21 Domenica del Tempo Ordinario 2019
Una porta stretta per entrare nel Regno.
«Vi sono ultimi che saranno primi, e primi ultimi» Lc 13,30.
Tutta l’umanità è chiamata a camminare verso il Signore per un futuro di salvezza e di pace. Il Regno di Dio è dono che va accolto nella fede. Questa accoglienza impegna la vita del discepolo in una scelta continua. L’esempio di Gesù che dona la sua vita fino alla fine sta davanti al discepolo come indicazione chiara per comprendere l’immagine della porta stretta. In questa Eucaristia invochiamo lo Spirito d’Amore, perché ravvivi la nostra fede e ci insegni a seguire la strada del Cristo fino in fondo.
«Vi sono ultimi che saranno primi, e primi ultimi» Lc 13,30.
Tutta l’umanità è chiamata a camminare verso il Signore per un futuro di salvezza e di pace. Il Regno di Dio è dono che va accolto nella fede. Questa accoglienza impegna la vita del discepolo in una scelta continua. L’esempio di Gesù che dona la sua vita fino alla fine sta davanti al discepolo come indicazione chiara per comprendere l’immagine della porta stretta. In questa Eucaristia invochiamo lo Spirito d’Amore, perché ravvivi la nostra fede e ci insegni a seguire la strada del Cristo fino in fondo.
Prima Lettura.
Già al tempo del profeta Isaia questa profezia doveva suonare strana: come può Dio andarsi a scegliere fedeli e devoti tra i popoli pagani? Non è forse Israele il popolo che egli si è scelto? Perché allora andare a cercare addirittura sacerdoti tra questi popoli per paragonarli ai leviti, cioè coloro che si occupano del culto nel tempio del Signore? Ma il messaggio del profeta fa riflettere: l'Altissimo cerca soprattutto coloro che gli sono fedeli nel cuore e che si impegnano a custodire e vivere la sua Parola, nella giustizia e nella santità. Non ci si può fregiare di un titolo - fosse anche quello di essere appartenente al popolo eletto - se poi non si compiono le opere a Lui gradite. Forse questo messaggio scandalizza anche te: prova a riflettere, e capirai cosa Dio vuole davvero da te.
Seconda Lettura.
Se hai rimproverato qualcuno per il suo bene, puoi capire meglio il senso di queste parole: molto spesso colui che rimprovera soffre di più di colui che viene rimproverato. Lo stesso avviene per Dio. Lui sa che a volte la correzione è per noi fonte di salvezza e di redenzione. Eppure, essere corretti e rimproverati non piace a nessuno: ci vuole una grande dose di fede per credere che essa sia per il nostro bene! Non per questo bisogna abbattersi: prova così a considerare ogni sofferenza che ti accade come un tentativo che Dio fa con te per portarti a un livello interiore sempre più grande e perfetto. È questo il modo migliore per vivere nella fede di un Dio che ti ama e che vuole sempre e comunque il tuo bene.
Vangelo.
Quando si tratta di entrare nel Regno di Dio, non servono le raccomandazioni o la conoscenza di Gesù. Egli dice che non serve aver vissuto solo nella Chiesa se poi non abbiamo messo in pratica la sua volontà. Dunque, non basta nemmeno aver udito la sua voce che predica la Parola di salvezza per salvarsi, se poi non abbiamo fatto nulla per metterla in pratica. A questo punto, probabilmente, saremo sorpresi di vedere che tante persone, che noi non avremmo nemmeno degnato di uno sguardo, saranno le prime ad avere l'accesso a questo Regno: proprio coloro che non attiravano i nostri sguardi e la nostra attenzione, attiravano quella di Dio, e tanto basta. Allora, forse anche tu devi impegnarti di più, ogni giorno e ogni istante della tua vita.
Sia lodato Gesù Cristo.