Preghiera e Liturgia

4 Domenica di Avvento 2020

4Avvento2013bis«Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio,
che chiamerà Emmanuele» . Lectio Divina 
Isaia 7,10-14.

Questo brano del profeta Isaia, è tratto dalla raccolta chiamata il «Libretto dell’Emmanuele». Lo scenario nel quale è inserito questo racconto è la guerra siro-efraimita. All’epoca (736 AC) si formò una coalizione contro gli Assiri tra il Re di Israele e il Re di Siria. Ora Acaz Re di Giuda rifiutò di prendere parte a questa coalizione, così il Re di Israele decise di conquistare il regno di Giuda in modo da metterne a capo un Re a loro gradito. Acaz sentitosi in pericolo si alleò con gli Assiri che conquistarono gran parte del regno di Israele.

È qui che Isaia preannuncia ad Acaz la sua vittoria e la fine del regno di Israele. Al regno di Giuda viene promessa stabilità, a patto però che il re e il popolo si ispirino alla fede.

Isaia propone ad Acaz di chiedere un segno, qualunque esso sia (in cielo o negli inferi), che gli garantisca l’assistenza divina. Il re però si rifiuta, con la scusa che così facendo tenterebbe Dio e metterebbe alla prova la sua onnipotenza e la sua fedeltà. In realtà egli ha già deciso di chiedere l’aiuto dell’Assiria, e sottomettersi ad essa, venendo meno così al rapporto di alleanza che lo lega a Dio. Acaz maschera la sua volontà di non obbedire alla fede con un falso rispetto di Dio. Il profeta allora rimprovera Acaz per la sua infedeltà e ostinazione, e gli propone egli stesso un segno: «Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». JHWH quindi offre ugualmente il suo segno: in questo modo rivela la sua fedeltà alla promessa fatta a Davide di un regno stabile: «La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre» 2Sam 7,16. 

Il segno che JHWH offre ad Acaz è la continuità della discendenza davidica, il segno è la nascita di un figlio, di un erede.

Il termine «vergine» viene dalla versione greca, che significa «giovane donna», sia nubile che appena sposata La giovane donna – in ebraico «hā‘almāh», con l’articolo che indica una donna conosciuta – è incinta e concepisce un figlio e lo chiamerà «immānû’ēl» [Emmanuele]. Chi può essere la giovane donna se non Abî, la sposa del re? Come i suoi predecessori Acaz aveva fatto passare per il fuoco suo figlio. Forse Acaz aveva già offerto in sacrificio il primogenito e allora la parola profetica acquisterebbe una provocazione ancora più marcata: nonostante la tua religiosità ti abbia condotto a compiere questo abominio, JHWH ti donerà una discendenza. Il segno è la nascita del primogenito di Acaz, cioè Ezechia. Non si tratta dunque di una nascita miracolosa in senso stretto, ma di un evento che conferma l’impegno divino di dare un futuro alla dinastia di Davide malgrado Acaz. Questa assistenza divina viene indicata mediante il nome simbolico Emmanuele - Dio con noi. 

Da quando nel XX secolo fu introdotta l’espressione «sensus plenior», cioè testo nel suo pieno significato, proprio a partire dal riferimento a questo testo di Isaia, molti esegeti ne hanno difeso l’interpretazione messianica, cioè del Messia, sostenendo che vi sarebbe nel testo un senso voluto dal vero autore della Scrittura, cioè Dio stesso. Ci sono stati da allora molti tentativi per riscoprire gli aspetti positivi del sensus plenior. Per capire in che senso la prima comunità cristiana legge l’oracolo di Isaia, non si deve partire dal testo, ma dall’esperienza di Gesù di Nazaret. 

È questa esperienza che conduce i primi cristiani a ricercare nell’AT quei testi che possono far comprendere la vicenda di Gesù. Siamo stati a lungo abituati a partire dalla profezia per arrivare a Gesù. Dobbiamo imparare a capovolgere questo modo di leggere i testi profetici: la visione corretta parte dall’evento storico concreto di Gesù per interpretarlo alla luce delle Scritture. Questo è il percorso seguito dalla prima comunità cristiana che noi dobbiamo imparare a ripercorrere: il senso della vita di Gesù, della sua morte risurrezione può essere scoperto solo alla luce delle Scritture. Allora l’annuncio profetico di Isaia rivela il suo senso originario, un senso aperto al futuro, che in Gesù trova un significato inatteso e sorprendente: la fedeltà di Dio.

Ecco il vero senso del Natale cristiano: Dio è fedele sempre alle sue promesse e manda il suo Figlio, l’Emmanuele, il Dio con noi. 

Sia lodato Gesù Cristo.

Stampa Email

Autobus ATV

Giorni Feriali
Linea 70 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 11-12-13-51 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi
Giorni Festivi
Linea 94 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 90-92-98 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi