Sacratissimo Cuore di Gesù 2021
«Sacro Cuore di Gesù confido in te!».
«Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!».
Nel secolo XVII Gesù apparve a Santa Margherita Maria Alacoque, una religiosa francese, mostrandole il suo Cuore circondato dalle fiamme. Questa Solennità fu voluta dai Sommi Pontefici ed ha trovato un grandissimo favore in mezzo al popolo cristiano. Lo scopo di questo giorno è quello di ricordare agli uomini, sotto l’eloquente simbolo del cuore, il messaggio fondamentale del Vangelo: Dio è amore. Nel Cuore di Cristo troviamo la rivelazione di Dio e l'invito di vivere in questo Amore e per questo Amore. Accogliamo questo messaggio e sforziamoci di mettere il nostro cuore all’unisono con il Cuore di Gesù.
San Paolo afferma che noi cristiani dobbiamo essere in grado di saper dare ragione della speranza che è in noi. Da sempre, fin da piccoli abbiamo saputo che la devozione al Sacro Cuore di Gesù è una devozione forte, importante e soprattutto è una devozione principalmente ed essenzialmente Cattolica. Come non ricordare la frase che di solito accompagnava la maggior parte delle immaginette: «Ecco quel cuore che tanto amò gli uomini». Una devozione decorata dalle Litanie del Sacro Cuore, decorata da una festa liturgica di cui vedremo oggi lo sviluppo, decorata anche dal dono dell’indulgenza plenaria, decorata financo da un atto di riparazione voluto, scritto e dettato da sua Santità Pio XII. Questi gesti e queste parole non sono intenzioni degli uomini nel corso della storia della Chiesa, ma è l’azione dello Spirito Santo che fa maturare nel corso dei secoli e dei millenni i vari aspetti dell’insondabile mistero del Cristo. Come non ricordare le note giaculatorie:
«Sacro Cuore di Gesù confido in te!».
«Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!».
«O Gesù d’amore acceso non t’avessi mai offeso!».
Sin dalla nostra giovinezza le abbiamo le abbiamo sentite e ripetute. Queste sono alcune delle devote giaculatorie che nei secoli sono state e sono pronunciate dai Cattolici in onore del Sacro Cuore di Gesù, che nella loro semplice poesia, esprimono la riconoscenza per l’amore infinito di Gesù dato all’umanità e nello stesso tempo la volontà di ricambiare, delle tante anime infiammate e innamorate di Cristo. Al Sacro Cuore di Gesù la Chiesa rende un culto di «latria», cioè il culto riservato solo a Dio, intendendo così onorare il Cuore di Gesù Cristo, uno degli organi simboleggianti la sua umanità, che per l’intima unione con la Divinità ha diritto all’adorazione e l’amore del Salvatore per gli uomini di cui è simbolo il suo Cuore.
Ecco quel Cuore che tanto muove questa devozione, già praticata nell’antichità Cristiana e nel Medioevo, si diffuse splendidamente nel XVII secolo ad opera di San Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia probabilmente nell’anno 1685.
Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20 giugno del 1671 nel convento delle Visitandine di Paray le Monial. Visse con grande semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e morì, ad appena 43 anni, il 17 ottobre 1690. Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di quelle grandi vite del secolo XVII. Infatti nel semplice ambiente del chiostro della Visitazione si svolsero le principali tappe dell’ascesa spirituale di Suor Margherita, diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca moderna. Ella, già prima di entrare in convento, era dotata di doni mistici, che si accentuarono con la sua nuova condizione di religiosa. Ebbe numerose manifestazioni mistiche, ma nel 1673 cominciano le grandi visioni che resero famoso il suo nome nella Chiesa Cattolica. Esse furono quattro principali rivelazioni, oltre numerose altre di minore importanza.
La prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, nella Festa di San Giovanni Evangelista: Gesù apparve e Margherita si sentì «tutta investita della Divina Presenza». Gesù la invitò a prendere il posto che San Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena e le disse: «Il mio divin Cuore è così appassionato di amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me».
Una seconda visione le apparve agli inizi del 1674, forse un venerdì. Il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme, più raggiante del sole e trasparente come un cristallo, circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce, perché dal primo istante che era stato formato, era già pieno di ogni amarezza.
Sempre nel 1674 abbiamo la terza visione, anche questa volta un venerdì, probabilmente il venerdì dell’ottava della festa del Corpus Domini. Gesù si presentò alla Santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue cinque piaghe, brillanti come soli, e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo mirabile petto, che rassomigliava ad una fornace ed essendosi aperto, ella scopri l’amabile e amante Cuore, la vera sorgente di quelle fiamme. Ecco perché nelle Litanie troviamo: «Fornax ardentes caritatis» fornace ardente di carità. Poi Gesù, lamentando l’ingratitudine degli uomini e la noncuranza rispetto i suoi sforzi per far loro del bene, le chiese di supplire a questo. Gesù la sollecitò a fare la Comunione al primo venerdì di ogni mese e di prosternarsi con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte nella notte tra il giovedì e il venerdì. Vennero così indicate le due principali devozioni: la Santa Comunione del primo venerdì di ogni mese e l’Ora Santa di adorazione.
La quarta rivelazione, la più meravigliosa e decisiva, ebbe luogo il 16 giugno del 1675 sempre durante l’ottava del Corpus Domini. Nostro Signore le disse che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi, aggiungendo: «Ciò che mi è ancora più sensibile è che sono i cuori a me consacrati che fanno questo». Gesù chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini fosse dedicato a una festa particolare per onorare il suo Cuore e con Sante Comunioni per riparare alle offese da Lui ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa devozione, il padre spirituale di Suor Margherita, il gesuita San Claude de la Colombière 1641-1682, Superiore della vicina casa dei Gesuiti di Paray le Monial. Maria Alacoque proclamata Santa il 13 maggio 1920 da Papa Benedetto XV ubbidì all’appello divino compiuto attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione che doveva trasportare all’adorazione dei fedeli al Cuore divino, fonte e focolaio di tutti i sentimenti che Dio ci ha testimoniati e di tutti i favori che ci ha concessi.
Le prime due cerimonie in onore del Sacro Cuore, presente la santa mistica, si ebbero nell’ambito del Noviziato di quella casa il 20 luglio 1685 e il 21 giugno 1686 a cui partecipò tutta la Comunità delle Monache Visitandine. A partire da quella data il movimento non si sarebbe più fermato, nonostante tutte le avversità che si presentarono specialmente nel secolo XVIII circa l’oggetto di questo culto. Nel 1765 la Sacra Congregazione dei Riti affermò essere il cuore di carne simbolo dell’amore. Allora gli eretici giansenisti intesero ciò come un atto di idolatria, ritenendo essere possibile un culto solo al cuore non reale, ma metaforico. Papa Pio XI, nella bolla «Auctorem fidei» confermava l’espressione della Congregazione, notando che si adora il cuore «inseparabilmente unito alla persona del Verbo».
Il 6 febbraio 1765 Papa Clemente XIII accordò alla Polonia e all’Arciconfraternita romana del Sacro Cuore, la festa del Sacro Cuore di Gesù. Nel pensiero del Papa questa nuova festa liturgica doveva diffondere nella Chiesa i passi principali del messaggio di Santa Margherita, la quale era stata lo strumento privilegiato della diffusione di un culto che era sempre esistito nella Chiesa sotto diverse forme, ma dandogli tuttavia un nuovo orientamento. Questa è una regola di cattolicità: quello che da sempre è creduto, a un certo punto viene reso ufficiale e universale. La regola dice infatti: una dottrina che sia stata da sempre, da tutti e dovunque creduta, diventa dogma di fede. È lo sviluppo della Chiesa che riflette su se stessa e accoglie quello che da sempre, da tutti e dovunque è creduto. L’ultima volta che il Santo Padre si è espresso «ex cattedra» è stato il 1 novembre 1950 quando Pio XII ha definito il dogma della Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria. Ma quella verità di fede era già creduta da tempo dal popolo cristiano.
Con Santa Margherita Maria Alacoque non sarebbe più stata solamente una amorosa contemplazione e una adorazione di di quel «Cuore che ha tanto amato», ma quella festa sarebbe diventata anche una riparazione per le offese e l’ingratitudini ricevute, tramite il perfezionamento dell’esistenza dei Cristiani. Ormai purtroppo non si pensa più a riparare ai peccati personali e quelli pubblici. Non si pensa più che queste azioni siano ed arrivino come delle lance, come quella lancia del soldato Longino che trapassò il Cristo in croce. Diceva la Santa che «l’amore rende le anime conformi», cioè il Signore vuole ispirare nelle anime un amore che, rispondendo al Suo, li assimili interiormente al divino modello.
Le visioni e messaggi ricevuti da Santa Margherita Maria Alacoque furono e resteranno per sempre un picco spirituale, dove viene ricordato al mondo l’amore appassionato di Gesù per gli uomini e dove fu chiesta a loro una risposta di amore, di fronte a quel Cuore che si è consumato per essi. Ricambiare l’amore divino, riparare l’amore divino, come sentiremo nella supplica che chiuderà questa celebrazione.
La devozione al Sacro Cuore trionfò nel XIX secolo e il convento di Paray le Monial divenne meta di continui pellegrinaggi. Nel 1856, con Papa Pio IX, la Festa del Sacro Cuore divenne universale per tutta la Chiesa Cattolica. Sull’onda della devozione che ormai coinvolgeva tutto il mondo cattolico, sorsero cappelle, oratori, chiese, basiliche e santuari dedicati al Sacro Cuore di Gesù. Ricordiamone uno per tutti: il Santuario del Sacro Cuore di Montmartre a Parigi, iniziato nel 1876 e terminato di costruire dopo 40 anni; tutte le categorie sociali e militari della Francia contribuirono all’imponente spesa. Proliferano quadri e stampe raffiguranti il Sacro Cuore fiammeggiante, quasi sempre posto sul petto di Gesù che lo indica agli uomini. Si organizzò la pia pratica del 1° venerdì del mese; si composero le meravigliose Litanie del Sacro Cuore, si dedicò il mese di giugno al suo Cuore, come il mese di luglio dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù e il mese di maggio dedicato alla Madonna.
Affinché il culto al cuore di Gesù, iniziato nella vita mistica delle anime, esca e penetri nella vita sociale dei popoli, iniziò su esortazione di Papa Pio IX nel 1876 tutto un movimento di «Atti di consacrazione al Cuore di Gesù» a partire dalla famiglia e dalla Consacrazione di intere Nazioni ad opera delle stesse Conferenze Episcopali ma anche di illuminati e devoti governanti. Cito per tutti il Presidente dell’Ecuador, Gabriel Garcia Moreno. Fu tanto il fervore che per tutto l’Ottocento e i primi decenni del Novecento fu dedicato al culto del Sacro Cuore, che di riflesso sorsero numerose congregazioni religiose, sia maschili che femminili: Tra le principali ricordiamo la «Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore», i Dehoniani oppure i «Figli del Sacro Cuore di Gesù» o Missioni Africane di Verona fondate dal nostro San Daniele Comboni. Qui in questo Cimitero riposano i resti di tanti valorosi missionari che hanno dato la vita nelle Afriche, nelle Americhe, nei luoghi più impervi del mondo, per portare Gesù Cristo.
Attualmente la Festa del Sacro Cuore di Gesù viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini e il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria, quale segno di comune devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, inscindibili per il grande amore donato all’umanità. Purtroppo dobbiamo dire che queste Feste sono poco sentite e queste belle devozioni tipicamente cattoliche si stanno spegnendo, magari soppiantate da altre strane devozioni importate purtroppo molto spesso dal mondo protestante. In un papiro egiziano di circa 4000 anni fa troviamo l’espressione della comune nostalgia d’amore: «Cerco un cuore su cui appoggiare la mia testa e non lo trovo. Non ci sono più amici». Lo sconosciuto poeta egiziano era dolente per ciò, ma noi oggi siamo più fortunati perché abbiamo questo cuore e questo amico, al pari di San Giovanni Evangelista che poggiò fisicamente il suo capo sul petto e sul cuore di Gesù, in quella mirabile sera dell’Ultima Cena. Possiamo avere piena fiducia in un simile amico. Egli, vivendo in perfetta intimità col Padre, sa e può rivelarci tutto ciò che serve per il nostro bene.
Vale anche ai giorni nostri, e questa è una cosa che possiamo fare, l’obbligo di propagare la devozione al Cuore di Gesù. Innanzitutto adempiendo a una delle 9 Promesse del Sacro Cuore: «In qualunque casa la mia immagine sarà esposta e venerata, io stenderò la mia benedizione». Portiamo, distribuiamo, regaliamo le immagini del Sacro Cuore di Gesù ed egli certamente non farà mancare la sua benedizione, il suo fuoco, la sua carità sulle nostre famiglie. Portiamo avanti queste devozioni decisamente cattoliche, in questo mese che è iniziato con la grande Solennità del Corpus Domini e che terminerà con la grande Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Questi momenti ci aiutino ad aumentare la nostra fede e a saper dare ragione della speranza che è in noi.
Sia lodato Gesù Cristo.
Colloquio Spirituale.
«O Gesù, per divina disposizione fu permesso che uno dei soldati ti aprisse e squarciasse il costato. Col Sangue e con l’acqua che ne sgorgarono, veniva ad effondersi il prezzo della nostra salute che, versandosi dal fonte arcano del tuo Cuore, desse forza ai Sacramenti di conferire la vita della grazia e fosse, per quelli che vivono in Te, la coppa che attinge al fonte vivo che sale in vita eterna. Sorgi dunque, o anima mia, non cessare di vegliare, accosta qui la tua bocca, per attingere le acque, per abbeverarti alla fonte del Salvatore.
«O Gesù, ora che mi sono introdotto nel tuo dolcissimo Cuore - ed è gran bene lo starmene qui - non voglio facilmente lasciarmi distaccare da Te. O quanto è buono e dolce abitare nel tuo Cuore! Il Cuore tuo, o Gesù buono, è il ricco tesoro, è la perla preziosa che ho scoperto del tuo Corpo trafitto, come nel campo scavato. Chi getterà via questa perla? Ma piuttosto io butterò via tutte le perle del mondo, darò in cambio tutti i miei pensieri e tutti i miei affetti e me la comprerò; getterò ogni mia preoccupazione nel tuo Cuore, o Gesù buono, e certamente esso mi sazierà.
Ed io l’ho trovato il tuo Cuore, o Signore, il tuo Cuore, o Gesù benignissimo: Cuore di re, Cuore di fratello, Cuore di amico. Nascosto nel tuo Cuore, non pregherò io? Pregherò, si. Di già il tuo Cuore, lo dico francamente, è anche cuore mio, Se Tu, o Gesù, sei il Capo mio, come dunque quello che è tuo non dovrà dirsi mio? Non è forse vero che gli occhi della mia testa sono miei? E dunque il Cuore del mio Capo spirituale, è cuore mio. Che gioia per me! Ecco: Tu ed io abbiamo un solo cuore. Frattanto, avendo ritrovato, o Gesù dolcissimo, questo Cuore divino che è tuo ed è mio, pregherò te, Dio mio: accogli nel sacrario delle tue udienze le mie orazioni, anzi attirami tutto nel tuo Cuore»
(S. Bonaventura).