Preghiera e Liturgia

Immacolata 2019

madonna lourdes«O bella mia speranza, dolce amor mio Maria,
Tu sei la vita mia, la pace mia sei Tu...».


In una fredda mattina del gennaio 1849 Pio IX si affaccia dal balcone del palazzo che lo ospita e vede il mare in tempesta. È preoccupato. Gli è accanto il cardinal Lambruschini suo compagno di esilio nella fortezza di Gaeta. Erano fuggiti da Roma in seguito alla rivolta che già aveva fatto delle vittime. Il cardinale dice al Papa: «Vostra Santità non guarirà il mondo dai mali che l'opprimono… se non proclamando articolo di fede l'Immacolata Concezione della Madonna». Pochi giorni dopo Pio IX diffonde un lettera in cui chiede ai Vescovi di prendere posizione sul dogma dell’Immacolata. L'esito è quasi plebiscitario e l'8 dicembre del 1854 il Papa può dichiarare il solenne dogma di fede secondo cui «la beatissima Vergine Maria sin dal primo istante del concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio e in vista dei meriti di Gesù Cristo, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale». 
La mattina di quell'8 dicembre, nella Basilica di san Pietro, al momento della lettura del testo ufficiale, Pio IX è investito da un fascio di luce proveniente dall'alto, fenomeno sorprendente, perché in nessun periodo dell'anno, e tanto meno alla vigilia della stagione invernale, da nessuna finestra un raggio di luce poteva raggiungere l'abside dove si trovava il Papa...
È una sorta di «approvazione del cielo», l'auspicio di un più lieto avvenire nell'allora tormentata vita della Chiesa. E la proclamazione dell'Immacolata ridà nuove risorse spirituali alla comunità dei credenti. Tre anni e pochi mesi dopo quell'8 dicembre, precisamente l'11 febbraio del 1858, la Madonna apparendo a Lourdes, con tono solenne, a Bernardette che le chiedeva con insistenza chi fosse dice: «Io sono l’Immacolata Concezione» a conferma del pronunciamento papale. 
Ecco la grande Solennità dell’Avvento: ancora una volta oggi noi pellegrini sulla terra, per grazia di Dio, possiamo spingere lo sguardo alla Tutta Santa, la παναγί  (Panàghia), l’Immacolata Vergine Maria, che non è stata sfiorata dal peccato originale, l' unica creatura che, dopo la cacciata di Adamo e Eva dal Paradiso terrestre, non è stata morsa dal serpente, come invece lo siamo stati tutti noi. E allora oggi guardiamo a Lei che tutte le generazioni chiameranno beata. Rendiamo grazie alla SS. Trinità: al Padre, che ha amato Maria come figlia prediletta; al Figlio, il Verbo Eterno del Padre che si è incarnato nel grembo di Maria e l’ha avuta come Madre; e allo Spirito Santo, che ne ha fatto la Sua Sposa mistica. Attraverso il Cuore Immacolato di Maria, eleviamo alla SS. Trinità, in questo tempo di confusione nella Chiesa, il nostro inno di gratitudine e di lode. Ora, che forse si stanno realizzando le profezie, con più intensità eleviamo lo sguardo alla Madonna Immacolata.

«Siam peccatori, ma figli tuoi»: viviamo ogni giorno nella nostra vita il senso della caducità e forse talora dubitiamo anche del perdono di Dio. Ecco che la Madonna, la Tutta Santa, l’Immacolata che è Madre e Avvocata come diciamo nella preghiera del Salve Regina «Eia ergo, advocáta nostra, illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte», non guarda con distacco noi che siamo peccatori. Anche nell’Ave Maria diciamo «ora pro nobis peccatoribus», non ci guarda con il distacco con cui la creatura perfetta guarda le creature imperfette, al contrario è piena di misericordia. Nell’istante in cui è stata concepita nel grembo di S. Anna, non è stata raggiunta, come invece tutti, dal peccato originale.

Trovo singolare che questo dogma dell’epoca antica sia stato proclamato ufficialmente dalla Chiesa cattolica solo nel 1854. Tommaso d’Aquino non voleva il dogma dell’Immacolata, saranno i francescani e in particolare lo scozzese Giovanni Duns Scoto, agli inizi del 1300, ad aver l’audacia di fronteggiare san Tommaso d' Aquino e dimostrare che Dio nella Sua Onnipotenza ha fatto di Maria l’unica creatura che, a riguardo del peccato, non appartiene alla stirpe di Adamo.
Pio IX nel dogma dirà: «ante praevisa merita», ovvero la Madonna è la creatura cui i meriti della Passione del Figlio sono stati applicati in anticipo, è la pre-redenta, al contrario di ciascuno di noi che, concepito peccatore e immerso con il Battesimo nel Sacrificio pasquale di Nostro Signore Gesù Cristo, ne beneficia successivamente.

«Et macula originalis non est in Te». Maria tutta santa, tutta pura, tutta di Dio! La Chiesa non si è mai preoccupata di spendere troppi elogi per la Santa Vergine; da sempre «de Maria numquam satis», più la amiamo, più la veneriamo, più celebriamo in Lei le grandi opere di Dio e più vorremmo farlo. E nel corso dei secoli con le apparizioni mariane e la devozione dei Santi, la SS. Trinità ha mostrato di gradire questa offerta. La Santa Eucaristia è l’atto per eccellenza più gradito a Dio. Come insegna san Pio X nel Catechismo della Chiesa Cattolica è la rinnovazione del Sacrificio di Cristo sugli altari e il modo migliore per esaltare la SS. Trinità. Ma non vi è alcun dubbio che cantando a Maria lodiamo Dio.

Cantare a Maria è una terapia contro satana, contro il peccato, la tristezza, la paura, il turbamento, l’angoscia, la disperazione, contro tutte le insidie del cammino di fede. Cantare a Maria... pensiamo a quel bellissimo testo scritto da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, Santo che ha legato la sua vita a quella della Madonna: «O bella mia speranza, dolce amor mio Maria, Tu sei la vita mia, la pace mia sei Tu...». Tutte espressioni che possono venir fuori solo da un cuore profondamente innamorato. In questi giorni, provati dalle vicende che stiamo vivendo, dentro e fuori la Chiesa, lasciamoci rapire dalla Madonna: siamo peccatori e Lei ci introduce nella grazia di Dio, siamo impastati di terra e Lei ci conduce al Cielo.

Sia lodato Gesù Cristo.

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