Sato Natale 2020 - Messa della Notte
«È tutto nato allora...».
Abbiamo sentito ora la narrazione della nascita di Gesù secondo il testo di Luca. Questo debbo dire: non si tratta soltanto di una commemorazione, no. Le divine cose hanno un’eterna permanenza, e tutto quello che fu reale allora, è reale in questo momento. Qui c’è Cristo, tra poco ci sarà sull’altare, qui c’è la Vergine. Qui c’è il protettore, padre putativo di Cristo. Qui si riproduce quello che allora è accaduto: sono arrivati i pastori: noi teniamo il posto dei pastori. E lo sguardo del Divino Fanciullo si posa sopra di noi, come allora si è posato sui pastori.
Qui c’è quella effusione di Grazia che tanto è maggiore, quanto più sono disposte le anime vostre. Qui, pertanto, c’è anche la possibilità di raccogliere nel fondo dell'anima l’eco del canto angelico: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà».
Misuri ciascuno di noi quello che è, per ricevere quello sguardo, per accogliere quella Grazia, per gioire di quella divina presenza.
Non è soltanto una commemorazione, è una realtà. Il mondo può anche non sentire, ma gli Angeli cantano oggi, come cantavano allora. Prendiamo la parte dei pastori: i primi chiamati sono stati loro, perché erano umili e perché non avevano idee strambe per la testa. I primi guardati con amore dal Verbo di Dio fatto uomo, i primi arrivati, i primi esaltati, i primi gratificati. Cerchiamo di essere nell’anima quello che occorre essa abbia, per poter tenere questa notte, domani, nelle sante feste, che vi auguro veramente sante, il posto dei pastori.
La Messa odierna ci parla di una triplice nascita… noi diciamo: un triplice Natale.
La prima nascita. La Chiesa ci trasporta nell’eternità, nella notte che fu prima ancora che rilucesse la «stella del mattino». In quella notte dell’eternità, la seconda divina Persona è generata nella sua essenza dal seno del Padre: «Dio da Dio, Luce da Luce, vero Dio da vero Dio». La piccola intelligenza umana si ferma pensosa davanti a questo inscrutabile mistero: il Figlio di Dio, nato dal Padre, prima di tutti i tempi! Eppure l’eternità viene adesso in modo misterioso incontro a noi; poiché nella Eucaristia l’eterno Figlio si avvicina a noi; nell’Eucaristia l’eternità entra nel tempo nostro. Si, veramente in questa notte ci sentiamo quasi invasi da un sacro tremore davanti al Natale eterno del figlio di Dio!
La seconda nascita fu nel tempo ed è quella che oggi celebriamo. La Chiesa ora ci prende per mano e ci conduce alla stalla di Betlemme; nel mezzo della notte ci mostra il neonato Bambinello, che è il Re della pace; ci addita la Vergine Madre nella gioia della sua maternità. Ma adesso, nella Messa, non c’è solo un simbolo o un ricordo di quella santa notte di Natale. Ecco il mistero della Messa di mezzanotte: questo Re, eterno Figlio di Dio, oggi apparso come appena nato a noi, sceglie come presepio il nostro cuore e ci concede di aver parte alla felicità materna di Maria.
La terza nascita è la nostra rinascita in Cristo, per mezzo della grazia, ed è commovente. Cristo si è fatto uomo per farci suoi fratelli, perché rinascendo spiritualmente, diventiamo, come lui, figli di Dio.
Ogni anno a Natale, la Chiesa vede risplendere nuovamente la nostra rinascita spirituale. Siamo dunque ridiventati figli di Dio, dopo aver supplicato come schiavi, nelle quattro settimane d’Avvento: «Piovete, o cieli, il Cristo!». Poiché oggi alla mensa eucaristica fai del tuo cuore un presepio, la Chiesa non solo canta di Cristo: «Negli splendori della mia santità, io ti ho generato, prima della stella del mattino», ma anche per te ella dice: «Tu fosti eletto dal Padre fin dall’eternità»; il neonato Figlio di Dio ti ebbe nel pensiero e nel cuore nella notte santa del suo Natale, per farti suo fratello e sua sorella; ed ora il Padre ti ripete, stringendoti a sè: Tu sei diventato il mio figliuolo carissimo insieme al Figlio mio nato in una stalla. Tu celebri con Cristo la tua rinascita, il vero Natale.
È tutto nato allora, nella semplicità e nell’umiltà della terra, ma nello splendore del cielo e dei cori degli Angeli, allora. Oggi non nello scenario, ma nella sostanza tutto ritorna. Apriamo l’anima perché possa entrare il nostro Natale, il vostro Natale, che vi auguro sereno e luminoso; possa essere veramente pieno della luce e della pace e pertanto, solo a queste condizioni, possa trovarsi nella vera gioia.
«Riconosci, o cristiano, la tua dignità, è diventato socio della natura divina, non tornare, con un mutamento indegno della tua razza, alla primitiva bassezza. Ricorda chi hai come capo e di qual corpo sei membro. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Il Sacramento del Battesimo ha fatto di te il tempio dello Spirito Santo; non mettere alla porta, con una condotta cattiva, un simile ospite» (S. Leone Magno).
Sia lodato Gesù Cristo.
Mons. Paolo Piccoli,
Canonico del Capitolo della Cattedrale dell’Aquila.