Preghiera e Liturgia

Festa della Esaltazione della Santa Croce 2019

EsaltazioneCroce2019
Signum crucis, signum victoriae!
«Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» Gv 12,32.


Festa liturgica della Esaltazione della Santa Croce. In passato questo momento liturgico veniva chiamato così: «Inventio Sanctae Crucis». Con la riforma liturgica, dalla parola «inventio», si è passati alla parola più biblicamente fondata di «esaltazione». Gesù dice: «Quando il Figlio dell’Uomo sarà innalazato da terra, attirerà tutto a sé». Gesù sale sulla croce, ed è questo il momento della esaltazione di Dio, in Cristo suo Figlio. Ma questa liturgia nasce con il termine di «inventio». In latino questa parola significa «ritrovamento» e la celebrazione fa riferimento ad un episodio specifico. Il mistero della croce, infatti, non avrebbe bisogno di una celebrazione specifica, in quanto è un segno intangibile, intoccabile, un segno univoco della nostra fede.
L’episodio fa parte, forse, della tradizione leggendaria, ma la riforma liturgica ha pensato di lasciare questa festa e di completarla con un qualcosa di più teologico, biblico: «Esaltazione della Santa Croce». L’imperatrice S. Elena, molto venerata presso i fratelli ortodossi e venerata soprattutto in Germania, è la madre di Costantino, imperatore romano del 300. La tradizione vuole che S. Elena sia andata in Terra Santa nel 327 ed è andata a cercare ciò che ancora era rimasto delle reliquie di nostro Signore Gesù Cristo. Ora, qual è la reliquia più significativa da cercare a Gerusalemme, dopo il tempo difficile delle persecuzioni? La Santa Croce! Va a Gerusalemme e comincia a cercarla dappertutto… lei, l’imperatrice e la regina, si fa umile ricercatrice delle cose di Dio. Va a bussare da tutte le parti, si immerge nel popolo di Dio casomai qualcuno sapesse qualcosa. È una ricerca faticosa, come spesso succede nel cammino verso Dio, è la fatica del camminare in Dio. Finalmente un tale di nome Giuda la chiama e le dice: «So io dove portarti». E la conduce nel posto dove si trova il sepolcro di Gesù. Qui vengono rinvenute tre croci. L’imperatrice chiede al Signore: «Signore, come potrò riconoscere la croce dove Tu sei stato inchiodato?». E allora Giuda dice a S. Elena: «Proprio ora sta passando un funerale, c’è il morto. Appoggiamo ognuna di queste tre croci sul morto. Se dovesse risorgere, se si alza, se si risveglia… quella sarà la croce dove Gesù è stato inchiodato». Viene appoggiata la prima croce e non succede niente. Poi la seconda e ancora non succede nulla. La terza croce opera il miracolo della risurrezione. Allora Elena capisce che quella è la croce del Signore. Era il 14 settembre del 327.

Nella Basilica di San Pietro in Vaticano, nei quattro piloni che sorreggono la cupola, vicino al baldacchino papale, ci sono delle nicchie per custodire le reliquie piú importanti della Basilica, se escludiamo i resti dell’apostolo San Pietro che sono sotto, nella Necropoli Vaticana. Ognuna di queste nicchie è occupata da un’enorme statua di piú di tre metri. Le statue rappresentano:
- la Veronica che ha asciugato il volto di Gesù con il suo velo,
- il soldato Longino che con la sua lancia colpi il costato di Gesù,
- Sant’Andrea con la croce ad X,
- S. Elena che sorregge una croce.
Ce lo conferma anche la relativa iscrizione: «Partem Crucis, quam Helena Imperatrix è Calvario in Urbem adduxit, Urbanus VIII Pont. Max. è Sessoriana Basilica desumptam, additis ara, et Statua, hic in Vaticano collocauit - Parte della Croce che l'imperatrice Elena, dal Calvario alla città di Roma, ha portato ad Urbano VIII Pontefice Massimo e subito, posta qui in Vaticano».

Qual è l’insegnamento della croce di Gesù per tutti noi?
«Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».
Noi tracciamo questo segno dalla fronte, al cuore e poi uniamo le nostre mani sul petto. Fino a qualche tempo fa si usava concludere il segno della croce con un bacio, segno di affetto e di devozione, poi le mani ritornano giunte come all’inizio. Ogni azione liturgica e ogni nostra preghiera inizia e si conclude con il segno della croce. Che cosa indica quindi il segno della croce? E quando nasce? È un segno antichissimo. Ci potremmo chiedere: «Quando per la prima volta c’è una attestazione di questo segno?». Nel secondo secolo dopo Cristo. Il primo a riportare l’esistenza del segno di croce è Tertulliano, un Padre della Chiesa, vissuto nel 160 – 200 dopo Cristo, che in suo scritto afferma: «Se ci mettiamo in cammino, se usciamo od entriamo, se ci vestiamo, se ci laviamo o andiamo a mensa, a letto, se ci poniamo a sedere, in queste e in tutte le nostre azioni ci segniamo la fronte col segno di croce» Tertulliano, De corona, III. E spiega anche come fare il segno della croce, che poi è passato alla storia come segno di croce breve. C’è un segno di croce breve e un segno di croce grande, ampio. Il segno di croce breve è quello più antico, quello che usiamo prima del Vangelo: ci segnamo una piccola croce sulla fronte. Questo è il segno più antico che ci viene attestato da parte della prima comunità cristiana. Invece il segno della croce ampio è quello che noi facciamo ogni mattina appena ci svegliamo ed ogni sera prima di addormentarci. Quello ampio è il segno della croce che ogni mamma o ogni papà fa sulla fronte del suo bambino ogni giorno e lo insegna al suo bambino quando è ancora piccolo. Forse ognuno di noi ricorda questo insegnamento. Io ho un ricordo molto vivo: le mie nonne mi portavano in chiesa, davanti ad un grande crocifisso e lì mi insegnavano il segno della croce.
Tertulliano aggiunge che «come i soldati vanno in guerra e compiono dei gesti scaramantici o di incoraggiamento…» così il cristiano, il credente in Cristo che va in battaglia, deve segnarsi anche lui con il segno della vittoria… signum crucis, signum victoriae! Il segno della croce è il segno della vittoria! Il demonio non può sopportare la croce. E questa immagine non è antiquata, non è che non sia più adatta per noi…! È sempre stato fatto presente che c’è un nemico che non dorme mai e che si chiama diavolo. Ma nella Chiesa c’è una grande frangia di pastori e di teologi che se la prendono con quelli che ne parlano. Invece anche la Madonna a Medjugorje, in un messaggio a Mjriiana del 1981 afferma che Satana è scatenato, perché c’è lo scontro finale e Satana è forte e vuole distruggere la fede, Satana è sciolto dalle catene…il nemico c’è. Sempre io raccomando di mettere un crocifisso all’ingresso di casa, perché la Madonna a Medjugorje dice che Satana vuole entrare nelle case, che Satana vuole distruggere le famiglie… bisogna quindi proteggersi con oggetti benedetti o immagini sacre. Alla fine Satana deve arrendersi davanti alle immagini sacre o davanti all’acqua benedetta. Per questo oggi torna di grande importanza il segno della croce.
 
Tertulliano afferma: «Ci segnamo con il segno della vittoria per andare in guerra». E dice come andare in guerra… parla del diavolo e noi sappiamo che è così! Abbiamo una lotta da affrontare, una battaglia contro il potere delle tenebre e questa battaglia dobbiamo fronteggiarla prima di ogni cosa con il segno della croce. Santa Teresa d’Avila, che lottava a tu per tu con il demonio, dice che il rimedio più forte contro Satana è l’acqua benedetta. Il demonio esiste, ci vuole portare lontano da Dio. Dobbiamo recuperare la dimensione militante della fede, e il segno della croce ce lo impone. Di fronte alla croce il diavolo fugge. Quindi non dobbiamo fare il segno della croce in modo frettoloso e veloce… il segno di croce ci ricorda la nostra identità cristiana, facciamo memoria della redenzione su di noi, noi siamo i destinatari della salvezza che Gesù ci offre morendo sulla croce per noi… perciò va fatto lentamente e con coscienza, per tenere lontano il male.

È sempre di grande conforto guardare Gesù in croce. Non lo guardiamo più Gesù in croce. I Santi, anche quelli più recenti, lo contemplavano. Prova anche tu a guardare il Crocifisso: magari nel momento in cui stai male, in cui soffri, nel momento in cui sei angosciato, nel momento in cui stai cadendo nella disperazione, guarda a Lui sulla croce, contempla il suo dolore e affidagli il tuo con fiducia. Tieni sempre con te la corona del Santo Rosario con il crocifisso, come dice ancora la Madonna a Medjugorje… perché uno si deve proteggere se è in guerra e la guerra si vince con le armi della fede. E il Crocifisso ti consola, Gesù in croce è motivo di grande consolazione e puoi invocarlo con il tuo cuore: Gesù mio, Gesù mio, quanto hai sofferto per me, versando il tuo Sangue prezioso per me. Se tu unisci la tua croce alla croce di Gesù, il tuo dolore lo porti con Lui. Mentre Santa Bernardette Soubirous stava per morire nel suo convento di Nevers in Francia, le sorelle le avevano messo davanti tante immaginette di Santi e della Madonna, Sapete cosa ha detto Bernardette poco prima di morire? Togliete tutto e lasciatemi solo il Crocifisso! E ancora oggi chi visita il convento delle Suore di Nevers trova il letto dove è morta Santa Bernrdette e sopra il letto c’è la croce, quella che Bernardette guardava mentre stava morendo. Anche Agostino, quando era ammalato desiderava avere davanti a sé i Salmi penitenziali e il Crocifisso.

La croce ci dà forza e dobbiamo dire grazie a Gesù per la sua croce. Grazie Gesù per la mia croce di ogni giorno, perché senza questa croce io mi sarei perduto, senza questa croce io sarei diventato più superbo e meno umile. Grazie Gesù di questa croce perché con questa croce mi hai ricordato che non esiste solo ciò che è terreno, ma che sono fatto per il cielo. I Padri dicevano: Per crucem, ad lucem. Gesù ha detto: Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. E i Farisei sotto la croce invece: Scendi dalla croce e ti crederemo. E Gesù invece rimane lì sulla croce, perché la croce è benedizione di Dio, è dono di Dio.

Ave crux, spes unica mundi!
Ti salutiamo o croce, unica speranza del mondo!

Sia lodato Gesù Cristo.

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