Preghiera e Liturgia

5 Domenica di Quaresima 2019

5QuaresimaC2019bisIl Suo Amore: l’unico che, come sempre, non delude!
«Neanch'io ti condanno... non peccare più» Gv 8,11.
 
«Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito»… canta Franco Battiato nella sua canzone «Tutto l'universo obbedisce all'amore». Immergendomi sulla spianata del tempo, quando portano quella donna sorpresa in flagrante adulterio, cercando di gettarmi anch'io in quella scena movimentata, fatta di sguardi inquisitori, ho pensato subito allo sguardo di Gesù: lì intravedo l'infinito...
Il Vangelo di Giovanni - una breve parentesi tra i racconti di Luca che stiamo leggendo in questi mesi, che tuttavia non stona - ci racconta che Gesù ha passato la notte in preghiera presso l'Orto degli Ulivi. Poi al mattino se n'è tornato al tempio, insieme ai suoi, a predicare. Quanta confusione! Gente che va', gente che viene. Mercanti e fedeli, scribi e sacerdoti, giusti e peccatori… il cuore di Gerusalemme sta tutto lì. Profumo di incenso e di paglia, sacro e profano, polvere e sacrifici, tintinnio di monete e lacrime umane, alte preghiere e bassi affari... un'umanità in miniatura insomma. Ecco che, d'un tratto, il trambusto aumenta: si odono urla e incitamenti: «Avanti! Lapidiamola! Non perdiamo tempo! A morte! Vergogna! Donna maledetta! Tirati su! Cammina!». La folla quel giorno era così: desiderosa di spettacolo, di sangue, di linciaggio facile. Spingono quella donna sorpresa in adulterio. La spingono sotto gli occhi di tutti, sono sguardi che uccidono, che condannano, sono sguardi senza pietà. E più la folla aumenta, e più lo sguardo diventa sicuro di sé. Si fa in fretta a raccogliere una pietra: occhi e mani carichi, pronti a sferrare il colpo decisivo. Si avvicinano a Gesù.
Gli scribi e i farisei hanno preparato una bella trappola per Gesù. Gli portano una donna sorpresa in adulterio e stanno ad osservare il suo comportamento. La trappola è evidente: se Gesù si schiera dalla parte del Dio giudice, avrà un drastico crollo di popolarità tra la folla di peccatori entusiasti dalle sue parole di speranza e misericordia. Se, invece, è contrario a ciò che Mosè ha comandato, cioè la lapidazione, si profila per il Rabbì di Nazareth l'accusa di bestemmiatore e pericoloso sovvertitore della legge. Qualunque sia la sua risposta, Gesù ci rimette o la reputazione o la libertà. Così pensano gli scribi e i farisei. La trappola è servita. Portano con loro una pietra. Qualcuno la posa silenziosamente vicino al Maestro. Ne avrà bisogno anche lui. Questa volta ce l'abbiamo in pugno il Rabbì di Nazareth, questa donna ci ha dato l'occasione della vita per metterlo alle corde e sferrare il colpo finale contro di lei e anche contro di lui.

«Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Mosè, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
Gesù non parla, non risponde. Ma il suo sguardo si china, e si mette a scrivere per terra. Più misterioso di così… Il suo dito nella polvere traccia linee e lo sguardo del Maestro si perde in quella terra… Gesù sembra dimenticarsi della folla intorno a lui. Un minuto appena, poi la gente è impaziente, vuole sapere, non ha tempo da perdere... «Avanti... Dai!... Forza!... Dicci qualcosa». Gesù allora chiama in causa gli scribi e farisei e rigira a loro la patata bollente. Tutti i loro piani vengono spazzati via dall'inattesa risposta alla loro insistenza: «Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei». La reazione degli scribi e dei farisei la conosciamo: tanto compatti nel condannare, quanto scompaginati nell'allontanarsi dopo essere stati smascherati. E nella folla cala il silenzio, interrotto solo dal rumore sordo della prima pietra che cade a terra, e poi la seconda e avanti, una dopo l'altra tutte sono deposte. Anche gli sguardi si disarmano. Ora non sono più rivolti alla donna, ma a se stessi. Se ne vanno. Si allontanano. A un metro da loro c'è il volto della Salvezza, ma essi si allontanano. Lì c'è lo sguardo che perdona... ma essi si allontanano. Rimane quella donna e il Maestro. Dal trambusto alla calma. Dagli sguardi sprezzanti della folla a quello del Maestro: tenerezza penetrante dell'amore.

Guardiamo per un attimo allo sguardo di Gesù: lasciamoci incantare da quella bellezza che non giudica, non condanna, non rimprovera. Lasciamoci stupire da quell’amore che gioca sempre in anticipo, che non aspetta umiliazioni pubbliche e richieste imploranti. Non c’è n’è bisogno… è già fatto! Il perdono e l’amore vero l’ha preceduta: «Io morirò sulla croce anche per te!”… che spettacolo! Ed è in certi sguardi che si intravede l'infinito. «Nessuno ti ha condannata? Neppure io, va' e non peccare più».

Ti farai trovare sulla spianata?
Se ti senti come quella donna, non avere paura: non riceverai pietre, ma uno sguardo di amore, l'invito ad alzarti e ripartire con fiducia e coraggio. Il perdono passa attraverso quello sguardo!
Sei tra coloro che hanno la pietra in mano?
Lasciala cadere! Basta con il lanciare pietre! La società, il mondo, la politica, la televisione... c'è già una moltitudine di gente che muore dalla voglia di lapidare! 
Tra noi non sia così! Eppure qualche volta accade anche nella Chiesa, accade nelle nostre famiglie, accade tra noi cristiani: siamo spesso pronti a colpire gli sbagli altrui, troppo spesso ci ritroviamo con la pietra già in mano o con la pietra in tasca, pronta per l'occorrenza. Abbandoniamo la pietra! Non allontaniamoci come la folla, non fuggiamo dal suo perdono! Il passaggio di questa settimana è un balsamo di vita. Che noi siamo quella donna o quella folla, Gesù desidera incontrarci per regalarci il suo perdono. Non fuggiamo, ma alziamo gli occhi e incontriamo quello sguardo. Dio sceglie proprio me! Ora si riparte, c’è una nuova avventura, una nuova possibilità.
Con un amore nuovo nel cuore… il Suo: l’unico che, come sempre, non delude!

Sia lodato Gesù Cristo.

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