1 Novembre 2015 Tutti i Santi

Tutti i Santi1L’autunno è arrivato, le giornate più corte, l’ora tornata solare ha fatto il resto. Con le prime nebbie, con i primi freddi e l’umidità arrivano anche delle celebrazioni forse un po’ tristi, celebrazioni che sanno di nostalgia e di rimpianto. Oggi la Festa di Tutti i Santi, anticamera alla giornata di domani dedicata ai nostri Defunti.

Certo, celebrazioni necessarie, che ci fanno ripensare a chi ci ha lasciato, al fatto che la nostra vita è a scadenza, non siamo immortali… La liturgia ci porta a riflettere, sia oggi che domani, sulla nostra fragilità, sul fatto che spesso non viviamo bene, perché facciamo una gran fatica a far diventare vita quotidiana le Beatitudini, accontentandoci molto spesso di una vita cristiana di mezza altezza, che si accontenta di “tirare avanti”.
I Santi sono gli uomini delle Beatitudini. Queste parole sono il cuore del Vangelo, il racconto di come passava nel mondo Gesù, e per questo sono il volto alto e puro di ogni uomo. Sono il desiderio prepotente di un altro modo di essere uomini, il sogno di un mondo fatto di pace, di sincerità, di giustizia, di cuori limpidi. Al cuore del Vangelo c’è per nove volte la parola beati, c’è un Dio che si prende cura della gioia dell’uomo, tracciandogli i sentieri. Come al solito, inattesi, controcorrente. E restiamo senza fiato, di fronte alla tenerezza e allo splendore di queste parole. 
Le Beatitudini riassumono la bella notizia, l’annuncio gioioso che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità. 
Quando vengono proclamate sanno ancora affascinarci, poi ci accorgiamo che per abitare questo mondo, ci siamo scelti il manifesto più difficile, incredibile, stravolgente e contromano che l’uomo possa pensare. 
La prima dice: “Beati i poveri in spirito”. E ci saremmo aspettati: perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi. No. Il progetto di Dio è più profondo e vasto. Beati voi poveri in spirito, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell’altra vita! Beati, perché c’è più Dio in voi, più libertà, più futuro.
Beati perché custodite la speranza di tutti. Gli uomini delle beatitudini, quelli che non andranno sui giornali, sono i segreti legislatori della storia.

La seconda è la beatitudine più paradossale: "Beati quelli che sono nel pianto". In piedi, in cammino, rialzatevi voi che mangiate un pane di lacrime, dice il Salmo. Dio è dalla parte di chi piange, ma non dalla parte del dolore! Un angelo misterioso annuncia a chiunque piange: il Signore è con te. Dio non ama il dolore, è con te nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio, per fasciare il cuore ferito, nella tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza. La parola chiave delle beatitudini è felicità. S. Agostino, che redige un’opera intera sulla vita beata, scrive: "Abbiamo parlato della felicità, e non conosco valore che maggiormente si possa ritenere dono di Dio. Dio non solo è amore, non solo misericordia, Dio è anche felicità. Felicità è uno dei nomi di Dio".

Il Signore ha un sogno su di noi, sulla nostra vita, un sogno che non ci ha ancora manifestato del tutto. Lo dice Giovanni: “Ciò che saremo non è stato ancora rivelato”. Come dire, Dio non ha finito con noi, non ha detto “ormai, sono fatti così…. che ci vuoi fare!” quello lo diciamo noi, non Lui. Noi ci rassegniamo, Lui invece continua a sognare. Sogna in grande, su di noi, sulle nostre vite, su quello che potremmo diventare se solo ci lasciamo prendere per mano da Lui.

Se solo imparassimo a comprendere i desideri di Dio su di noi, diventeremmo tutti come le aquile. Le aquile sono meravigliose, incantano sempre quando le vedi. Non a caso tutti o quasi gli stemmi dei vari re e imperatori hanno un aquila da qualche parte… Sono meravigliose perché nobili e maestose, imperiose e regali. Sfruttando le correnti di aria calda, che è più leggera, riescono a salire molto in alto, dominando il cielo con una maestosità che non si dimentica.
Dio ci vorrebbe così, a questo ci vuole condurre il testo meraviglioso delle Beatitudini che abbiamo appena ascoltato: capaci di superare le nubi con forza e serenità, capaci di salire sempre più in alto, capaci di andare “oltre”. Oltre le piccole miserie, oltre le cadute e le fragilità di ogni giorno. Questo è il sogno di Dio… Se non si vola, si fa una gran fatica ad alzare gli occhi verso il cielo, ci si accontenta di andare avanti alla meno peggio, trascinandoci senza grandi entusiasmi.

Il Santo, sia quello sui calendari, che quello noto solo a Dio, ha imparato a volare in alto. Ha preferito rischiare, vivere fino in fondo, non sopravvivere. Il Santo ha accolto il Sogno di Dio su di Lui, e lo ha fatto diventare sua vita, suo volo, e ha trascinato con sè qualche fratello, qualche sorella. Ogni Santo, ogni Santa ha sempre contagiato qualche altro, qualche altra, estendendo oltre sé stesso il suo sogno. Ogni Santo ha imparato a fidarsi del soffio dello Spirito, che eleva e porta lontano, che innalza e fa superare le piccole miserie di ogni giorno, le piccole fragilità.
Impariamo anche noi a fidarci un po’ più di Chi vuole insegnarci a volare, vuole insegnarci a frequentare il cielo, senza restare per tutta la vita con lo sguardo rivolto a terra. Che il Signore ci faccia diventare capaci di volare, capaci di salire in cielo, salire oltre le nuvole e oltre i temporali. Che il Signore ci faccia nascere nel cuore la nostalgia dell’Assoluto, la nostalgia della bellezza, per scacciare ogni malinconia, perché Lui ha ancora un sogno su di noi, perché Lui non si rassegna alla nostra rassegnazione.

La stessa cosa avviene per i funerali che io voglio solenni. Poiché non si tratta di sistemare un corpo, ma di raccogliere senza perdere nulla, come da un'urna che si è rotta, il patrimonio del quale l'uomo è il depositario. È difficile salvare tutto. L'eredità dei morti si raccoglie lentamente. Occorre piangerli a lungo, meditare sulla loro esistenza e celebrare l'anniversario della loro morte. Devi voltarti indietro molte volte per osservare che non si dimentichi nulla.

Forti allora questi giorni! Ci ricordano che i Santi e i nostri cari Defunti sono vicini a noi. Uno può dire: ''Ma se stanno in cielo… se sono lontani". Niente affatto! Perché il cielo non è un posto disperso tra le stelle e i pianeti: il cielo è Dio! Che sta dappertutto. Dovunque stiamo, dovunque ci spostiamo, c'è Dio, c'è il cielo, ci sono i Santi e i Defunti. Con loro non siamo mai soli e formiamo una squadra formidabile. Proprio quello che ci serve. Sapere che i Santi e i Defunti ci stanno vicini e ci dicono: "Dai, fatti coraggio, non avere paura, ti aiutiamo noi" ci dà una carica formidabile. Grazie Santi e Defunti! Grazie perché state sempre vicino a noi e ci aiutate a diventare come voi.

Quando invochiamo per nome i Santi e i nostri Defunti, sentiamo che loro ci sono davvero e che ad ogni invocazione, potrebbero rispondere: “Presente! Sono qui”.
Terminiamo allora le nostre parole ed apriamo il cuore alla preghiera e alle Litanie di tutti i Santi. Loro sono qui… insieme ai nostri cari che ci hanno preceduto con il segno della fede e ora dormono il sonno della pace: sono qui e sono vivi!

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