Battesimo di Gesù 2020
«Noi siamo il profumo di Cristo». Cirillo di Gerusalemme.
«Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù» At 10,38.
Nei secoli IV e V iniziò lo studio degli effetti prodotti dal Battesimo. Il primo e fondamentale effetto di questo di questo Sacramento è il perdono dei peccati come appare dalla iscrizione di Sisto III anno 440 sul cornicione del battistero di S. Giovanni in Laterano, dove si legge che l’effetto principale del Battesimo consiste nel cancellare i peccati: «Qui nascono di nascita sublime coloro che sono destinati a possedere il cielo, nascono dal seno delle acque fecondate dallo Spirito di Dio. Immergiti in queste acque, o peccatore che vuoi purificarti: vi entrerai con l'impurità dell’uomo antico, ma ne uscirai rinnovato.
«Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù» At 10,38.
Nei secoli IV e V iniziò lo studio degli effetti prodotti dal Battesimo. Il primo e fondamentale effetto di questo di questo Sacramento è il perdono dei peccati come appare dalla iscrizione di Sisto III anno 440 sul cornicione del battistero di S. Giovanni in Laterano, dove si legge che l’effetto principale del Battesimo consiste nel cancellare i peccati: «Qui nascono di nascita sublime coloro che sono destinati a possedere il cielo, nascono dal seno delle acque fecondate dallo Spirito di Dio. Immergiti in queste acque, o peccatore che vuoi purificarti: vi entrerai con l'impurità dell’uomo antico, ma ne uscirai rinnovato.
Non importa se la colpa che ti macchia sia del progenitore o tua. Questa fonte è sorgente di vita, che purifica tutto il mondo; essa è scaturita dal costato di Gesù. Voi tutti, che rinascete in quest’acqua, avete diritto al Regno dei Cieli; ma la beatitudine eterna non è per colui, che qui non cerca una seconda vita, nessuno si spaventi né del numero, né della qualità delle sue colpe; chiunque si bagnerà in questo fiume sarà purificato!». Non mancano allusioni ad altri effetti come il dono dello Spirito Santo, che fu collegato all’imposizione delle mani del Vescovo, mentre il Battesimo era compiuto dai presbiteri, che andarono assumendo un’importanza sempre maggiore. Agostino attribuì al Battesimo il conferimento del carattere cristiano, che non si può perdere mai e che di conseguenza impedisce la ripetizione del Battesimo: «Voi siete le pecore di Cristo, perché portate il carattere di Cristo avuto tramite il Sacramento da voi ricevuto ».
Accanto al battesimo di acqua, la Chiesa riconobbe pure la validità del battesimo di sangue, vale a dire del martirio vero e proprio. La Chiesa latina vi aggiunse anche il battesimo di desiderio: Ambrogio, nel necrologio per l’imperatore Valentiniano II, assassinato nel 392, rivela espressamente che la sua pietà e il desiderio di ricevere il battesimo lo avevano «lavato»: «hunc sua pietas abluit et voluntas. Sento che voi vi dolete perché egli non ricevette il sacramento del Battesimo. Ma ditemi, qual cosa è in nostro potere oltre al desiderio e alla richiesta? E il desiderio di essere battezzato egli lo aveva concepito da tempo, tanto che prima di venire in Italia vi si era fatto iniziare, e poco fa mi aveva detto di voler ricevere da me il sacramento rigeneratore; anzi per questo scopo, più che per ogni altro motivo, aveva voluto chiamarmi a sé. Dobbiamo dunque dire che non ottenne la grazia colui che la desiderava e la invocava? Certo! dal momento che la chiese, l’ottenne». La chiesa orientale non ha accettato come valido tale desiderio, come risulta dal caso del catecumeno Archia, ucciso da una freccia durante il saccheggio di Comanes, e prima di spirare così gridava: «Montagne e foreste battezzatemi, alberi, rocce e fonti d'acqua datemi la grazia». Gregorio di Nazianzo scrive che colui che nella sua vita si è accontentato del battesimo di desiderio deve accontentarsi anche nell’altra di desiderare la felicità eterna. La scolastica, con Tommaso d’Aquino, ritenne valido il battesimo di desiderio. Tale dottrina fu sancita anche dal Concilio di Trento, dal quale risulta che la rigenerazione si attua «con il lavacro di rigenerazione o con il suo desiderio».
Nonostante fosse ritardato, sempre il battesimo fu ritenuto necessario alla salvezza, perché solo con esso ci si può purificare dalle colpe come scriveva tanto bene Cipriano nel narrare la propria esperienza religiosa: «Io erravo alla cieca nelle tenebre della notte, sballottato a caso sul mare agitato del mondo; andavo alla deriva, estraneo alla verità e alla luce. Dati i miei costumi di allora, giudicavo assai difficile la promessa della salvezza offertami dalla bontà divina. Come poteva un uomo rinascere a nuova vita? Ecco quel che mi chiedevo spesso; preso com’ero dai mille errori della mia vita passata, non chiedevo che di liberarmene, tanto ero schiavo dei miei vizi... Tanta era la compiacenza che provavo per i miei mali, da ritenerli miei compagni abituali. Ma l’acqua rigeneratrice lavò in me le colpe della vita passata e una luce venuta dall'alto si diffuse nel mio cuore purificato dalle sue macchie. Lo Spirito venuto dal cielo mi cambiò in un uomo nuovo con una seconda nascita. Subito, in modo meraviglioso, vidi la certezza succedere al dubbio; vidi aprirsi le porte chiuse e le tenebre illuminarsi, trovai facile quel che prima mi sembrava difficile e possibile quel che prima ritenevo impossibile».
In questo periodo sorse anche una controversia circa la validità del battesimo amministrato dagli eretici, che veniva negata dai cristiani d'Africa e Asia Minore, con la scusa che gli eretici, non possedendo lo Spirito Santo, non potevano conferirlo. A Roma invece il vescovo Stefano riteneva valido ogni battesimo, compiuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accontentandosi di imporre le mani al battezzando, come segno di ammissione nella Santa Chiesa. Ad ogni modo il trionfo finale della semplice imposizione delle mani da parte del Vescovo della comunità dove una persona voleva entrare a far parte, contribuì a separare sempre più il battesimo dal rito della confermazione, che si trasformò così nel nuovo Sacramento della «Cresima». Con tale rito episcopale si donava lo Spirito Santo, che gli eretici non potevano trasmettere in quanto ne erano privi. Gli eretici, che già erano stati immersi nell’acqua nel nome di Gesù Cristo, dovevano venire battezzati solo nello Spirito Santo, tramite l’imposizione delle mani episcopali. Mentre dal III al V secolo si andò creando una intensa liturgia battesimale, che si aggiunse al forte simbolismo biblico immersione-emersione, nei secoli successivi fu solo un ripensamento di ciò che si era formato in antecedenza. Con il generalizzarsi del battesimo dei bambini e con il successivo rito dell’infusione, si eliminò la piscina divenuta ormai non più necessaria. Infatti, tra l’XI e il XII secolo, sorgono i più antichi fonti battesimali collocati all’interno sia dei battisteri sia delle chiese parrocchiali. Per un certo periodo però, le due forme del battesimo – ad immersione o per infusione – continuarono a coesistere, per cui si spiega anche la forma dei primi fonti esemplificati sulla fontana medioevale, con grande vasca poligonale o circolare, al cui centro si elevava spesso il pilastrino con la riserva dell’acqua, o la statuetta del Battista, i quali potevano servire sia per l'immersione che per il battesimo ad infusione. Un esempio di questo tipo è il fonte battesimale di Verona (c.a. 1200). Una prova che il battesimo per immersione continuasse ad essere usato ancora nel XII secolo appare da un brano di Dante che narra di aver lui stesso rotto un pozzetto posto agli angoli del battistero del suo bel S. Giovanni per farne uscire l’acqua e così salvare un tale che vi stava annegando. Nel XIII secolo si ritenne possibile usare il rito dell’infusione, anziché dell’immersione, anche senza pericolo di morte del battezzando, come già si attuava anche prima, ma solo in caso di morte. Tommaso d’Aquino, pur riconoscendo più sicuro il battesimo per immersione, diceva possibile, specialmente in caso urgente, anche l'infusione. Fu quindi spostato il simbolismo biblico di «morte e sepoltura con Cristo» a quello di « lavacro» già iniziatosi con alcuni testi biblici.
Con la diffusione di questo uso nel IV secolo, ecco la costruzione di battisteri a parte. La vasca si eleva dal suolo e si riduce, per cui entra nella chiesa e prende il posto delle cappelle laterali - generalmente la prima a sinistra -. In alcuni battisteri antichi vi si aggiunse in epoca rinascimentale il fonte battesimale, lasciando intatta l'antica vasca. Con il Concilio di Trento si impose a quasi tutta la Chiesa latina il rituale del battesimo approvato da Paolo V nel 1614 che riproduceva in sostanza l’antico complicato battesimo degli adulti, sia pure con alcune semplificazioni, dando luogo a un rito misto del tutto inadatto ai bambini. Solo nei secoli XVII e XVIII il battesimo per immersione scomparve del tutto dalla Chiesa latina, mentre la Chiesa greca ne conserva tutt’ora l'uso, in parte mantenuto anche dalla Chiesa anglicana e da alcuni gruppi protestanti. L’osservanza degli antichi tempi battesimali (Pasqua e Pentecoste) andò quasi completamente in disuso sin dal XIII secolo, nonostante i ripetuti richiami per il loro ripristino. Anzi, con il XIV secolo si iniziò a prescrivere che il battesimo fosse amministrato al più presto dopo la nascita: «quam primum». Tale battesimo si ridusse così a una festa familiare nella quale assunsero un ruolo sempre più importante i «padrini» che fungevano da garanti per la futura educazione cattolica dei piccini. Per il bimbo divenne quasi un rito magico, compiuto senza la sua partecipazione. La fede, prima professata pubblicamente, e lo stesso segno simbolico (immersione), che riproduceva la morte e la resurrezione di Gesù, passarono così in secondo ordine.
IL NUOVO RITO BATTESIMALE
Dal momento che molti riti battesimali erano del tutto incomprensibili alla mentalità odierna, la Costituzione della Liturgia del Vaticano II decise che: «Si deve rivedere il rito per il battesimo dei fanciulli per adattarlo alle reali condizioni dei bambini » n. 67. Nel 1969 apparve il Nuovo rituale del Battesimo, che divenne operante il 29 maggio 1970. Il nuovo rito ha soppresso alcuni gesti come l’insalivazione, l'insufflazione, ma ha conservato un linguaggio di difficile comprensione, avendo voluto condensare in poco spazio la ricchezza del battesimo cristiano. Il nuovo rito si riduce a tre parti essenziali: l’immersione battesimale preceduta da riti introduttivi e coronata da altri conclusivi.
Riti preparatori.
Mentre prima i genitori e i parenti fungevano solo da porta-parola di un candidato responsabile, ora essi rispondono della loro fede personale e con essi il ministro e l’assemblea aggiungono la propria professione di fede: «Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa». Essi si assumono il compito di educare i bambini battezzati nella fede e nell’osservanza dei comandamenti. Mentre nell’antico rituale – fatto per gli adulti e poi adattato ai bambini – si supponeva una fede già esistente, ora il bambino viene battezzato in forza delle fede dei genitori, dei padrini e della Chiesa. Nei riti preparatori ha grande rilievo la Liturgia della Parola, con la lettura di qualche brano biblico, seguito da una preghiera che mostra come il battezzato partecipi alla morte e alla resurrezione di Cristo. Segue un esorcismo presentato come preghiera a Dio e non più come comando a Satana di abbandonare il bambino, quasi che questo ne fosse fisicamente posseduto; esso mette in risalto l’opposizione a Dio con cui ogni persona viene a trovarsi fin dalla nascita. Questa prima parte si conclude con l’unzione con l’olio dei catecumeni, che viene compiuta sul petto, come segno che solo la forza di Cristo rende possibile di conservare in se stesso lo Spirito Santo.
Parte centrale.
Consiste nella benedizione dell’acqua battesimale che prima si attuava solo nel tempo pasquale. La preghiera presenta i vari interventi di Dio nella storia della salvezza tramite il «mistero» dell’acqua. L’acqua strumento di creazione e poi mezzo di purificazione mediante il diluvio e di liberazione con il passaggio del mar Rosso, riceve il suo valore dalla potenza di Dio. Seguono la rinuncia a Satana e la professione di fede, che esprimono bene il «cambiamento di mente», insito nel Battesimo. Sono precedute da un ammonimento che richiama i presenti alle proprie responsabilità: «Cari genitori, padrini e madrine, i bambini che voi presentate stanno per ricevere il Battesimo. Nel suo amore Dio darà loro una vita nuova e rinasceranno dall’acqua e dallo Spirito Santo. A voi il compito di educarli nella fede, perché la vita divina che ricevono in dono sia preservata dal peccato e cresca di giorno in giorno». Il segno del Battesimo può essere attuato sia per abluzione sia per immersione, anzi quest’ultimo antico rito, ora ripristinato, è suggerito addirittura come preferenziale e meglio corrispondente all’insegnamento di San Paolo Rm 6; Cl 2,12.
Riti conclusivi.
Seguono i riti conclusivi che hanno lo scopo di sottolineare gli effetti del Battesimo: l’unzione con il sacro crisma, l’imposizione della veste candida e la consegna del cero acceso. Indicano al neofita, che deve conservare intatta la nuova vita ricevuta e illuminare, come figlio di Dio, l’ambiente in cui vive. Il rito dell’effetà, nel quale il sacerdote tocca le orecchie e la bocca di ogni bambino ad imitazione del gesto di Gesù, richiama la necessità di dare ascolto alla Parola di Dio e di professare le lodi di colui che lo ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Il rito si conclude con un piccolo corteo che si accosta all’altare, quasi a prefigurare la futura partecipazione dei battezzati all’eucarestia. La benedizione finale del sacerdote si rivolge primariamente alle madri, per le quali sostituisce il rito della purificazione che prima si attuava a parte, poi ai padri, infine ai battezzati e a tutti i presenti. In pericolo di morte, il battesimo può essere amministrato da chiunque, ma, se il bambino guarisce, il battezzato deve essere portato al tempio, perché il sacerdote o il diacono ne completi il rito con le altre cerimonie suppletive.
Il rituale del Battesimo per gli adulti.
Il documento sulla Liturgia prevedeva una revisione più completa del rituale per il battesimo degli adulti, da attuarsi non solo, com’è naturale, in terra di missione, ma anche quando si convertono delle famiglie non credenti. Il che poi non dovrebbe essere tanto difficile con l’incredulità sempre più diffusa anche nelle regioni cattoliche. Che il battesimo degli adulti avesse bisogno di modifiche era ammesso da tutti. Una forma sperimentale del rito solenne per battezzare gli adulti fu autorizzata fin dal 1965. Il rito definitivo edito nel 1972 comporta un catecumenato con riti diversi e insegnamenti vari che si estendono per un periodo più o meno lungo di preparazione.
Il Battesimo è seguito dalla Cresima e dalla prima partecipazione all’Eucaristia. Al rito battesimale segue un periodo di «mistagogia»: il neofita è indotto a «raccogliere l’esperienza e i frutti dei sacramenti ricevuti», a «entrare in maggior relazione con la comunità dei fedeli» e ad applicare sempre più tale rinascita alla propria esistenza. Il tempo normale del Battesimo è la vigilia di Pasqua preceduta dalla preparazione quaresimale e seguita dai cinquanta giorni verso la Pentecoste. In tal modo il cristiano rivive e fa proprio il messaggio storico del Cristo; il Battesimo è quindi una separazione dal passato e un innesto alla vita muova di Dio. Come si vede molta strada è stata compiuta dai primi secoli della Chiesa per giungere al Battesimo attuale. La riforma vorrebbe costituire un ritorno alla simbologia biblica, pur innestandovi, almeno in parte, elementi della tradizione.
Questa è la storia del Sacramento del Battesimo, origine e fonte del nostro essere figli di Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
Accanto al battesimo di acqua, la Chiesa riconobbe pure la validità del battesimo di sangue, vale a dire del martirio vero e proprio. La Chiesa latina vi aggiunse anche il battesimo di desiderio: Ambrogio, nel necrologio per l’imperatore Valentiniano II, assassinato nel 392, rivela espressamente che la sua pietà e il desiderio di ricevere il battesimo lo avevano «lavato»: «hunc sua pietas abluit et voluntas. Sento che voi vi dolete perché egli non ricevette il sacramento del Battesimo. Ma ditemi, qual cosa è in nostro potere oltre al desiderio e alla richiesta? E il desiderio di essere battezzato egli lo aveva concepito da tempo, tanto che prima di venire in Italia vi si era fatto iniziare, e poco fa mi aveva detto di voler ricevere da me il sacramento rigeneratore; anzi per questo scopo, più che per ogni altro motivo, aveva voluto chiamarmi a sé. Dobbiamo dunque dire che non ottenne la grazia colui che la desiderava e la invocava? Certo! dal momento che la chiese, l’ottenne». La chiesa orientale non ha accettato come valido tale desiderio, come risulta dal caso del catecumeno Archia, ucciso da una freccia durante il saccheggio di Comanes, e prima di spirare così gridava: «Montagne e foreste battezzatemi, alberi, rocce e fonti d'acqua datemi la grazia». Gregorio di Nazianzo scrive che colui che nella sua vita si è accontentato del battesimo di desiderio deve accontentarsi anche nell’altra di desiderare la felicità eterna. La scolastica, con Tommaso d’Aquino, ritenne valido il battesimo di desiderio. Tale dottrina fu sancita anche dal Concilio di Trento, dal quale risulta che la rigenerazione si attua «con il lavacro di rigenerazione o con il suo desiderio».
Nonostante fosse ritardato, sempre il battesimo fu ritenuto necessario alla salvezza, perché solo con esso ci si può purificare dalle colpe come scriveva tanto bene Cipriano nel narrare la propria esperienza religiosa: «Io erravo alla cieca nelle tenebre della notte, sballottato a caso sul mare agitato del mondo; andavo alla deriva, estraneo alla verità e alla luce. Dati i miei costumi di allora, giudicavo assai difficile la promessa della salvezza offertami dalla bontà divina. Come poteva un uomo rinascere a nuova vita? Ecco quel che mi chiedevo spesso; preso com’ero dai mille errori della mia vita passata, non chiedevo che di liberarmene, tanto ero schiavo dei miei vizi... Tanta era la compiacenza che provavo per i miei mali, da ritenerli miei compagni abituali. Ma l’acqua rigeneratrice lavò in me le colpe della vita passata e una luce venuta dall'alto si diffuse nel mio cuore purificato dalle sue macchie. Lo Spirito venuto dal cielo mi cambiò in un uomo nuovo con una seconda nascita. Subito, in modo meraviglioso, vidi la certezza succedere al dubbio; vidi aprirsi le porte chiuse e le tenebre illuminarsi, trovai facile quel che prima mi sembrava difficile e possibile quel che prima ritenevo impossibile».
In questo periodo sorse anche una controversia circa la validità del battesimo amministrato dagli eretici, che veniva negata dai cristiani d'Africa e Asia Minore, con la scusa che gli eretici, non possedendo lo Spirito Santo, non potevano conferirlo. A Roma invece il vescovo Stefano riteneva valido ogni battesimo, compiuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accontentandosi di imporre le mani al battezzando, come segno di ammissione nella Santa Chiesa. Ad ogni modo il trionfo finale della semplice imposizione delle mani da parte del Vescovo della comunità dove una persona voleva entrare a far parte, contribuì a separare sempre più il battesimo dal rito della confermazione, che si trasformò così nel nuovo Sacramento della «Cresima». Con tale rito episcopale si donava lo Spirito Santo, che gli eretici non potevano trasmettere in quanto ne erano privi. Gli eretici, che già erano stati immersi nell’acqua nel nome di Gesù Cristo, dovevano venire battezzati solo nello Spirito Santo, tramite l’imposizione delle mani episcopali. Mentre dal III al V secolo si andò creando una intensa liturgia battesimale, che si aggiunse al forte simbolismo biblico immersione-emersione, nei secoli successivi fu solo un ripensamento di ciò che si era formato in antecedenza. Con il generalizzarsi del battesimo dei bambini e con il successivo rito dell’infusione, si eliminò la piscina divenuta ormai non più necessaria. Infatti, tra l’XI e il XII secolo, sorgono i più antichi fonti battesimali collocati all’interno sia dei battisteri sia delle chiese parrocchiali. Per un certo periodo però, le due forme del battesimo – ad immersione o per infusione – continuarono a coesistere, per cui si spiega anche la forma dei primi fonti esemplificati sulla fontana medioevale, con grande vasca poligonale o circolare, al cui centro si elevava spesso il pilastrino con la riserva dell’acqua, o la statuetta del Battista, i quali potevano servire sia per l'immersione che per il battesimo ad infusione. Un esempio di questo tipo è il fonte battesimale di Verona (c.a. 1200). Una prova che il battesimo per immersione continuasse ad essere usato ancora nel XII secolo appare da un brano di Dante che narra di aver lui stesso rotto un pozzetto posto agli angoli del battistero del suo bel S. Giovanni per farne uscire l’acqua e così salvare un tale che vi stava annegando. Nel XIII secolo si ritenne possibile usare il rito dell’infusione, anziché dell’immersione, anche senza pericolo di morte del battezzando, come già si attuava anche prima, ma solo in caso di morte. Tommaso d’Aquino, pur riconoscendo più sicuro il battesimo per immersione, diceva possibile, specialmente in caso urgente, anche l'infusione. Fu quindi spostato il simbolismo biblico di «morte e sepoltura con Cristo» a quello di « lavacro» già iniziatosi con alcuni testi biblici.
Con la diffusione di questo uso nel IV secolo, ecco la costruzione di battisteri a parte. La vasca si eleva dal suolo e si riduce, per cui entra nella chiesa e prende il posto delle cappelle laterali - generalmente la prima a sinistra -. In alcuni battisteri antichi vi si aggiunse in epoca rinascimentale il fonte battesimale, lasciando intatta l'antica vasca. Con il Concilio di Trento si impose a quasi tutta la Chiesa latina il rituale del battesimo approvato da Paolo V nel 1614 che riproduceva in sostanza l’antico complicato battesimo degli adulti, sia pure con alcune semplificazioni, dando luogo a un rito misto del tutto inadatto ai bambini. Solo nei secoli XVII e XVIII il battesimo per immersione scomparve del tutto dalla Chiesa latina, mentre la Chiesa greca ne conserva tutt’ora l'uso, in parte mantenuto anche dalla Chiesa anglicana e da alcuni gruppi protestanti. L’osservanza degli antichi tempi battesimali (Pasqua e Pentecoste) andò quasi completamente in disuso sin dal XIII secolo, nonostante i ripetuti richiami per il loro ripristino. Anzi, con il XIV secolo si iniziò a prescrivere che il battesimo fosse amministrato al più presto dopo la nascita: «quam primum». Tale battesimo si ridusse così a una festa familiare nella quale assunsero un ruolo sempre più importante i «padrini» che fungevano da garanti per la futura educazione cattolica dei piccini. Per il bimbo divenne quasi un rito magico, compiuto senza la sua partecipazione. La fede, prima professata pubblicamente, e lo stesso segno simbolico (immersione), che riproduceva la morte e la resurrezione di Gesù, passarono così in secondo ordine.
IL NUOVO RITO BATTESIMALE
Dal momento che molti riti battesimali erano del tutto incomprensibili alla mentalità odierna, la Costituzione della Liturgia del Vaticano II decise che: «Si deve rivedere il rito per il battesimo dei fanciulli per adattarlo alle reali condizioni dei bambini » n. 67. Nel 1969 apparve il Nuovo rituale del Battesimo, che divenne operante il 29 maggio 1970. Il nuovo rito ha soppresso alcuni gesti come l’insalivazione, l'insufflazione, ma ha conservato un linguaggio di difficile comprensione, avendo voluto condensare in poco spazio la ricchezza del battesimo cristiano. Il nuovo rito si riduce a tre parti essenziali: l’immersione battesimale preceduta da riti introduttivi e coronata da altri conclusivi.
Riti preparatori.
Mentre prima i genitori e i parenti fungevano solo da porta-parola di un candidato responsabile, ora essi rispondono della loro fede personale e con essi il ministro e l’assemblea aggiungono la propria professione di fede: «Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa». Essi si assumono il compito di educare i bambini battezzati nella fede e nell’osservanza dei comandamenti. Mentre nell’antico rituale – fatto per gli adulti e poi adattato ai bambini – si supponeva una fede già esistente, ora il bambino viene battezzato in forza delle fede dei genitori, dei padrini e della Chiesa. Nei riti preparatori ha grande rilievo la Liturgia della Parola, con la lettura di qualche brano biblico, seguito da una preghiera che mostra come il battezzato partecipi alla morte e alla resurrezione di Cristo. Segue un esorcismo presentato come preghiera a Dio e non più come comando a Satana di abbandonare il bambino, quasi che questo ne fosse fisicamente posseduto; esso mette in risalto l’opposizione a Dio con cui ogni persona viene a trovarsi fin dalla nascita. Questa prima parte si conclude con l’unzione con l’olio dei catecumeni, che viene compiuta sul petto, come segno che solo la forza di Cristo rende possibile di conservare in se stesso lo Spirito Santo.
Parte centrale.
Consiste nella benedizione dell’acqua battesimale che prima si attuava solo nel tempo pasquale. La preghiera presenta i vari interventi di Dio nella storia della salvezza tramite il «mistero» dell’acqua. L’acqua strumento di creazione e poi mezzo di purificazione mediante il diluvio e di liberazione con il passaggio del mar Rosso, riceve il suo valore dalla potenza di Dio. Seguono la rinuncia a Satana e la professione di fede, che esprimono bene il «cambiamento di mente», insito nel Battesimo. Sono precedute da un ammonimento che richiama i presenti alle proprie responsabilità: «Cari genitori, padrini e madrine, i bambini che voi presentate stanno per ricevere il Battesimo. Nel suo amore Dio darà loro una vita nuova e rinasceranno dall’acqua e dallo Spirito Santo. A voi il compito di educarli nella fede, perché la vita divina che ricevono in dono sia preservata dal peccato e cresca di giorno in giorno». Il segno del Battesimo può essere attuato sia per abluzione sia per immersione, anzi quest’ultimo antico rito, ora ripristinato, è suggerito addirittura come preferenziale e meglio corrispondente all’insegnamento di San Paolo Rm 6; Cl 2,12.
Riti conclusivi.
Seguono i riti conclusivi che hanno lo scopo di sottolineare gli effetti del Battesimo: l’unzione con il sacro crisma, l’imposizione della veste candida e la consegna del cero acceso. Indicano al neofita, che deve conservare intatta la nuova vita ricevuta e illuminare, come figlio di Dio, l’ambiente in cui vive. Il rito dell’effetà, nel quale il sacerdote tocca le orecchie e la bocca di ogni bambino ad imitazione del gesto di Gesù, richiama la necessità di dare ascolto alla Parola di Dio e di professare le lodi di colui che lo ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Il rito si conclude con un piccolo corteo che si accosta all’altare, quasi a prefigurare la futura partecipazione dei battezzati all’eucarestia. La benedizione finale del sacerdote si rivolge primariamente alle madri, per le quali sostituisce il rito della purificazione che prima si attuava a parte, poi ai padri, infine ai battezzati e a tutti i presenti. In pericolo di morte, il battesimo può essere amministrato da chiunque, ma, se il bambino guarisce, il battezzato deve essere portato al tempio, perché il sacerdote o il diacono ne completi il rito con le altre cerimonie suppletive.
Il rituale del Battesimo per gli adulti.
Il documento sulla Liturgia prevedeva una revisione più completa del rituale per il battesimo degli adulti, da attuarsi non solo, com’è naturale, in terra di missione, ma anche quando si convertono delle famiglie non credenti. Il che poi non dovrebbe essere tanto difficile con l’incredulità sempre più diffusa anche nelle regioni cattoliche. Che il battesimo degli adulti avesse bisogno di modifiche era ammesso da tutti. Una forma sperimentale del rito solenne per battezzare gli adulti fu autorizzata fin dal 1965. Il rito definitivo edito nel 1972 comporta un catecumenato con riti diversi e insegnamenti vari che si estendono per un periodo più o meno lungo di preparazione.
Il Battesimo è seguito dalla Cresima e dalla prima partecipazione all’Eucaristia. Al rito battesimale segue un periodo di «mistagogia»: il neofita è indotto a «raccogliere l’esperienza e i frutti dei sacramenti ricevuti», a «entrare in maggior relazione con la comunità dei fedeli» e ad applicare sempre più tale rinascita alla propria esistenza. Il tempo normale del Battesimo è la vigilia di Pasqua preceduta dalla preparazione quaresimale e seguita dai cinquanta giorni verso la Pentecoste. In tal modo il cristiano rivive e fa proprio il messaggio storico del Cristo; il Battesimo è quindi una separazione dal passato e un innesto alla vita muova di Dio. Come si vede molta strada è stata compiuta dai primi secoli della Chiesa per giungere al Battesimo attuale. La riforma vorrebbe costituire un ritorno alla simbologia biblica, pur innestandovi, almeno in parte, elementi della tradizione.
Questa è la storia del Sacramento del Battesimo, origine e fonte del nostro essere figli di Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.