzarlo, lui che in realtà lo aveva già riconosciuto sin dal grembo materno, quando viene arrestato da Erode ed è in prigione, ha dei dubbi. In un momento difficile da affrontare, chiede di andare a domandare se ancora devono aspettare il Messia! Forse non è come se lo era immaginato lui, forse ha paura di essersi sbagliato... Gesù non si arrabbia di tale quesito, perché sa bene che è venuto a sconvolgere un po' di idee e progetti che la gente si era fatta sul Messia. Dice agli apostoli di raccontare cosa stava accadendo e, attraverso questo, dà comunque una risposta. Le parole di Gesù "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo" compiono quelle del profeta Isaia, perché Gesù è il Messia! "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto. [...]
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto."

Gesù ci sta accompagnando a comprendere qualcosa che avrebbe spiegato con la sua vita e i suoi gesti, fino a raccontare alla gente di Giovanni come l'ultimo profeta e come "il più grande tra nati di donna" e ricordando che "il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui". Gesù sta parlando della sua nascita, di come le cose piccole possono portare grande gioia. Ci ricorda che Lui per primo si è fatto piccolo tra i piccoli ed è nato sulla paglia di una stalla; che già dalla sua nascita ha scelto di essere vicino ai piccoli, ai poveri, a chi era allontanato da tutti. In questi giorni che ci avvicinano alla nascita di Gesù, ricordiamoci di gioire di questa bellezza; di essere costanti nella fiducia, chiedendola in dono con la cura della preghiera e, soprattutto, di saper pazientare senza lamentarci di ciò che non abbiamo! Gesù ricompensa sempre le attese, l'importante è tenere il cuore pronto ad essere stravolto dai piani del Signore.

Buona domenica della Gioia!

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