5 Domenica di Quaresima 2021
Sanremo 2021: vilipendio e dissacrazione.
Le reazioni ecclesiali e sociali.
Intrappolato in un cumulo di macerie, Geremia guarda lontano e descrive un orizzonte tinto di speranza, intravede che per noi ci sarà un' Alleanza Nuova. Non ci sarà più bisogno di scrutare testi e norme, perchè Dio stesso scriverà la via della giustizia nel cuore di ciascuno e ci renderà capaci di realizzare il suo progetto. Questa nuova Alleanza è stabilita in Gesù, che Lui ha reso possibile nel suo Sangue versato e nel suo Corpo spezzato... è una Alleanza che nessuno potrà mai infrangere, perchè Gesù ce l'ha acquistata a caro prezzo.
Oggi celebriamo la Santa Messa di Riparazione, perché al Festival di Sanremo, nei giorni scorsi, sono stati derisi e dissacrati i simboli della nostra Religione Cattolica. Preghiamo Dio Padre Onnipotente che ascolti la nostra supplica e che perdoni il male commesso.
«O augustissima Trinità, Padre, Figliuolo e Spirito Santo... distogli, te le preghiamo, i tuoi occhi e storna il tuo udito divino da quegli sventurati che, trasportati da impulso diabolico, iniquamente bestemmiano il tuo Nome e quello della purissima Vergine Maria e dei Santi. Trattieni, o Signore, il braccio della tua giustizia, che potrebbe risurre al nulla coloro che osano farsi rei di tanta empietà».
Terminiamo oggi la nostra riflessione sulla blasfemia e sulla dissacrazione dei simboli della Religione Cattolica avvenuta durante le serate del Festival di Sanremo 2021. Iniziamo con il comunicato del Comandante dell’Accademia di Modena, Generale Rodolfo Sganga, in merito al vilipendio della Bandiera Italiana, il nostro Tricolore.
Cos’è il Tricolore?
Il Tricolore è una cosa seria. È il simbolo della nostra Patria che è la Terra dei Padri. E la Patria non è un concetto astratto, anzi! Rappresenta la nostra storia, le nostre tradizioni, i nostri Valori, la nostra cultura, la nostra lingua, le nostre famiglie. La nostra Patria siamo noi. Quel Tricolore siamo noi.
Il Tricolore è la bussola etica che ci indica costantemente la direzione corretta da seguire nella vita. E noi Soldati in uniforme, gli rendiamo omaggio in maniera solenne ogni mattina.
Per difendere quel Tricolore sono morti Soldati a centinaia di migliaia e altrettanti Italiani sarebbero pronti a farlo se dovessimo difenderlo ancora. Ecco cos’è il Tricolore.
Ricordatevelo ogni volta che vedrete qualche «fenomeno del momento» che gli manca di rispetto. Perché purtroppo ne troverete molti nel corso degli anni. Quello sarà il momento di porre a lui la seconda domanda: «Ma tu chi sei?».
Il Tricolore è sopravvissuto fino ad oggi a combattenti, avversari, eventi e vicissitudini che hanno tentato di strapparcelo. Sopravviverà anche a questo signore vestito di piume...
Comunicato di Sua Ecc.za +Antonio Suetta,
Vescovo di Ventimiglia – San Remo.
A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto.
Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai Santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima. Un motto originariamente pagano al dio Giove, poi recepito nella tradizione cristiana, ricorda opportunamente che «Quos Deus perdere vult, dementat prius» - la rovina di una persona è dovuta in primis alla sua follia o sconsideratezza, e che questa può rappresentare un castigo divino. Quanto al premio «Città di Sanremo» attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente «non in mio nome».
+ AntonioSuetta
Vescovo di Ventimiglia – San Remo.
Intervista a Sua Ecc.za + Mons. Antonio Suetta.
«Non potevo tacere». Il suo comunicato non lascia spazio a fraintendimenti. Le interpretazioni di Achille Lauro al 71^ Festival della canzone italiana hanno costretto il Vescovo di Sanremo a prendere una netta posizione contro le blasfemie proposti dal cantante romano durante i cinque giorni della manifestazione. Prima l’esibizione con il Sacro Cuore di Gesù e le lacrime di sangue dal volto (chiaro riferimento alla Madonna di Civitavecchia), poi, in coppia con Fiorello, una corona di spine, infine Lauro è comparso sulla scena con il costato insanguinato. Ad Antonio Suetta, Vescovo di Sanremo è parso troppo. E ha reagito «per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità». In una intervista mostra come un Vescovo abbia il dovere di alzare la testa di fronte ad attacchi alla fede spacciati per arte.
«Non parlare mi avrebbe fatto sentire complice di questo scempio. I quadri di Achille Lauro sono un’immagine distorta e banale, che offende non solo per l’attaccamento della gente alla fede, ma anche un insulto all’intelligenza. Questa non è arte, la vera arte non umilia e non calpesta l’intelligenza. È stato permesso un sacrilegio dei simboli come il Sacro Cuore, la corona di spine, il costato di Gesù. Achille Lauro evidentemente, non avendo niente buono da mostrare, pensa di attirare l’attenzione offendendo e dissacrando. Anche Fiorello è stato complice. E questo mi dispiace parecchio».
Il Vescovo ha anche preso le distanze dal Premio Città di Sanremo dicendo che non è in suo nome. «La caduta di stile di Fiorello è motivo di grande dispiacere. Gli riconosco una molteplicità di doni, di talenti. Se lo incontrassi gli direi: “Ma chi te l’ha fatto fare di andarti a impantanare in queste banalità e offese?”». È sempre più facile dissacrare la fede cattolica. Ci sono tante persone che hanno guardato il Festival e si sono sentite offese e umiliate o forse non l’hanno neanche guardato, visto il calo di ascolti e visto il fatto che in questo periodo di sofferenza per il Paese la gente non ha voglia di evadere e poi trovarsi offesa nei sentimenti più intimi come sono quelli religiosi. In tanti in ospedale si affidano a quei simboli di misericordia che sono stati calpestati, traggono consolazione e forza da essi. E come se non bastasse devono sorbirsi tutto questo con i loro soldi, perché non dimentichiamoci che siamo noi contribuenti a finanziare buona parte di Sanremo.
Il Festival ha una tradizione gloriosa quando al centro di questo avvenimento c’era davvero la canzone popolare italiana, ma da molti anni si seguono le mode ideologiche del momento e per molti il Festival ha smesso di piacere. Non è un caso che quest’anno ci sia stato un calo di ascolti, quando entra in campo l’ideologia, il popolo non ti segue. Per noi sanremesi il Festival è un evento: la città è invasa da personaggi famosi, ma a volte, come è accaduto in questi giorni, è umiliata e come cittadino di Sanremo ci soffro. Anche la direzione artistica della Rai non ha vigilato e i cittadini, molti dei quali sono credenti e cattolici, oggi si sono sentiti offesi.
In secondo luogo, il servizio pubblico ha abdicato da tempo alla sua funzione di essere anche educativo, di dare consistenza a una comunità che si raccoglie dietro alla propria storia e alle proprie tradizioni. Non c’è solo l’aspetto della blasfemia di Achille Lauro, nel corso delle puntate sono stati innumerevoli i riferimenti al gender e alla confusione uomo /donna… Spesso io stesso ho utilizzato testi di canzoni per stimolare i ragazzi a riflessioni profonde sul senso della vita, in questo senso Sanremo è stato di stimolo anche per me come pastore. Ma niente a che vedere con lo spettacolo indecente visto in questi giorni.
Comunicato dell’Associazione Internazionale Esorcisti
su alcune esibizioni al Festival della Canzone Italiana di Sanremo 2021.
Ci uniamo a quanto comunicato dal Vescovo di Ventimiglia Sanremo Mons. Antonio Suetta su quanto avvenuto nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana. Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile. Esibizioni che hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo. Una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremo del godimento, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un finto sentimento religioso, si mischia il demoniaco. Basta leggere il testo del monologo andato in onda in una di queste serate:
«Sono il rock and roll, trasgressione che entra nelle case di mezza America. Esplicito invito a lasciarsi andare. Una vecchia chiesa indignata per il credo dell’irriverenza. Nuovo tempio notturno del giovane e del proibito, demonio, divinità, juke box tappezzato di chiodi, ognuno in rituale con gli altri in un solo corpo danzante. Carne che chiede carne, uragano nei desideri sessuali. Scossa nel perbenismo familiare, promessa di piacere. Il sacro vincolo del godimento. Godere è un obbligo. Dio benedica chi gode». Il tutto con travestimenti dissacranti, scimmiottando contenuti tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo. Una modalità che non fa mistero del suo obbiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla.
Cosa nasconde tutto ciò? Sicuramente niente che possa essere definito culturale e ancor meno educativo per le giovani generazioni, e non solo, sempre più vittime di messaggi mediatici inneggianti a pseudo-valori di libertà e diritti. Una modalità meschina, cinica, e crudele di strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in denaro. Il tutto attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse dei cittadini e tra questi non pochi credenti. Come cristiani non possiamo restare semplicemente senza parole, ma abbiamo il dovere di far sentire pubblicamente la nostra disapprovazione, e il nostro sdegno. Non è libertà di opinione, quella che ferisce la coscienza altrui, fatta con meditata consapevolezza ed efferata determinazione.
Dio ci salvi da Sanremo e pure da Fiorello.
Testimonianza di un cristiano.
Per un cristiano, ma anche per una donna o un uomo di cultura, vedere Fiorello vestito di nero, con una corona di spine in testa che fa la scimmia di Cristo, in un contesto blasfemo, in una serata che, fino a pochi anni fa, era dedicata alle famiglie, è un’esperienza che sconvolge e addolora. Fiorello, perché scimmiottare la passione di Cristo con intenzioni dissacranti e blasfeme? Perché rappresentare la crudeltà dei soldati romani che intesero sbeffeggiare e umiliare Gesù e rinnovarla oggi, sul palco dell’Ariston? Se non credi che Cristo sia Dio, come invece ne sono convinto io, perché non hai avuto almeno rispetto per la sua umanità? Non era per te Gesù di Nazareth un uomo buono? Non merita la sua sofferenza, la sua lacerante umiliazione il tuo rispetto? Non parlo di fede, non parlo neppure di buon gusto, ma di pietà e rispetto. Gesù era un ragazzo di soli 33 anni che fu prima torturato e poi ucciso in croce, ed era una vittima innocente, perché, Fiorello, sbeffeggiare le vittime? Dobbiamo rifiutare il male, e siamo chiamati a riparare.
Testimonianza di una signora della Liguria.
Nell’originale festival della canzone italiana non c’è più nulla. Ma penso che oggi, alla fine dell’ennesima presa in giro italiana qualcosa forse si deve pur dire. Sanremo doveva essere una ventata di leggerezza per l’Italia, ma il Festival ha portato solo tanta stupidità. Potevano forse mancare le prese in giro al Cristianesimo? Ovviamente no. E difatti anche quest’anno abbiamo visto diventare oggetto di scherno e di blasfemia ciò che noi cristiani abbiamo di più caro. Come diceva il detto? «Scherza con i fanti e lascia stare i Santi» e stavolta i tanti pseudo cantanti/presentatori hanno davvero esagerato. Dobbiamo forse rimanere ancora in silenzio di fronte a tutto questo? Come cristiana, ma ancora prima come italiana e anche ligure, io mi dissocio completamente da quello che sta accadendo a pochi chilometri da casa mia. Una vergogna per tutto il nostro Paese. Non solo. Noi liguri ci siamo pure dovuti sopportare un’altra blasfema pubblicità girata in una delle belle chiese del centro di Genova. Uno sketch divertente? No. Una altra offesa e ancora non rispetto. L’anno scorso pensavamo di aver toccato il fondo… ma non era così! È il tempo di pensare seriamente e smetterla di abbassare la testa di fronte a ciò che offende Dio e la nostra Patria. È importante inoltre riparare tutte le blasfemie che si sono consumate in questi giorni, chiedendo a Dio perdono. Ognuno di noi preghi in particolare con questa intenzione, contro le offese che sono state fatte a Nostro Signore, in particolare in questo tempo così importante per noi cristiani in cui ci stiamo preparando alla Pasqua; e alla Vergine Maria, l’Addolorata, schernita e ridicolizzata. Un vero attacco al mistero della Redenzione, e ad essere ridicolizzati sono stati i segni della Passione di Gesù (la corona di spine, il Suo Sacro Cuore…) e l’Addolorata, la Madre degli uomini. Mentre riviviamo la missione svolta da Gesù, non è un caso che il demonio attacchi in modo violento la nostra Fede e ciò che a noi è più caro. Gesù stesso a suor Lucia di Fatima ha chiesto di riparare tutti gli oltraggi che vengono fatti alla sua Santissima Madre, ma anche tutte le offese che Lui riceve, perché questo è un nostro dovere, a cui non possiamo sottrarci se lo amiamo. Il Signore ci chiama ad essere suoi testimoni senza paura. Noi, se amiamo Dio, non possiamo sorridere di fronte a scene che lo offendono e lo ridicolizzano, e non possiamo rimanere indifferenti. Sono offese gravi. Dobbiamo rifiutare il male, ma soprattutto siamo chiamati a riparare.
Sarebbe cosa buona se in questi giorni seguenti al Festival, ognuno di noi facesse un atto di riparazione, di preghiera, per offrirlo a Dio con l’intenzione di riparare alle offese ricevute, e per tutti gli oltraggi fatti al Cuore Immacolato di Maria, la Vergine Addolorata. L’amore salva. Solo l’amore salva e, se la bellezza salva, è perché è la bellezza dell’amore. Ecco il crocifisso e la croce gloriosa, il cui significato è l’amore che fa vivere la gioia anche nello strazio del dolore di chi sta morendo inchiodato ad un legno. «Dio benedice chi gode», ha oracolato a Sanremo Achille Lauro. Cari Achille Lauro e Fiorello, Dio non benedice chi gode indiscriminatamente… Dio benedice chi ama, perché Dio è amore.
Ricordiamo le parole di Gesù: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! E ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?» Lc 23, 28-31.
Colloquio Spirituale.
«Sia lode a te, Dio misericordiosissimo che essendo noi miseri, sbanditi, prigioni e condannati, hai voluto redimerci ed esaltarci mediante la Passione, il dolore, il dispregio e la povertà del Figlio tuo. Io corro dunque alla tua Croce, o Cristo, al dolore, al dispregio ed alla povertà e con tutte le mie forze desidero trasformarmi in te, o Dio Uomo passionato, che tanto mi hai amato fino a voler patire una vergognosa e orrenda morte, e questo al solo fine di salvarmi e darmi esempio a patire, per amor tuo, le avversità. È perfezione e vero segno di amore conformarmi a te, Crocifisso, che per le mie colpe hai voluto spietatamente morire, dandoti tutto in preda ai tormenti. O mio Dio passionato, solo leggendo nel libro della vita e morte tua mi sarà dato conoscerti e penetrare il tuo mistero. Concedimi dunque un profondo spirito di orazione, un'orazione devota, umile, attenta, fatta non solamente con la bocca, ma col cuore e con la mente per poter comprendere le lezioni della tua Passione!
«In questo libro vedo la tua infinita bontà e pietà per cui hai preferito prendere sopra di Te la nostra condanna, il nostro dispregio e dolore, anziché lasciar noi in così miserabile stato. Vedo la tua infinita bontà, diligenza e cura che hai avuto nel salvarci e ricordurci alla patria del cielo. Vedo l'infinita sapienza con la quale, in modo ineffabile, ci hai redenti, salvati ed esaltati per misericordia, senza fare ingiuria alla giustizia. E così hai saputo fare che, mentre penosamente morivi, vivificavi tutte le cose e distruggevi la morte comune.
«Di più, nel libro della Croce vedo la tua infinita mansuetudine per la quale, essendo Tu maledetto, non maledicevi, né ti vendicavi, anzi perdonavi e acquistavi il cielo ai tuoi stessi crocifissori» (cfr. B.Angela da Foligno).
Padre Gabriele di S.Maria Maddalena O.C.M. - 1893 - 1953
Intimità Divina, Roma 1962