«Veni Sancte Spiritus» Sequenza di Pentecoste.
«Invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli».
Luca ci racconta che, dopo l’Ascensione di Gesù, per nove giorni la comunità delle origini è raccolta nel Cenacolo a Gerusalemme ad attendere in preghiera il dono dello Spirito. Di solito noi citiamo come icona della comunità primitiva il testo di cui parla il Libro degli Atti degli Apostoli «Erano un cuor solo e un’anima sola». La prima icona invece, della comunità delle origini è quella con i Dodici, tutti riuniti attorno a Maria e raccolti in una lunga, interminabile, orante invocazione per la venuta dello Spirito. E lo Spirito Santo verrà con forza e con potenza e renderà quegli uomini e quelle donne testimoni della Risurrezione di Gesù. Anche oggi riviviamo qui in questa Chiesa e in questa Santa Eucaristia, la preghiera e l’invocazione allo Spirito Santo. La sequenza della Pentecoste è chiamata «aurea»...
«Invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli».
Luca ci racconta che, dopo l’Ascensione di Gesù, per nove giorni la comunità delle origini è raccolta nel Cenacolo a Gerusalemme ad attendere in preghiera il dono dello Spirito. Di solito noi citiamo come icona della comunità primitiva il testo di cui parla il Libro degli Atti degli Apostoli «Erano un cuor solo e un’anima sola». La prima icona invece, della comunità delle origini è quella con i Dodici, tutti riuniti attorno a Maria e raccolti in una lunga, interminabile, orante invocazione per la venuta dello Spirito. E lo Spirito Santo verrà con forza e con potenza e renderà quegli uomini e quelle donne testimoni della Risurrezione di Gesù. Anche oggi riviviamo qui in questa Chiesa e in questa Santa Eucaristia, la preghiera e l’invocazione allo Spirito Santo. La sequenza della Pentecoste è chiamata «aurea»...
Il desiderio di cielo, di speranza, di infinito...
«Uomini di Galilea, perchè state a guardare il cielo?».
All'interno del Duomo di Venzone, in Friuli, si trova una scultura di legno, nella quale sono rappresentate un gruppo di persone, giovani, bambini e anziani, che protendono le mani verso il cielo. È una scultura inserita come memoriale nella chiesa ricostruita dopo il terremoto che nel maggio 1976, l'aveva rasa al suolo. Il titolo dell’opera si rifà alle parole dal Salmo 129 «Dal profondo a te grido o Signore» e vuole ricordare la tenacia e la speranza dei friulani dopo il sisma che aveva fatto quasi mille morti e ingentissimi danni. Le figure messe a cerchio, scolpite dentro un grande tronco di cedro, hanno le mani aperte e alte sulla testa sotto la volta del Duomo. L'impressione è quella di voler non solo risorgere dopo essere state atterrate dal sisma, ma anche di voler sostenere il tetto, perché il cielo non crolli di nuovo sopra di loro, distruggendo ancora le case e la vita. La scultura sembra voglia comunicare anche un compito che i friulani si sono dati: quello di non farsi schiacciare ancora, ma di testimoniare anche ad altri la speranza di poter sempre e comunque risorgere. È un invito a tener vivo il desiderio di cielo, di speranza e di infinito che ogni persona porta in sè...
«Uomini di Galilea, perchè state a guardare il cielo?».
All'interno del Duomo di Venzone, in Friuli, si trova una scultura di legno, nella quale sono rappresentate un gruppo di persone, giovani, bambini e anziani, che protendono le mani verso il cielo. È una scultura inserita come memoriale nella chiesa ricostruita dopo il terremoto che nel maggio 1976, l'aveva rasa al suolo. Il titolo dell’opera si rifà alle parole dal Salmo 129 «Dal profondo a te grido o Signore» e vuole ricordare la tenacia e la speranza dei friulani dopo il sisma che aveva fatto quasi mille morti e ingentissimi danni. Le figure messe a cerchio, scolpite dentro un grande tronco di cedro, hanno le mani aperte e alte sulla testa sotto la volta del Duomo. L'impressione è quella di voler non solo risorgere dopo essere state atterrate dal sisma, ma anche di voler sostenere il tetto, perché il cielo non crolli di nuovo sopra di loro, distruggendo ancora le case e la vita. La scultura sembra voglia comunicare anche un compito che i friulani si sono dati: quello di non farsi schiacciare ancora, ma di testimoniare anche ad altri la speranza di poter sempre e comunque risorgere. È un invito a tener vivo il desiderio di cielo, di speranza e di infinito che ogni persona porta in sè...
«Adorate senza sosta il Santissimo Sacramento».
«Io sono presente quando voi siete in adorazione».
Chiunque tu sia,
che ti vedi trascinato dalla corrente di questo mondo,
e ti sembra di navigare fra tempeste burrascose,
piuttosto che camminare sulla terra,
non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella,
se non vuoi essere travolto dalle difficoltà.
Se si levano i venti delle tentazioni,
se incorri negli scogli delle tribolazioni,
guarda la stella, invoca Maria.
Se, turbato dal pensiero dei tuoi peccati,
cominci ad essere sommerso nel baratro della tristezza,
o nell’abisso della disperazione… pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi… pensa a Maria, invoca Maria.
Non uscirai dal cammino se la segui, non dispererai se la preghi,
non ti perderai, pensando a Lei.
Se Ella ti tiene per mano, non cadrai,
se ti difende, non avrai nulla da temere,
se Ella ti è guida, non ti affaticherai,
con la sua protezione giungerai facilmente al porto.
San Bernardo di Chiaravalle
Chiunque tu sia,
che ti vedi trascinato dalla corrente di questo mondo,
e ti sembra di navigare fra tempeste burrascose,
piuttosto che camminare sulla terra,
non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella,
se non vuoi essere travolto dalle difficoltà.
Se si levano i venti delle tentazioni,
se incorri negli scogli delle tribolazioni,
guarda la stella, invoca Maria.
Se, turbato dal pensiero dei tuoi peccati,
cominci ad essere sommerso nel baratro della tristezza,
o nell’abisso della disperazione… pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi… pensa a Maria, invoca Maria.
Non uscirai dal cammino se la segui, non dispererai se la preghi,
non ti perderai, pensando a Lei.
Se Ella ti tiene per mano, non cadrai,
se ti difende, non avrai nulla da temere,
se Ella ti è guida, non ti affaticherai,
con la sua protezione giungerai facilmente al porto.
San Bernardo di Chiaravalle
Lumi, canti, preghiere e fiori per Maria!
«Maria primavera della natura e primavera delle anime».
Maggio, da tradizione, è il mese dedicato alla Madonna. Dal Medio Evo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari a casa e nei cortili, sono frequenti i pellegrinaggi ai Santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere alla Vergine. Alla base l’intreccio tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione del popolo di Dio. La storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X, re di Castiglia e di Leon, detto il saggio, in «Las Cantigas de Santa Maria» celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via...». Di lì a poco il domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco, si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bel viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
Maggio, da tradizione, è il mese dedicato alla Madonna. Dal Medio Evo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari a casa e nei cortili, sono frequenti i pellegrinaggi ai Santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere alla Vergine. Alla base l’intreccio tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione del popolo di Dio. La storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X, re di Castiglia e di Leon, detto il saggio, in «Las Cantigas de Santa Maria» celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via...». Di lì a poco il domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco, si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bel viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.