Preghiera e Liturgia

Assunzione della Beata Vergine Maria 2019

Assunzione2016«L’Immacolata Concezione, madre di Dio, fu assunta
alla gloria celeste in anima e corpo» dal Dogma dell'Assunta.


Maria è ricordata per l’ultima volta nel Nuovo Testamento all’inizio del Libro degli Atti: in preghiera, circondata dagli apostoli e dalla prima comunità cristiana: «Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui» At 1,14. Poi esce di scena, silenziosa e discreta com’era entrata e di lei non sappiamo più nulla; nei testi canonici non viene riferito dove abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita e come abbia lasciato questa terra.
È a partire dal VI secolo che si diffondono fra i cristiani numerose versioni di un unico tema: «la Dormizione della Madonna».
Questi testi apocrifi tramandano una serie di notizie sugli ultimi giorni di Maria e sulla sua morte. Si tratta di racconti popolari, in gran parte romanzati, il cui nucleo originario però, risalente al II secolo e composto nell’ambito della Chiesa Madre di Gerusalemme, contiene anche qualche informazione attendibile.
Dopo la Pasqua, Maria, con ogni probabilità, visse a Gerusalemme, sul Monte Sion, forse nella stessa casa in cui suo figlio aveva celebrato con gli apostoli l’Ultima Cena. Giunto per lei il momento di lasciare questo mondo – e qui inizia l’aspetto leggendario dei racconti apocrifi – le apparve un messaggero celeste che le annunciò il suo prossimo transito. Dalle terre più remote, gli apostoli, prodigiosamente trasportati su nuvole, giunsero al suo capezzale, conversarono teneramente con lei, rimanendole accanto fino al momento in cui Gesù con una schiera di angeli venne a prendere la sua anima. Accompagnarono poi il suo corpo in corteo fino al torrente Cedron e lì lo deposero in un sepolcro scavato nella roccia. Questo è probabilmente un dettaglio storico. Fin dal I secolo, infatti, la sua tomba, nei pressi della grotta del Getsemani, è stata ininterrottamente venerata. Nel IV secolo fu isolata dalle altre e racchiusa in una chiesa.
Tre giorni dopo la sua sepoltura – e qui riprendono le notizie leggendarie – ecco comparire di nuovo Gesù per prendere il suo corpo che gli Apostoli avevano continuato a vegliare. Diede ordine agli Angeli di portarlo sulle nubi e agli Apostoli di accompagnarlo. Le nubi si diressero ad oriente, alla volta del Paradiso e, giunte nel regno della luce, fra i canti degli angeli e i profumi più deliziosi, lo deposero accanto all’albero della vita. Questi dettagli romanzeschi non hanno alcun valore storico, testimoniano però, attraverso immagini e simboli, la grande devozione del popolo cristiano per la Madre del Signore.

La riflessione dei credenti sulla sorte di Maria dopo la morte ha continuato a svilupparsi lungo i secoli, ha portato alla fede nella sua assunzione e, il 1° novembre 1950, alla definizione pontificia: «L’Immacolata Concezione madre di Dio sempre vergine, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Che significa questo dogma?
Il testo della definizione pontificia non parla di «assunta in cielo» – come se ci fosse stato uno spostamento nello spazio o un «rapimento» del suo corpo dalla tomba verso la dimora di Dio – ma dice: «assunta alla gloria celeste». La «gloria celeste» non è un luogo, ma una condizione nuova. Maria non è andata in un altro posto, portando con sé le fragili spoglie che sono destinate a tornare polvere, non ha abbandonato la comunità dei discepoli che continuano a camminare pellegrini in questo mondo, ha mutato il modo di essere con loro, come ha fatto suo figlio nel giorno di Pasqua. Maria, la «serva del Signore», è presentata ai credenti come una privilegiata, come il modello più eccelso, come il segno del destino che attende ogni uomo che crede «nell’adempimento delle parole del Signore» Lc 1,45.

Nel mondo si confrontano, in un drammatico duello, le forze della vita e della morte. I dolori e le malattie della vita sono i segni che annunciano l’ultimo assalto dello spaventoso drago. Alla fine la lotta diventa impari e la morte agguanta sempre la sua preda.
Dio, amante della vita, assiste impassibile a questa disfatta delle creature che hanno impressa in volto la sua immagine?
La risposta a questo interrogativo ci viene data oggi in Maria.
In lei siamo invitati a contemplare il trionfo del Dio della vita.

Sia lodato Gesù Cristo.

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