Poesie

In morte del fratello Giovanni

In morte del fratello3AUn dì, s'io non andrò sempre fuggendo

di gente in gente, me vedrai seduto

su la tua pietra, o fratel mio, gemendo

il fior de' tuoi gentil anni caduto.


La madre or sol suo dì tardo traendo

parla di me col tuo cenere muto,

ma io deluse a voi le palme tendo

e sol da lunge i miei tetti saluto.


Sento gli avversi numi, e le secrete cure
che al viver tuo furon tempesta,

e prego anch'io nel tuo porto quiete.


Questo di tanta speme oggi mi resta!

Straniere genti, almen le ossa rendete

allora al petto della madre mesta.

Ugo Foscolo – I Sonetti


Composto nel 1803 a Milano, dove il Foscolo si trovava in esilio, il sonetto, altrettanto bello quanto il precedente, ne accentua ulteriormente il senso di sconforto esistenziale. Compaiono riferimenti ad alcuni celebri versi che il poeta Catullo scrisse per commemorare la morte del proprio fratello.
Il poeta afferma di sperare un giorno di recarsi sulla tomba del fratello a piangere la sua giovinezza così bruscamente stroncata. La madre, rimasta sola e in età avanzata, ormai trascina gli anni, e il poeta la immagina impegnata, mentre parla con il fratello morto («cenere muto») del fratello assente. Preclusa la possibilità di rientrare a Venezia, ceduta da Napoleone all'Austria, il poeta tende le mani, in saluto, da lontano, in volo col pensiero sopra i tetti della citta.
Gemello del sonetto A Zacinto, ne riprende i temi, introducendo l'evento luttuoso del suicidio del fratello minore di Ugo Foscolo, Giovanni Dionigi, ufficiale dell'esercito della Repubblica Cisalpina, uccisosi a vent'anni nel 1801, forse per il disonore di aver sottratto alla cassa del reggimento la somma necessaria a saldare i propri debiti di gioco. A lui dedicato, ne prende anche il titolo: In morte del fratello Giovanni.

Stampa