Maria Madre di Dio 2021
«Ti benedica il Signore e ti custodisca,
faccia risplendere per te il suo volto».
Oggi inizia il nuovo anno civile e il Libro dei Numeri ci dona la benedizione del Signore con quelle bellissime parole: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». La Chiesa ha posto nel primo giorno dell’anno la Festa di Maria SS. Madre di Dio… per mettere il nuovo anno sotto la protezione del manto di Maria. Ogni anno, il 1 gennaio, si celebra la Giornata della Pace. E da secoli la Chiesa intona il 1 gennaio l’inno del Veni Creator Spiritus, perché lo Spirito Santo guidi le nostre azioni nel nuovo anno con la sua forza e la sua potenza.
In questa breve riflessione ci fermiamo a riflettere sulla grande benedizione riportata nel Libro dei Numeri. All’inizio di questo nuovo anno abbiamo davvero bisogno della presenza e della benedizione di Dio su ciascuno di noi, sulle nostre famiglie e sul mondo intero devastato da questa pandemia che sembra non finire mai. Per questo invochiamo oggi le forze più potenti che la nostra fede cristiana ci mette a disposizione: Maria SS., lo Spirito Santo e in modo particolare l’Eucaristia, il SS. Sacramento che al termine di questa Messa adoreremo con fede.
Il brevissimo brano ha una chiara intonazione liturgica ed è adattabile ad ogni contesto di preghiera. Si tratta infatti di una benedizione che veniva usata al termine delle liturgie o dei sacrifici e si impartiva ogni giorno dopo il sacrificio della sera.
Quello che abbiamo letto è uno dei testi più antichi della Bibbia. Si tratta di benedizioni per esprimere l’Alleanza tra Dio e l’uomo.
In cammino verso la terra promessa, Israele non procede in maniera disordinata e scomposta, ma si lascia guidare nel suo viaggio dalle disposizioni divine, che vengono impartite tramite Mosè. Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe non ha solo compiuto l’atto di liberare il suo popolo, ma l’ha educato a stare alla sua presenza. Solo i leviti possono avvicinarsi all’arca e solo i sacerdoti possono, davanti all’arca, offrire a nome di tutto il popolo i sacrifici richiesti. Per chi si trova nell’accampamento l’essere vicino o lontano dall’arca conta poco, la cosa importante è che ciascuno stia al suo posto e possa lodare Dio e ricevere la sua benedizione divina. La benedizione viene data tramite Mosè a tutto il popolo d’Israele attraverso le parole stesse di Dio affidate ai suoi ministri. La benedizione viene spiegata con diverse espressioni: custodire, sentire su di sé il volto splendente di Dio, ricevere la grazia di Dio, avere pace. La benedizione di Dio accompagna il cammino dei suoi figli facendosi luce nei momenti di tenebra e protezione da tutto ciò che acceca e brucia.
Parola chiave è il verbo «benedire».
La radice ebraica «brk» è alla base di un importante insieme di parole che esprimono la felicità dell’uomo e il dono divino che ne è la sorgente. Il verbo usato nella forma attiva, e in modo particolare nel contesto liturgico e celebrativo, esprime la comunicazione dei beni divini attraverso un mediatore.
Normalmente benedire è ufficio del sacerdote, ma anche il padre o il re benedicono. In questo testo, risalta chiaramente che Dio è la fonte della benedizione: il verbo «benedire» fa capire bene l’iniziativa e l’opera del Signore. L’uomo non è fonte di benedizione in se stesso, ma in virtù di un dono ricevuto dall’alto. La benedizione di Dio, inoltre, si distingue da quella umana per la sua efficacia: la parola di Dio è sempre evento di salvezza, non ritorna indietro senza aver dato i suoi frutti (cf. Is 55,10-11).
Segni della benedizione di Dio sono: il volto del benedetto che riflette la luce di colui che benedice; la grazia, la gioia e la pace. Il possesso di questi doni, sempre attesi, ma mai pienamente avuti, da parte dell'uomo o del popolo, porterà i profeti ad invocarli come doni messianici. Il Messia sarà chiamato il benedetto per eccellenza; fonte di benedizione per tutti gli uomini; sorgente di gioia, di grazia, di salvezza e di pace.
Con l’animo colmo di gratitudine abbiamo varcato la soglia del 2021, ricordando che il Signore veglia su di noi e ci custodisce.
A Lui vogliamo affidare noi stessi, le nostre famiglie e le persone a noi care. Mettiamo nelle sue mani le tragedie di questo mondo e gli offriamo anche le speranze per un futuro migliore. Dalla bocca delle generazioni passate usciva sempre, anche di fronte alla sofferenza, la frase: «Ringraziamo Dio!». Mia nonna, di fronte alle tragiche notizie dal mondo ripeteva: «Il mondo va male perché nessuno dice più ringraziamo Dio!». Un trattato di fede, teologia e di catechismo autentico. Il manzoniano Padre Felice, davanti alla tragedia della peste, portata dagli eserciti in guerra, proclamava: «Sia benedetto il Signore!... Nella giustizia, nella misericordia, nella morte, nella salute!».
Sia lodato Gesù Cristo.