5 Domenica del Tempo Ordinario 2020
Il Sinodo sull’Amazzonia
e la Pachamama in Vaticano.
Grande scalpore nella Chiesa e nel mondo hanno suscitato le figure lignee utilizzate durante la cerimonia nei Giardini Vaticani il 4 ottobre scorso all’inizio del Sinodo sull’Amazzonia e nella processione dalla Basilica di San Pietro all’Aula sinodale, e poi in altre chiese di Roma. Cosa sono queste immagini di legno che portano il nome di Pachamama? E qui la Chiesa Cattolica si divide nell’interpretazione...
e la Pachamama in Vaticano.
Grande scalpore nella Chiesa e nel mondo hanno suscitato le figure lignee utilizzate durante la cerimonia nei Giardini Vaticani il 4 ottobre scorso all’inizio del Sinodo sull’Amazzonia e nella processione dalla Basilica di San Pietro all’Aula sinodale, e poi in altre chiese di Roma. Cosa sono queste immagini di legno che portano il nome di Pachamama? E qui la Chiesa Cattolica si divide nell’interpretazione...
Ecco due posizioni molto contrastanti… anzi totalmente contrastanti tra loro.
Ecco la prima del Card. Felipe Arizmendi Esquivel,
Vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas in Messico, che si può riassumere così:
Ecco la prima del Card. Felipe Arizmendi Esquivel,
Vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas in Messico, che si può riassumere così:
Le Pachamama non sono dee, sono simboli di realtà ed esperienze amazzoniche, con motivazioni anche religiose, ma non di adorazione perché questa si deve solo a Dio… quindi non c’è stato alcun culto idolatrico. Alcuni condannano questi atti come se fossero un’idolatria, un’adorazione della «madre terra» e di altre «divinità». Non c’è stato niente di tutto ciò. Al termine della cerimonia nei giardini vaticani, hanno chiesto a Papa Francesco una parola e lui si è limitato a pregare con il Padre Nostro. Non c’è altro Dio all’infuori del nostro Padre celeste.
Nella mia diocesi, quando sentivo parlare con grande affetto e rispetto della “madre terra”, provavo disagio, perché mi dicevo: «Le mie uniche madri sono la mia mamma, la Vergine Maria e la Chiesa». E quando vedevo che si prostravano per baciare la terra, provavo ancora più disagio. Vivendo con gli indigeni, però, ho capito che non l’adorano come una dea, ma la vogliono valorizzare e riconoscere come una vera madre, perché è la terra a darci da mangiare, a darci l’acqua, l’aria e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere: non la considerano una dea, non la adorano, le esprimono solo il loro rispetto e pregano rendendo grazie a Dio per essa. La stessa cosa mi accadeva quando vedevo che si volgevano verso le quattro direzioni dell’universo, i punti cardinali, facevano loro un inchino, pregavano e si rivolgevano anche al sole con grande rispetto. Prima di conoscerli e di condividere la vita e la fede con loro, ero tentato di giudicarli e condannarli come idolatri; col tempo ho apprezzato il loro rispetto per questi elementi della natura che ci danno vita, e mi sono convinto che non li adorano come dei, ma come opera di Dio, come suo dono all’umanità, e così facendo educano anche i loro figli a non distruggerli, anzi a prendersene cura e a rispettarli. Non sono idolatri. Chi lo sostiene non li conosce e li giudica a distanza, da lontano e da fuori. La terra e il sole sono creature di Dio, e noi adoriamo solo Dio.
La posizione opposta è sostenuta invece da altri Cardinali come il Cardinale americano Burke, il Cardinale Mueller,
il Cardinale Brandmuller, il Vescovo Athanasius Schneider e altri Vescovi.
Nella mia diocesi, quando sentivo parlare con grande affetto e rispetto della “madre terra”, provavo disagio, perché mi dicevo: «Le mie uniche madri sono la mia mamma, la Vergine Maria e la Chiesa». E quando vedevo che si prostravano per baciare la terra, provavo ancora più disagio. Vivendo con gli indigeni, però, ho capito che non l’adorano come una dea, ma la vogliono valorizzare e riconoscere come una vera madre, perché è la terra a darci da mangiare, a darci l’acqua, l’aria e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere: non la considerano una dea, non la adorano, le esprimono solo il loro rispetto e pregano rendendo grazie a Dio per essa. La stessa cosa mi accadeva quando vedevo che si volgevano verso le quattro direzioni dell’universo, i punti cardinali, facevano loro un inchino, pregavano e si rivolgevano anche al sole con grande rispetto. Prima di conoscerli e di condividere la vita e la fede con loro, ero tentato di giudicarli e condannarli come idolatri; col tempo ho apprezzato il loro rispetto per questi elementi della natura che ci danno vita, e mi sono convinto che non li adorano come dei, ma come opera di Dio, come suo dono all’umanità, e così facendo educano anche i loro figli a non distruggerli, anzi a prendersene cura e a rispettarli. Non sono idolatri. Chi lo sostiene non li conosce e li giudica a distanza, da lontano e da fuori. La terra e il sole sono creature di Dio, e noi adoriamo solo Dio.
La posizione opposta è sostenuta invece da altri Cardinali come il Cardinale americano Burke, il Cardinale Mueller,
il Cardinale Brandmuller, il Vescovo Athanasius Schneider e altri Vescovi.
Un giornalista ha riassunto così: il 4 ottobre scorso, in vista dell’apertura del Sinodo sull’Amazzonia, Papa Francesco, con vari Cardinali e Religiosi, ha partecipato ad un atto di adorazione della dea pagana Pachamama. Questo culto ha avuto luogo nei Giardini Vaticani, vicino alla tomba dell’Apostolo Pietro e dei Martiri. L’immagine della Pachamama è anche stata benedetta e alcuni si sono inginocchiati davanti ad essa. Il 7 ottobre, l’idolo della Pachamama è stato posto di fronte all’altare maggiore di San Pietro e poi portato in processione nella Sala del Sinodo. Papa Francesco ha recitato preghiere durante una cerimonia che ha coinvolto questa immagine e poi si è unito alla processione. Quando le immagini di questa divinità pagana sono state rimosse dalla Chiesa di Santa Maria in Traspontina, dove erano state collocate e gettate nel fiume Tevere da alcuni cattolici oltraggiati da questa profanazione della chiesa, Papa Francesco, si è scusato per la loro rimozione, e una nuova immagine di legno della Pachamama è tornata alla chiesa in via della Conciliazione. Nella Messa conclusiva del Sinodo, una ciotola usata nel culto della Pachamama è stata collocata sull’altare. Papa Francesco ha affermato che queste immagini in legno sono idoli pagani. Si è scusato per la loro rimozione da una chiesa cattolica, li ha chiamati Pachamama, nome di una dea della madre terra secondo una credenza religiosa pagana del Sud America.
Queste cerimonie sono state condannate come culto agli dei sacrilego da vari Cardinali. L’autorizzazione ad adorare chiunque o qualsiasi cosa diversa dall’unico vero Dio, la SS. Trinità, è violare il Primo Comandamento. La venerazione di idoli è condannata da questo Comandamento ed è un peccato grave, che solo Dio può giudicare. San Paolo insegna alla Chiesa che il sacrificio offerto agli idoli pagani non è offerto a Dio, ma ai demòni. Sembrano attuali le parole del II Concilio di Nicea nel lontano anno 787: «Molti pastori hanno distrutto la mia vigna, hanno contaminato il mio territorio. Poiché seguirono uomini empi e, confidando nelle loro follie, calunniarono la Chiesa, che Cristo nostro Dio ha preso per Sua sposa, e non riuscirono a distinguere il santo dal profano, affermando che le icone di nostro Signore e dei suoi Santi non fossero diverse dalle immagini di idoli satanici». Forse i venti di quel modernismo condannato dal Papa San Pio X, e al quale i padri hanno resistito, stanno soffiando oggi attraverso i colonnati, lungo la via della Conciliazione, sopra il Tevere e nel mondo intero? Gli spiriti dei nostri padri gridano dalle loro tombe mentre Roma alza la bandiera bianca della resa e perde la Fede? La Città eterna, battezzata nel sangue dei Martiri, sta tornando alle sue radici pagane?
Durante il Sinodo sull’Amazzonia, a Roma, è stato detto al mondo che Pietro guarda ai pagani per essere illuminato, li ascolta, impara da loro e li accompagna. Ma è questo che Cristo ha chiesto? Imparare dal mondo? Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi per un altro motivo, almeno così la Chiesa ha insegnato per duemila anni. Gesù fu messo in croce in modo da prendere su di sé i peccati del mondo, per aprire le porte del cielo. Lo Spirito Santo discese sul mondo per stabilire una Chiesa che avrebbe reso tutti gli uomini sulla terra eredi del cielo e figli di Dio. La Chiesa fondata da Cristo è, secondo gli insegnamenti infallibili della Chiesa stessa, l’unico mezzo di salvezza. È l’unica vera Chiesa, al di fuori della quale non c’è salvezza.
Questo ultimo Sinodo ha trasmesso al mondo l’impressione che abbiamo rinnegato l’insegnamento secondo cui la Chiesa è l’unico mezzo di salvezza. Questo è il messaggio che la stampa ha ricevuto dal Sinodo, insieme al messaggio che non è certo che Gesù Cristo fosse Dio mentre era qui sulla terra. Di fronte a tanta confusione, noi cattolici ci sentiamo smarriti e ci sembra che venga meno il bimillenario insegnamento della Chiesa. I Papi hanno come promessa di non cambiare nulla della Tradizione ricevuta, di non modificare nulla e di non permettere alcuna innovazione. Giurano di mantenere tutto ciò che è stato rivelato attraverso Cristo e i suoi successori e qualunque cosa i primi Concili e i predecessori abbiano definito e dichiarato.
Quale sarà la verità?
A noi cattolici l’impegno di informarci e di valutare questo momento di confusione e di incertezza nella Chiesa, alla luce della Parola di Dio e della Tradizione.
Con immenso dolore per queste divisioni, ma anche con profondo amore per la Cattedra di Pietro e per il Santo Padre, imploriamo Dio Onnipotente di perdonare la sua Chiesa da questi peccati e di rimettere Dio e Gesù Suo Figlio al centro della nostra fede cattolica.
Sia lodato Gesù Cristo.
Queste cerimonie sono state condannate come culto agli dei sacrilego da vari Cardinali. L’autorizzazione ad adorare chiunque o qualsiasi cosa diversa dall’unico vero Dio, la SS. Trinità, è violare il Primo Comandamento. La venerazione di idoli è condannata da questo Comandamento ed è un peccato grave, che solo Dio può giudicare. San Paolo insegna alla Chiesa che il sacrificio offerto agli idoli pagani non è offerto a Dio, ma ai demòni. Sembrano attuali le parole del II Concilio di Nicea nel lontano anno 787: «Molti pastori hanno distrutto la mia vigna, hanno contaminato il mio territorio. Poiché seguirono uomini empi e, confidando nelle loro follie, calunniarono la Chiesa, che Cristo nostro Dio ha preso per Sua sposa, e non riuscirono a distinguere il santo dal profano, affermando che le icone di nostro Signore e dei suoi Santi non fossero diverse dalle immagini di idoli satanici». Forse i venti di quel modernismo condannato dal Papa San Pio X, e al quale i padri hanno resistito, stanno soffiando oggi attraverso i colonnati, lungo la via della Conciliazione, sopra il Tevere e nel mondo intero? Gli spiriti dei nostri padri gridano dalle loro tombe mentre Roma alza la bandiera bianca della resa e perde la Fede? La Città eterna, battezzata nel sangue dei Martiri, sta tornando alle sue radici pagane?
Durante il Sinodo sull’Amazzonia, a Roma, è stato detto al mondo che Pietro guarda ai pagani per essere illuminato, li ascolta, impara da loro e li accompagna. Ma è questo che Cristo ha chiesto? Imparare dal mondo? Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi per un altro motivo, almeno così la Chiesa ha insegnato per duemila anni. Gesù fu messo in croce in modo da prendere su di sé i peccati del mondo, per aprire le porte del cielo. Lo Spirito Santo discese sul mondo per stabilire una Chiesa che avrebbe reso tutti gli uomini sulla terra eredi del cielo e figli di Dio. La Chiesa fondata da Cristo è, secondo gli insegnamenti infallibili della Chiesa stessa, l’unico mezzo di salvezza. È l’unica vera Chiesa, al di fuori della quale non c’è salvezza.
Questo ultimo Sinodo ha trasmesso al mondo l’impressione che abbiamo rinnegato l’insegnamento secondo cui la Chiesa è l’unico mezzo di salvezza. Questo è il messaggio che la stampa ha ricevuto dal Sinodo, insieme al messaggio che non è certo che Gesù Cristo fosse Dio mentre era qui sulla terra. Di fronte a tanta confusione, noi cattolici ci sentiamo smarriti e ci sembra che venga meno il bimillenario insegnamento della Chiesa. I Papi hanno come promessa di non cambiare nulla della Tradizione ricevuta, di non modificare nulla e di non permettere alcuna innovazione. Giurano di mantenere tutto ciò che è stato rivelato attraverso Cristo e i suoi successori e qualunque cosa i primi Concili e i predecessori abbiano definito e dichiarato.
Quale sarà la verità?
A noi cattolici l’impegno di informarci e di valutare questo momento di confusione e di incertezza nella Chiesa, alla luce della Parola di Dio e della Tradizione.
Con immenso dolore per queste divisioni, ma anche con profondo amore per la Cattedra di Pietro e per il Santo Padre, imploriamo Dio Onnipotente di perdonare la sua Chiesa da questi peccati e di rimettere Dio e Gesù Suo Figlio al centro della nostra fede cattolica.
Sia lodato Gesù Cristo.