Preghiera e Liturgia

Tutti i Santi 2019

Tutti i Santi1«Presente! Sono qui».
«Non vivo più io, ma Cristo vive in me» Gal 2,20.

«Rallegriamoci tutti nel Signore». La liturgia invita a condividere e ad assaporare la gioia del cielo dei Santi, che non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso i quali siamo esortati oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà di Dio.
La festa di Tutti i Santi è una delle più care al popolo cristiano.
Si diffonde nell’Europa latina nei secoli VIII - IX. E dal secolo IX si inizia a celebrarla anche a Roma, dove viene chiamata «Pasqua di Ognissanti».
Occorreva, infatti, far festa a Cristo vittorioso nella storia dei suoi Santi. La Festa dei Santi è la festa del nostro destino, la festa della nostra chiamata. È la festa in cui celebriamo la fedeltà di Dio verso gli uomini e quella degli uomini verso Dio; da questo felice legame nasce e sgorga la santità. Festeggiare i Santi significa guardare a chi già possiede la gloria dell’Eterno. I Santi contemplano il volto di Dio e gioiscono in pieno di questa visione. La Chiesa ci invita a levare in alto lo sguardo fino a raggiungere il punto in cui si intravede la Gerusalemme celeste, dove «l’assemblea dei nostri fratelli glorifica in eterno il Signore» cfr. Prefazio della Solennità.

La storia della Chiesa è segnata da questi uomini e donne che con la loro fede, con il loro amore, con la loro vita sono stati dei fari per tante generazioni, e lo sono anche per noi. I Santi manifestano la presenza potente e del Risorto; hanno lasciato che Cristo afferrasse in pieno la loro vita da poter affermare con san Paolo «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» Gal 2,20. La Solennità di oggi apre uno spiraglio sulla città del cielo, la patria comune verso cui siamo incamminati e che tanti nostri fratelli hanno già raggiunto; la casa dove si celebra in eterno la festa di Dio con i suoi amici.  Nella Preghiera Eucaristica contempleremo la gloria dei Santi proclamando che essi ci sono stati dati «come amici e modelli di vita». Spronati dal loro esempio, «verso la patria comune noi, pellegrini sulla terra, affrettiamo nella speranza il nostro cammino, lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti», che la Chiesa oggi ricorda, senza necessità di farne i nomi. I Santi sono uomini e donne che hanno cercato e amato intensamente Dio; persone, delle quali, forse, non conosciamo nulla, ma che nel lungo corso dei secoli hanno accolto la Parola di Cristo: «Vi ho dato l'esempio, perché, come ho fatto io facciate anche voi» Gv 13,15. E ne hanno fatto il loro programma di vita, con una esistenza profondamente radicata in Lui, il Figlio di Dio, il Redentore, che hanno amato con tutte le loro forze e lo hanno reso presente tra gli uomini.

Le Beatitudini sono il codice della santità. Non possono essere lette solo come un testo poetico o dai forti contenuti morali: sono Vangelo, cioè buona notizia, atteggiamenti vissuti da Gesù e, che devono diventare lo stile di vita del cristiano. Siamo chiamati ad accoglierle come interrogativo che mette in questione la nostra fede, la nostra sequela del Signore Gesù, la nostra gioia e felicità nel vivere il Vangelo. Sì, perché le Beatitudini riguardano il rapporto tra fede e felicità! La novità che Gesù immette nelle Beatitudini è Lui stesso: Egli è il povero, il mite, l’operatore di pace, il perseguitato per la giustizia. Le Beatitudini sono un programma di vita sicuramente difficile, eppure hanno un grande fascino. Esse indicano la strada della libertà mediante l’amore. «Beati!» che Gesù ripete nove volte sono, quelli che vivono fin d'ora la felicità, sono i miti, i pacifici, i puri, quelli che vivono con intensità e donano la propria vita, come i Santi.

Parlando della santità, è necessario precisare un fatto: la canonizzazione di un testimone della fede non aggiunge nulla alla sua vita; nulla che non fosse già parte della sua vicenda terrena. La Chiesa, infatti, non costituisce i Santi; la Chiesa li riconosce conformi alla santità di Cristo, incarnata nei giorni della loro vita. Oggi veneriamo questa innumerevole comunità di Santi che, attraverso i loro differenti percorsi di vita, ci indicano diverse strade di santità, unite da un unico denominatore: seguire Cristo e conformarsi a Lui.  

Che cosa vuol dire essere Santi?
Chi è chiamato ad essere Santo?
Come possiamo divenire Santi? 
Si è portati ancora a pensare che la santità sia una meta riservata a pochi eletti.
Per essere santi non occorre compiere azioni straordinarie, né possedere chissà che di eccezionale. È necessario ascoltare Gesù e seguirlo senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà. Tutti siamo chiamati alla santità: è la misura stessa della vita cristiana. 
La Chiesa oggi ci ricorda che la santità è la vocazione dell'uomo, chiamato ad essa a motivo della santità stessa di Dio, che in ognuno ha impresso la sua immagine, e che, ad ogni uomo ha inviato il suo Figlio Gesù, come Redentore, maestro e modello. La Liturgia ci invita a volgere lo sguardo verso Dio, «il tre volte Santo», per contemplare la bellezza della Sua Santità e il riflesso della stessa Santità in noi. Dio è il «Santo»; ma non ha esitato a donarci la Sua Santità perché siamo sempre più ricchi della Sua presenza e perché anche qui sulla terra si potesse conoscere la gloria a cui Egli ci chiama. In ciascuno di noi esiste la nostalgia alla santità poiché a essa siamo chiamati. Il Santo non è uno nato predestinato; uomini e donne come noi, si sono fidati e lasciati plasmare da Dio. Santo è chi lascia che il Signore riempia la sua vita fino a farla diventare dono per gli altri. I Santi sono modelli che la Chiesa indica a tutti, perché tutti. I Santi di cui oggi facciamo memoria, pur senza invocarne il nome, sono quella schiera, veramente infinita, di uomini e donne che hanno risposto generosamente alla chiamata di Cristo, quella «via stretta» che conduce alla salvezza, che è pienezza di vita in Dio, felicità senza fine.

La Festa di Tutti i Santi è la celebrazione di una storia di speranza, di una storia trasformata da chi crede e segue Gesù. È la celebrazione di una storia che culmina nella lode, pur passando dalla grande tribolazione. Educati alla scuola della Parola e dell’Eucaristia, vivificati dal Suo Spirito, inseriti in Lui con il Battesimo e i Sacramenti, siamo già ora cittadini del Regno. Ognuno di noi è chiamato a farsi Santo; ognuno è chiamato a lasciare che il Signore prenda possesso della sua vita. Dio continua a renderci santi ogni volta che noi ci viviamo da figli; ogni volta che il seme della Parola trova dimora in noi e porta frutto, ogni volta che la grazia dei Sacramenti ravviva in noi il Suo Mistero di salvezza, ogni volta che nel fratello sappiamo riconoscere la Sua presenza. Pellegrini della fede, cercatori del volto di Dio, camminiamo con speranza lungo le strade della vita, coltivando il dono della santità che Dio ci offre e testimoniando con coraggio il Vangelo dell'Amore che santifica e salva il mondo. Nella festa di Tutti i Santi intravvediamo il nostro destino finale: la ragione per cui siamo stati creati. Oggi «sappiamo … che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è» 1Gv 3,2. La vita in comunione con Lui è la ragione per cui siamo stati chiamati all’esistenza: è l’eredità che ci aspetta. È comunione di vita fra Dio e l’uomo nella vita eterna del Paradiso. 


Ci affidiamo alla protezione dei Santi, in modo particolare dei nostri Santi Protettori, perché si facciano interpreti delle nostre attese e dei nostri desideri di santità presso il trono dell'Altissimo. L'esempio dei Santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l'unica vera causa di tristezza e di infelicità per l'uomo è vivere lontano da Lui. Affidiamo la santità della nostra vita anche alla Regina di tutti i Santi, la Vergine Maria, che «brilla innanzi al popolo di Dio come segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando verrà il giorno del Signore», e «con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo, in mezzo ai pericoli e affanni del mondo, fino a che non siano condotti alla patria beata» LG 68, 62. 
Il Paradiso è quella patria beata… là ci sono i Santi e anche i nostri fratelli Defunti.
Ma il cielo non è un posto disperso tra le stelle e i pianeti: il cielo è Dio!
Dovunque stiamo, dovunque ci spostiamo c'è Dio, c'è il cielo, ci sono i Santi e i Defunti. Con loro non siamo mai soli.
Quando invochiamo per nome i Santi e i Defunti, sentiamo che loro ci sono e che potrebbero rispondere: «Presente! Sono qui».
Apriamo allora il cuore alla preghiera. Loro sono qui… insieme ai nostri cari che portiamo nel cuore.

Sia lodato Gesù Cristo.

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Giorni Feriali
Linea 70 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 11-12-13-51 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi
Giorni Festivi
Linea 94 (fermata Piazzale del Cimitero)
Linee 90-92-98 (fermata Chiesa di San Paolo) - 300m a piedi