Preghiera e Liturgia

Pasqua 2023

2Pasqua2023Migliaia di campanili in tutto il mondo
annunciano che Cristo è Risorto.


Alleluia!
È questo il grido pasquale che risuona oggi.
«Cristo è davvero risorto!.
La destra del Signore si è alzata,
la destra del Signore ha fatto meraviglie…
questo è il giorno di Cristo Signore!
Cristo è davvero risorto!».
Risuonino oggi dal campanile
di ogni chiesa nel mondo
il suono delle campane di Pasqua.

Eravamo nel mese di marzo del 1999… quasi 25 anni fa
e sul giornale della Parrocchia di Bagnolo di Nogarole Rocca
appariva unarticolo con questo titolo:
«Campanile nuovo… campanari baby».


Le campane hanno sempre avuto grande importanza nella vita dei cristiani. Dall’alto dei campanili delle chiese suonano tutti i giorni per annunciare la celebrazione della Santa Messa o per le altre funzioni religiose: la benedizione eucaristica, i battesimi, i matrimoni, i funerali. Tacciono soltanto il Venerdì e il Sabato Santo, nei giorni in cui si rivive la morte di Gesù. In questi giorni le campane vengono «legate» e non solo in senso metaforico. Le campane si legano con una corda e non possano più suonare, neanche qualora fosse il vento impetuoso a farle oscillare. Dal canto del Gloria della Messa in Cena Domini del Giovedì Santo le campane vengono legate tra loro. E vengono sciolte al canto del Gloria della Veglia Pasquale del Sabato Santo. Anche oggi si usa dire che a Pasqua «si sciolgono le campane» per indicare che le campane tornano a suonare, gioiosamente, per ricordare la risurrezione di Gesù.

«È una bella cosa ascoltare il suono delle campane che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. E poi ciascuno di noi porta in sè una campana molto sensibile: questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona, suona e mi auguro che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie; melodie di ringraziamento e di lode al Signore e che superi sempre le melodie cattive di odio, di violenza e di tutto ciò che produce il male nel mondo». Giovanni Paolo II ha pronunciato queste parole in una parrocchia di Roma. Paragona il cuore a una campana, che scandisce gli eventi lieti e tristi della vita. Le campane cristiane - afferma il Papa – introducono a diversi significati densi di valore e di spiritualità. Fino a pochi anni fa le campane erano il «telegiornale» di ogni comunità: esse suonavano all’arrivo del dottore, all’inizio delle lezioni scolastiche, per la chiamata dai campi, per la semina del grano, soprattutto quando moriva una persona oppure all’arrivo di una nuova vita. In ogni campanile si provvide all’istallazione di un orologio che scandisse i tocchi del tempo che passa. Ora i tempi sono di gran lunga cambiati e di certo la vita e le notizie si fanno conoscere in modi diversi… tuttavia la vocazione delle campane non è cambiata.

Il suono delle campane in rapporto alla Fede.
«Laudo Deum Vero, daemoni Exorcizzo» - Lodo il vero Dio, esorcizzo il demonio: così si scriveva e si scrive ancora sopra le campane. Esse continuano a scandire il tempo, a suonare e a chiamare, a segnalare la presenza di Dio che è in mezzo a noi e la sconfitta del maligno. Tutto ciò non in relazione alla vita degli uomini, ma alla vita divina in cui la Chiesa è chiamata ad inserirsi. Quello scandire di rintocchi da parte di migliaia di campanili in tutto il mondo, è come una liturgia celeste che non può identificarsi nel segnare semplicemente le ore, ma nel colmare il tempo del sacro e consacrarlo a Cristo pienezza e Signore del tempo. Ecco perché, ad esempio, ha un suo valore far suonare l’orologio… anche di notte! Da qui si può capire anche il perché le campane tacciono il Venerdì Santo: potrebbero semplicemente suonare a morto, ma siccome Cristo non è più, lo sposo ci è stato tolto, anche il tempo si è svuotato del suo valore, poiché strettamente legato a Dio e con il rintocco di questi strumenti eletti il tempo che si identifica con il «Dio della storia» diviene «storia di Dio».
 
Il suono delle campane in rapporto alla vita Ecclesiale.
«Plebem voco, convoco clero» - Chiamo il popolo, chiamo il clero… continuano le iscrizioni che narrano cosa fa una campana e che sovente i fonditori incidevano sopra di essa. Annuncia alla Chiesa la sua missione profetica, sacerdotale e regale. E la Chiesa, con il suono dei bronzi sacri, ubbidisce, in un certo senso, al comando di Gesù: «Quello che avete udito all’orecchio, gridatelo dai tetti!» Mt 10,27. È per i suoi figli segno di festa e di unità, introduce alla celebrazione liturgica e il popolo di Dio, che da ogni singola casa si dirige verso la casa del suo Signore, è accompagnato da questa voce che lo introduce alla liturgia, lo accompagna, lo sprona, lo conferma.
Davvero le campane cantano la gloria di Dio da parte di tutte le creature: «unum in viversis» - Uno nel vivere. E sono uno strumento significativo per tutti. Basti pensare a come le campane hanno resistito agli scismi e ai mutamenti della società, e come siano elemento comune di quasi tutte le confessioni cristiane. Se usciamo al di fuori del nostro ambito ecclesiale, avremo ancora a che fare con tantissime altre tradizioni e culture inerenti alle campane, sorprendenti e più vive che mai: prima fra tutte quella conservata nella Chiesa Ortodossa, che vede i suoi monasteri, ospitare torri campanarie dalla mole imponente e campane elevate per numero e per grandezza, sempre suonate manualmente. Così anche nelle confessioni provenienti dalla riforma: come mai anche in questa religione continuano a sussistere questi segni così forti e legati al passato?
Vi è anche un rito per inaugurare delle nuove campane. Questo non darà solo il via ai loro rintocchi, ma conferirà loro un mandato, un ministero. Nel rito antico, come in quello di oggi, le campane si ungono con l’olio crismale, proprio per significare che sono insignite, scelte, elette, da Dio per rappresentarlo nel richiamare e nel segnalare; si aspergono con l’acqua benedetta perché sono annoverate tra le cose sacre della Chiesa; vengono incensate perché sono degne di rispetto e quasi di venerazione in quanto rappresentano il popolo, la Chiesa... di rimando sono consacrate, incensate e benedette, perché strumenti scelti dalla comunità a rappresentarla davanti a Dio nell’elevare la sua voce fino al cielo.

Il suono delle campane nel rapporto con il mondo.
Sembrerà strano, ma la campana, strumento di testimonianza di fede, può rientrare in un contesto di dialogo con chi al sacro non è abituato. Non è escluso che una persona, sentendo il suono che si diffonde da una Chiesa possa essere spinto anche solo a un pensiero, o entrare per curiosità e forse iniziare la sua conversione. Non possiamo non pensare che il suono delle campane sia un approccio diverso per ogni diverso ascoltatore; al cristiano susciterà compiacenza: «Come sono belle le nostre campane». Al Santo farà sgorgare la lode del cuore: Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, di Firenze, suonando la campana del suo convento ripeteva sovente: «Venite ad amare l’amore che tanto vi ama». San Vincenzo Pallotti, romano, esortava: «Quando sentite il suono di una campana dite: “Quante anime che vengono ora ad adorarti, o Signore” e cercate di far molto di più di queste anime». Al credente diranno: «Continua così»; al peccatore: «Ravvediti»; al distratto e all’indifferente anche diranno molte cose, ma saranno loro che forse non le percepiranno. La campana ha un messaggio per tutti. Pensiamo quanto anche con il potente suono dei bronzi sacri, si possa entrare nel cuore della gente.

I cambiamenti dei tempi non portano più a riflettere su questi significati semplici e naturali, ma non per questo bisogna credere che essi non siano ancora veri! Prima il tocco di una campana poteva sconvolgere l’intera città, mentre ora molto meno, ma esse non hanno mai smesso di suonare e di comunicare i valori di sempre… sono gli uomini che non hanno più ubbidito alla loro voce. Quindi non si deve non suonare più un Angelus di mezzogiorno… perché nessuno fa più il segno della croce! Quel suono, quindi, continuerà come è sempre continuato per tutti i secoli cristiani... casomai occorrerà spiegare nuovamente ai nostri fedeli il suo significato, riabituandoli al linguaggio del suono delle campane.

Vorrei terminare questa mia riflessione sul significato delle campane di Pasqua con un breve testimonianza di vita di alcuni ragazzi qualche anno fa.

Eravamo nel mese di marzo del 1999… quasi 25 anni fa e sul giornale della Parrocchia di Bagnolo di Nogarole Rocca appariva questo articolo:
«Campanile nuovo… campanari baby». 

Nel nostro paese la tradizione campanaria è ancora molto radicata. Qualche anno fa la nostra comunità ha contribuito a far ristrutturare il campanile della chiesa, quel campanile che sostiene sei campane. Queste, oltre a scandire il passare delle ore, erano suonate da un Gruppo di Campanari e suonavano nelle feste più importanti, nei momenti di gioia come i Battesimi e i Matrimoni e in quelli tristi, come l’annuncio per la scomparsa di una persona della comunità. Da un po’ di tempo, per una idea del nostro Parroco don Silvano, le campane suonano anche per annunciare la nascita di una nuova vita, alle ore dodici della Domenica. In questa idea don Silvano ha coinvolto un gruppetto di ragazzi: prima suonavano le campane solo a distesa, poi, piano piano, hanno imparato a suonare bene anche a concerto. Con impegno costante si trovano a provare ogni settimana e hanno iniziato a suonare in qualche festa solenne. L’età di questi ragazzi va dagli 11 ai 14 anni, ma stanno vivendo questa nuova esperienza con molto entusiasmo e serietà: sono i nostri Campanari Baby.          Alfredo, un papà.

Mi piace suonare le campane perché invoco, con uno strumento, Dio Padre.     Giona.

Io vado a suonare le campane perché mi piace incontrarmi con i miei amici e poi per testimoniare la Parola di Dio.     Leonardo.

Io suono le campane per far giungere la voce del Signore a tutto il paese.     Isacco.

Io ho cominciato a suonare le campane quasi per gioco, poi ho deciso, insieme ai miei amici, che volevo imparare a suonare “sul serio”, mi sono impegnato e ci sono riuscito. Per me le campane annunciano non solo la Messa, come pensano alcune persone che conosco, ma portano la voce di Dio nel cuore della Comunità.     Andy.

Noi ragazzi, grazie alla forza dataci dallo Spirito Santo, siamo riusciti ad imparare a suonare le campane, per trasmettere a tutto il paese che Dio ci è vicino e ci invita a far festa. Alessandro.

Io ho imparato a suonare le campane per caso. Di solito suonavo solo la domenica quando si festeggia, la nascita di qualche “creatura”; poi ho chiesto al Don di insegnarmi a suonare bene, e così ho imparato. Per me significa testimoniare Gesù, perché è un servizio che si offre alla Comunità.     Stefano.

Ho sentito che i miei amici si divertivano a suonare le campane e ho deciso di imparare anch’io perché, oltre a divertirmi, dono la mia testimonianza a tutta la Comunità.   Marco.

E allora, fratelli e sorelle, «Cristo è davvero risorto!».
Gesù è risorto, è vivo. Il suono delle campane di Pasqua lo annunci ad ogni persona di buona volontà. Questo squillo annunci la Santa Eucaristia e i momenti belli e meno belli della nostra vita di ogni giorno… perché il Signore Gesù è vivo anche oggi in mezzo a noi e nel nostro cuore.

Auguro a tutti voi una Buona Pasqua, vi auguro con tutto il mio cuore di rinascere… anche con il suono delle campane.
Buona rinascita in Cristo, buona vita ad ognuno di voi con l’augurio di trovare l’entusiasmo di affrontare ogni nuovo giorno con serenità e di viverlo con la certezza che Gesù è vivo in mezzo a noi!

Sia lodato Gesù Cristo.

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