Preghiera e Liturgia

Santi Arcangeli Michele Gabriele Raffaele 2019

SantiArcangeli2019Chi è un Angelo?
«Creature orientate a Dio e messaggeri di Dio». Bendetto XVI.

San Michele
, principe delle milizie celesti, vincitore del dragone infernale, che hai ricevuto da Dio la forza e il potere di annientare con l’umiltà la superbia delle potenze delle tenebre, ti supplichiamo, aiutaci ad avere una vera umiltà di cuore, un’incrollabile fedeltà per compiere sempre il volere di Dio, la fortezza nella sofferenza e nel bisogno. Aiutaci a superare il giudizio nel tribunale di Dio. San Gabriele, angelo dell’incarnazione, fedele messaggero di Dio, apri le nostre orecchie ad ascoltare i dolci richiami del cuore di nostro Signore. Sii sempre davanti ai nostri occhi. Ti supplichiamo affinché comprendiamo la Parola di Dio, la seguiamo, e portiamo a termine ciò che Dio vuole da noi. Aiutarci ad essere viglianti a pronti, affinché il Signore al suo arrivo ci trovi desti. San Raffaele, freccia d’amore e medicina di Dio, ferisci il nostro cuore con l’ardente amore del Signore e fa’ che questa ferita mai si chiuda, affinché anche nella vita di ogni giorno possiamo rimanere sempre sulla via della santità e superare tutto con l’amore.

Alla luce della missione degli Arcangeli possiamo comprendere meglio noi stessi e il progetto che Dio ha su di noi. C’è una corrispondenza tra il nostro ministero nella Chiesa e nel mondo e la missione dell’Angelo. 
Ma chi è un Angelo? La Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, come ci ricorda Benedetto XVI, ci presentano gli angeli attraverso due tratti distintivi. Da una parte, l’Angelo è una creatura che sta davanti a Dio, è orientata con tutto il suo essere verso Dio. Tutti e tre i nomi degli Arcangeli finiscono con la parola «El», che significa «Dio». Dio è scritto nei loro nomi e nel loro essere. La loro vera natura è l’esistenza in vista di Lui e per Lui. Il secondo tratto è collegato col primo: essi sono messaggeri di Dio. Portano Dio agli uomini, aprono il cielo e la terra. Proprio perché sono presso Dio e lo vedono faccia a faccia, possono anche essere molto vicini all’uomo. Gli Angeli parlano all’uomo in nome di Dio. Parlano agli uomini di ciò che costituisce il loro vero essere, della loro vera identità, di ciò che nella vita spesso è dimenticato o sepolto. Invitano a rientrare in se stessi, spronano e incoraggiano. Sollecitano ad accogliere Dio e il suo progetto sulla nostra vita. 
Gli Angeli, esseri spirituali che vivono «per Dio» e godono la sua gioia, secondo la Chiesa, sono sempre al nostro fianco per essere, anche noi, totalmente di Dio e partecipi della sua vita. Desiderano per noi che diventiamo «angeli» gli uni per gli altri: angeli che annunciano Dio, che distolgono da vie sbagliate e che ci invitano ad orientarci sempre di nuovo verso Dio; angeli che pregano e intercedono per i propri fratelli presso Dio. Tutto ciò diventa ancora più chiaro se guardiamo alle figure dei tre Arcangeli.

Michele è nome ebraico che vuol dire «Chi è come Dio?».
Michele lo si incontra soprattutto nel Libro di Daniele, nella Lettera dell’Apostolo Giuda Taddeo e nell’Apocalisse. Egli svolge due compiti fondamentali: «difende», anzitutto, la causa dell’unicità di Dio contro la persecuzione del drago, il serpente antico, che tenta l’uomo a mettere se stesso al posto di Dio, perché Dio ostacolerebbe la libertà. In realtà, chi mette in disparte Dio, accantona anche l’uomo. Gli toglie la dignità, quella di Figlio di Dio nel Figlio Gesù. L’uomo diventa un prodotto di se stesso, la misura del vero e del bene e con ciò stesso la sua libertà è concepita senza limiti. Compito di Michele è sconfiggere il drago perché ci sia spazio per Dio. È anche compito dei vescovi, dei sacerdoti e dei credenti, in quanto figli di Dio, di far spazio a Dio nel mondo contro le negazioni e difendere così la grandezza dell’uomo. Senza Dio, la libertà perde il suo riferimento ultimo e non riesce a stabilire una scala nei valori. La seconda funzione di Michele, secondo la Scrittura, è quella di «protettore» del Popolo di Dio cfr. Dn 10, 21; 12,1. Siamo, allora, sull’esempio di San Michele, «angeli custodi» della chiesa domestica che è la famiglia, delle istituzioni cattoliche sempre più deboli, ma di cui abbiamo un estremo bisogno, sapendole rinnovare e rendere più efficaci nel servizio al Vangelo. La Liturgia dei Defunti lo vuole anche accompagnatore delle anime. 


Gabriele significa «forza di Dio».
Si presenta a Zaccaria come «colui che sta al cospetto di Dio» Lc 1,19. Tutti ricordiamo l’Arcangelo Gabriele, come messaggero dell’incarnazione di Dio cfr Lc 1,26-38. Egli bussa alla porta di Maria e, per suo tramite, Dio chiede a Maria il suo «sì» alla proposta di diventare la Madre del Redentore. L’incarnazione di Dio, il suo farsi carne deve continuare, mediante la Chiesa, i pastori e i fedeli, sino alla fine dei tempi. Tutte le generazioni devono essere riunite in Cristo, in un solo corpo. Cristo ha bisogno di persone che, per così dire, gli mettono a disposizione la propria carne, perché tutto sia ricapitolato in Lui e tutti diventino un solo corpo. 


Raffaele significa «Dio ha curato».
È accompagnatore nel viaggio del giovane Tobia e portatore di salvezza al vecchio padre cieco. Raffaele è l’Angelo a cui è affidato il compito di guarire: guarire la comunione tra uomo e donna, affinché i due tornino a riaccogliersi per sempre; guarire gli occhi ciechi. Sappiamo quanto oggi siamo minacciati dalla cecità. Quanto grande è il pericolo che, di fronte a tutto ciò che sulle cose materiali sappiamo e con esse siamo in grado di fare, diventiamo ciechi per la luce di Dio. Guarire la cecità per Dio con il messaggio della fede e dell’amore, è il servizio di Raffaele, affidato giorno per giorno a noi. Così, siamo portati a pensare al Sacramento della Penitenza che, nel senso più profondo della parola, è un sacramento di guarigione. La vera ferita e la vera cecità dell’anima è il peccato. Sull’esempio degli Arcangeli siamo impegnati a sconfiggere il male, a far spazio a Dio nella nostra vita, guarendo la nostra cecità per Dio e offrendo la nostra testimonianza all’incarnazione di Cristo nel mondo.

Qui, oggi, nella nostra vita vedrete «il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’Uomo».
Oggi è un bel giorno. Dio si nasconde nelle ore e nelle pieghe della nostra vita, perché il suo sguardo di amore non ci lascia mai. Anche nelle storie di angoscia e paura che hanno tanta parte della nostra esistenza, quella che scivola sotto un cielo plumbeo e chiuso a quattro mandate. E la speranza sembra tante volte svanire. Poi, all'improvviso, una notizia: Qualcuno ha trattato e interceduto per noi, qualcuno ha pagato per noi.... Molto di più: Qualcuno ha offerto la Sua vita per noi. Qui ed ora. Sulla Croce di Cristo il Cielo è aperto e gli Angeli si rincorrono ad annunciarci la notizia che le porte di quell'angoscia che ti lacera il cuore, le ha splancate il Signore.
Oggi, laddove sei crocifisso, ora sei libero!

Sia lodato Gesù Cristo.


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